Una musica può fare – Monia Mancinelli


Estate 2019.
Primo giorno di giugno.
Un sabato.
Ma non un sabato qualsiasi.
Al Castello della Rancia di Tolentino c’è lo Strike Up Festival  con i FASK.
Rincorro un loro concerto da tempo, e non mi lascio scappare l’occasione.
Si era fatto sentire Luca due giorni prima. “Io vado sabato con un amico. Gradisci un passaggio?”
“Ma vai al concerto dei Cara Calma e dei FASK?”
“Ci vado per stare con un amico e trovare suggestioni nuove. Se serve un passaggio, fai sapere”.
Scelgo di andare in auto da sola, per non avere vincoli di orario. Mi sono abituata alle uscite in solitaria. Qualcuno mi ha insegnato a essere indipendente da questo punto di vista. E ancora lo ringrazio.

La strada la so a memoria. Tolentino è stata la mia città per tanti anni per motivi affettivi.
Parcheggio in mezzo ai campi con l’assistenza dei volontari del festival.
Attraverso a piedi la strada che mi separa dall’ingresso del castello. Può fare strano pensare a un festival di musica indie all’esterno di un castello, ma nelle Marche abbondiamo di luoghi suggestivi.
Lungo la strada di breccia alcuni ragazzi fanno capannello davanti ai bagni chimici, altri vanno a prendere gli amici appena arrivati parlandosi al cellulare e altri ancora stanno camminando come me verso l’area dove si trova il palco.
Lo spazio è pieno. Resta libera solo la collinetta dove ci sono gli stand della birra.
Trovo a fatica Luca, ma l’alcol sa sempre indicare la via giusta. 

“Questo è Davide”.
“Piacere. Monia”.
“Vuoi una birra?”
“Sì grazie”.
“Vado a prendertela, poi torno”.

“Come stai?”
“Luca, è un brutto periodo.. Tutto quello in cui avevo investito è fallito miseramente. Devo ricominciare da capo. Di nuovo. Non vedo un futuro davanti a me. Sono stanca”.

Ricordo solo queste parole, e la tristezza che mi circondava le spalle.
Il resto è stato solamente musica.

“Io sono venuto da Belvedere per i Cara Calma”
“Ma i Cara Calma richiamano per certe sonorità i Ministri”.
“Ti piacciono i Ministri? Anche a me. Dovevo andare a sentirli a Capodanno a Prato, ma ho preferito stare con un amico che era giù …”
“Io ci sono stata a Prato. Un freddo becco. Ma concerto fantastico. Non sembrava neanche Capodanno!”

Pochi pezzi. Del resto, l’head line sono i FASK.
Aimone non si smentisce mai.
Il suo modo di fare musica è fisico.
Saluta tra il pubblico chi conosce personalmente con strette di mano.
Attraversa lo spazio del palco con diagonali costanti.
Fa posizionare le sue percussioni vicino alla console dei fonici per poter suonare a distanza col suo batterista ma in mezzo alla folla.
Adora lo stage diving.

“Non li avevo apprezzati su Youtube”.
“Dal vivo rendono molto di più, Luca. Sono davvero animali da palco. Senza quello i FASK non si riesce a conoscerli davvero”.

“Senti, ma te che sai tante cose, saresti perfetta per un progetto che ho in mente che mette insieme letteratura e musica…”
“Sì, la cosa potrebbe interessarmi. Sentiamoci con calma, così mi spieghi meglio”.
“OK. Intanto io mi faccio un’altra birra. Tu?”
“No, grazie. Guido. E sono da sola. Preferisco non rischiare”.
“D’accordo. Allora ci sentiamo!”
“Va bene!”

Mi rimetto in cammino lungo la strada brecciata. Alcuni ragazzi fanno capannello davanti ai bagni chimici, altri vanno a cercare gli amici per andare via parlandosi al cellulare e altri ancora stanno camminando come me verso l’area dove si trovano i parcheggi.

Riprendo la via di casa. La strada la so a memoria.
A settembre esce il mio primo articolo (Su ali di carta – AA. VV.) per Read and Play.

Canzoni consigliate:
• Il mio rifugio – Cara Calma
• Animali notturni – Fast Animals And Slow Kids
• Sabotaggi – I Ministri

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