Undici case maledette

di Cristina Nori


Home sweet home, casa dolce casa!
Il nostro piccolo rifugio, il porto sicuro e quieto in cui approdiamo dopo le fatiche della giornata.
Chiudiamo fuori i litigi, le ansie, le preoccupazioni: il nostro nido ci aspetta a porte aperte, pronto ad accoglierci.
Però …
Se il mostro si annidasse proprio fra le mura della nostra amata casa?
Se le porte dell’inferno coincidessero con l’ameno cancello della nostra villetta, che succederebbe?
Questa raccolta di undici racconti, tutti scritti da autori italiani contemporanei, dipinge quadri popolati di sgomento e devastazione, quando un personaggio scopre che il demone causa del suo tormento ha preso dimora proprio nella sua casa.

I racconti offrono spunti e prospettive diverse, a volte insolite, altre volte del tutto stranianti.
Partiamo però dal classico: volete leggere un racconto da paura, che più paura non si può?
Beh, vi sconsiglio La casa al mare di Stefano Telera quando sarete da soli, in un condominio deserto della riviera romagnola, fuori stagione. L’autore ha costruito una storia che sarebbe un soggetto perfetto per un film horror, con gli elementi di inquietudine, premonizione e terrore mixati al punto giusto.

Giulio era impazzito, aveva gran parte del viso bruciato, tossiva e parlava con accenti stranieri. Descriveva un’enorme cavità sotterranea, dove si era inoltrato, e creature deformi, che strisciavano nell’ombra e che lo avevano marchiato per sempre.

Un altro racconto degno di nota è Presenze, di Bianca Maria Massaro, che è stato anche oggetto di un audioracconto, letto da me, nella terza stagione di ReadATale.
I personaggi della storia, siano essi vivi o meno, alternano le loro voci in un crescendo degno di un testo teatrale, che porta quasi con sollievo allo scioglimento finale dell’altissima tensione accumulata. Originale il punto di vista della scrittrice nei confronti degli altri, descritti dapprima con terrore e poi con sempre maggiore familiarità.
La pluralità delle voci narranti dà nuove declinazioni al concetto di casa maledetta, tanto che è la magione stessa a farsi entità tormentata che riflette su sé stessa, come in Dimora divora di Armando Rotondi.

Non esiste una casa paranormale.
Al massimo una casa paranoica.
Ed io lo sono.

La raccolta mostra altrettanto bene come i narratori italiani sappiano trovare un sorriso, o un ghigno sardonico, anche fra i più cupi gironi infernali. Per questo vi rimando ai racconti Vendesi castello con fantasma di Beppe Roncari e, soprattutto, allo strepitoso L’ultima casa di Francesco Calè.
Anche se vi sentite come Jack Nicholson all’Overlook Hotel, una risata potrà sempre seppellirvi.

Case Maledette è stato pubblicato nel 2018 dalla casa editrice Nero Press.
In apertura un saggio di Valeria Cappelletti sulle case infestate nella letteratura e nel cinema.

La soundtrack di Case maledette

Il libro non cita esplicitamente nessuna canzone, così abbiamo costruito una terrificante playlist, associando un brano ad ogni racconto.
Ascolta la colonna sonora di Case maledette su Spotify: Case maledette – Autori Vari.

La tracklist di Case maledette

  1. Per Dimora divora PARANOID dei Black Sabbath, perché quando una casa si definisce paranoica, non ci resta che darle ragione
  2. Per Frammenti I LOVE THE DEAD di Alice Cooper, perché … hai detto pezzi?
  3. Per L’ultima casa GET OUT OF MY HOUSE di Kate Bush, perché siamo tutti figli di Shining
  4. Per Presenze FEAR OF THE DARK degli Iron Maiden, perché nel buio non sai mai chi si nasconda
  5. Per La casa nella nebbia AVALANCHE di Leonard Cohen, perché dai vecchietti strani è meglio stare alla larga
  6. Per Qualcosa SOMEBODY’S WATCHING ME di Rockwell, perché è quasi una parafrasi
  7. Per La casa al mare SMOKE ON THE WATER dei Deep Purple, perché anche al mare bruciano le fiamme dell’inferno
  8. Per Stanza n.13 HOTEL CALIFORNIA degli Eagles, perché se un numero porta jella ci sarà un motivo
  9. Per Loro PET SEMATARY dei Ramones, perché piace anche a Stephen King
  10. Per Vendesi castello con fantasma DRACULA’S WEDDING degli Outkast, perché hey ya … fantasma!
  11. Per La casa vagante SICK THINGS di Alice Cooper, bis del signor Vincent Fournier ma come parla lui di morti…

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