Un Kobo per Briciola

di Eleonora PizziRead and Play per Kobo Plus
puntata 2


E bravo Botolo. Superlativo. Tu e la tua idea dell’abbonamento Kobo Plus per dichiararmi a Vale facendole ascoltare le parole di un audiolibro. Ho capito perché l’amico suo da cui m’ha mandato a cercare lavoro come dog-sitter paga il triplo di tutti gli altri padroni.
“Come hai detto che te chiami, coso?”.
“Tommy. Lieto di conoscerla. Lei è il signor…?”.
“BRICIOLAAAAAA”.
“Molto piacere, signor Briciola. Tengo a precisarle che non sono sordo”.
“A regazzì, nemmeno sveglio. Nun so se te la lascio porta’ a spasso”.
“No, la prego, signor Briciola, la scongiuro, questo lavoro mi serve come serviva la polvere magica a Wendy e ai fratellini per poter volare!”.
“Polvere maggica? Te stai a scava’ la fossa da solo, regazzì”.
“Ehm, cioè, mi scusi, volevo dire…”.
“Sé, vabbè. Briciola nun so io. È lei”.
No, quella che sbuca lentamente dall’angolo della cucina non è una volpina batuffolosa.
“Oh. Oh… oooh”.
No, non è una hachiko malinconica quella che mi sta fissando con gli occhi socchiusi.
“Ehm, ciao… Briciola. Ciao… euh, cucciolina. Ti posso accarezzare?”.
Sì, quella che sta per sbranarmi la mano che magari ancora mi serve a qualcosa nella vita è Briciola.
Un drago di Komodo femmina.
“Nun je fa mangià l’erba gatta che poi je viene mal de panza. Se vedemo stasera”.
Vale.
Solo per te.

Briciola colta in un raro momento di inoffensività

Devo dire che dopo quasi un mese mi sono abituato. Ho imparato tutte le tecniche di sopravvivenza nei confronti miei e degli altri sparuti avventori del parco meno frequentato della città, l’unico posto dove ho il coraggio e il buon senso di portare Briciola. Nelle ultime settimane la legittima priorità è stata questa, e la ricerca di una dichiarazione d’amore adatta a Vale tra gli audiolibri del Kobo Plus è passata in secondo piano. E poi sono migliaia di titoli, dura scovarne uno perfetto per lei!
Adesso, però, Briciola mi sembra tranquilla: prende il sole contemplando il laghetto putrido. Mi accomodo sullo scheletro di panchina più vicino alla riva e sfoglio il catalogo Kobo Plus. Allora… scegli media: audiolibro; scegli categoria: beh, direi di escludere l’orrore e i thriller… guardo prima i romanzi d’amore o le poes… “Briciola!! NO!”.
Altro che contemplazione dell’acqua putrida! Stava puntando un luccio di dieci chili! Mi alzo di scatto e la tiro con tutte le forze dal guinzaglio, ma un trattore sarebbe più facile da fermare. Provo con la persuasione.
“Dai, Briciola, da brava… su, lascialo andare! Le tue carcasse di pantegane le hai già spazzolate dieci minuti prima di uscire, non puoi avere ancora fame! Basta, mi infanghi tutto se continui a farlo dimenare senza finirlo. Briciola birichina! Forza, molla l’osso!”.
Molla più che altro solo la lisca: il resto della buonanima è ormai pianto dall’intero consesso ittico lacustre. Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa: “Sei una monellaccia!”.
Lei mi guarda, sbatte le palpebre e si sposta lentamente verso il prato. Rivelando, tra la fanghiglia e i miserabili resti del luccio, qualcos’altro che mi affretto a identificare come schegge di uno schermo. Detriti di plastica nera opaca. Circuiti elettronici sparsi. Il mio Kobo.

Tommy che conserva ancora la sua baldanza nonostante tutto

“Guagliò, neppure in napoletano ci stanno insulti adatti a te. Farsi mangiare il Kobo da Briciola, il colmo”.
“Come faccio adesso, Botolo?”. La testa che tengo fra le mani mi pesa come tutta la bibliografia di Wilbur Smith in un unico tomo e il ricordo del mio defunto amico di così tante letture notturne brucia peggio dell’incendio di Via col vento.
“Che tu si fess’ te l’ho già detto o no? Il Kobo Plus lo puoi ascoltare anche dall’app del cellulare. App Kobo, si chiama”.
“Davvero? Ma allora sono salvo!”.
“Beh”.
“Beh, cosa? Adesso continuo a cercare la dichiarazione perfetta per Vale dall’app Kobo, domani il padrone di Briciola mi paga e in un colpo solo rinnovo l’abbonamento Kobo Plus, che tra l’altro scade dopodomani!, e me ne compro uno nuovo!”
“A proposito di questo”.
Botolo ha lo stesso tono di quando la mia ex esclamò “dobbiamo parlare”.
“Briciola, a’ piccerella, ha visto che al parco MezzaGamba, quello in centro, ci sta un altro drago-di-Komodo-sitter”.
“Sai perché l’hanno chiamato MezzaGamba? Perché se ci entra un drago di Komodo poi tutti gli umani ne escono con una gamba sola: l’altra te la divora! È strapieno di bambini e vecchietti a ogni ora! Quello è scemo se ne porta uno lì”.
“Evidentemente è più bravo di te, guagliò, perché danni non ne fa e, anzi… a’ piccerella s’è nnammurata del draghetto suo”.
“E quindi?”.
“E quindi a te non ti vuole cchiù”.
“…”.
“Vuole stare col sitter del suo nnammurato. Cosa vuoi, anche le draghette tengono gli ormoni!”.
“Ma l’amico tuo mi pagherà bene queste settimane di lotta tra la vita e la morte a sgambare quella bestia demoniaca!”.
“L’amico mio s’è lamentato del servizio. Dice che col tuo stipendio ci paga la multa per quel luccio, pace all’anima soja, era fauna ittica protetta. E per i cassonetti del viale buttati giù a codate. E per il labrador del signor Sindaco. E per…”.
La mia faccia fa così pena che persino Botolo si zittisce. Mugola solo un lieve “guagliò, mi dispiace” e si fa da parte, andando a raccattare la sua pallina forse per l’ultima volta. Perché sarà lui che dovrà continuare a leggere ad alta voce a Vale i suoi libri. Non prenderò mai il suo posto né riuscirò a ritagliarmi nemmeno un millimetro nel cuore di Vale. Mi rimbomba nelle tempie il buon vecchio Matt Bellamy:

Hopelessly,
I’ll love you endlessly.

Un momento.
La musica non è solo nella mia testa balorda.
Alzo lo sguardo.
Vale.
Davanti a me.
Con il cellulare in mano, Youtube aperto su un’immagine statica di ombre grigie che volano.

If the moment ever comes.

Ferma la canzone.
No, non verrà mai il momento se non mi do io una mossa, mi sono detta. Ma era troppo divertente stare a osservarti inventare di tutto per conquistarmi, giuro! Divertente e tenero”.
La linea della bocca, che ho sempre visto dritta, si incurva in un sorriso di luce che risale gli zigomi fino a esondare dagli occhi.

Avvicina il viso. Sistema delle cuffiette wireless nelle mie orecchie. Scuote le onde rosa dei capelli e con l’indice sfiora lo schermo del telefono.

Se ti siedi qui vicino
aspettiam che sia destino
e l’amore poi succede (*).

E, con grazia, si siede accanto a me.

(*) = Il guardiano del Farò, da Filastorta d’amore, Enrica Tesio, Giunti 2019.

vai all’episodio precedente: Uno strano caso per Botolo

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Leggi l’articolo precedente: L’amore ai tempi dell’audiolibro.

[Foto di Clorinda Galluzzo]

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