Tra l’asfalto e il sogno – Giorgio Casalone

di Gabriella Femia

Ogni lontananza si annulla nella simultaneità memoriale, come pure si sovrappongono situazioni similari ma cronologicamente distanti.

Tra l’asfalto e il sogno catapulta il lettore nelle atmosfere ormai dimenticate degli anni Sessanta e Settanta, fino agli anni Ottanta. Il libro è una collezione di ricordi che l’autore racconta con semplicità, portandoci nelle vite dei protagonisti che si affacciano man mano, trasportati da ciò che lui chiama “La nave dell’amore”, che è poi la metafora della vita. C’è chi sale, c’è chi scende e prende un’altra nave e, soprattutto, c’è chi naufraga.

Che libro è “Tra l’asfalto e il sogno”

Casalone fa scorrere i suoi racconti in modo cronologico, parte dai ricordi di un uomo sessantenne che vede il suo io bambino negli anni Cinquanta.

Lo scarto, poniamo di cinquant’anni, si assottiglia a un fremito dell’anima come a un battito del medesimo cuore, quello di allora e questo di ora.

Il libro parte così, dal racconto di quel bambino che si rivede dopo cinquant’anni mentre gioca con le biglie, al pallone, oppure è in gita con i suoi genitori; si tratta di ricordi che escono fuori dalla scatola degli effetti personali dei suoi genitori. Partendo da quel bimbo, l’autore ci svela le prime cotte di un ragazzino negli anni Sessanta ed esprime l’essere impacciato e un po’ sornione tipico dei maschietti di quell’epoca. Non mancano la descrizione del periodo storico, con una certa attenzione ai pochi momenti in cui i ragazzi di quegli anni potevano trasgredire e partecipare alle feste pomeridiane con musica e fumo.
L’autore continua con la storia di Paolo nei primi anni Settanta, il periodo che segue i moti del ’68: le rivolte studentesche, gli anni del femminismo e della libertà sessuale tanto ricercata, soprattutto dalle donne. Ora Paolo è un ragazzo che frequenta l’università, più maturo, sicuramente più spigliato nei rapporti con le ragazze. Ma per Lucia soffre. Si innamora di lei, idealizza la loro storia, scrive poesie, è convinto che Lucia sia l’amore della sua vita, finché vengono divisi da un anno di servizio militare e lei decide di lasciarlo. Così di punto in bianco. La storia di molte coppie di giovani dell’epoca, divise da un anno che sembrava non finire mai.

In effetti l’autore sembra quasi descrivere le fasi dell’amore sulla base dell’età dei nostri protagonisti e, soprattutto, del periodo storico. Assistiamo così anche al racconto di due coppie di cui Casalone racconta la storia come per un raffronto. Pietro e Cecilia si conoscono tra i banchi del liceo: il loro amore è tutta una ricerca: si tratta della prima esperienza quindi per loro tutto è scoperta. L’epilogo sarà inaspettato ma inevitabile.
Differente è la storia di Sofia e Gianni. Arrivano da esperienze diverse, sono più maturi, oltre che più grandi, e vivono la loro storia nei primi anni Ottanta. Avendo esperienza si buttano nella loro storia d’amore bruciando le tappe ed evitando un percorso di conoscenza intima. Per loro ci sarà, invece, un epilogo alquanto scontato, in linea con il loro vissuto.

In questa raccolta di racconti è il tempo che fa da padrone, le epoche diverse, gli anni passati che hanno tanto da raccontarci. L’asfalto delle città che racchiude i nostri ricordi, le strade calpestate dai protagonisti, strade che sono anche le nostre e i sogni raccontati dall’autore senza specificare a quali protagonisti appartengano come se fosse un gioco che invita il lettore a indovinare.

A chi consiglio questo libro

Agli adulti, a cui potrebbe scappare la lacrimuccia per i periodi storici narrati e da loro vissuti.
Ma non solo. Lo consiglio anche ai giovani, perché qui vivono curiose e istruttive pillole di storia .

Raccontare non può essere che la risultante di multipli scatti fotografici i quali fissano tutto ciò che nell’espletamento della scrittura peschi dal lago, dove getti la rete a strascico e tiri su alla rinfusa. Ma non è confusione, è omaggio alla realtà della nostra multiforme e franta interiorità, nella quale avvertiamo coabitare una pluralità di decenni.

L’autore

Giorgio Casalone, prima di diventare scrittore, è stato il mio professore di letteratura al liceo. Sono quindi orgogliosissima di presentare questo libro, la sua seconda pubblicazione dopo Situazioni.
Casalone nasce nel 1949 a Occimiano Monferrato (AL), si laurea all’Università di Torino in Lettere Classiche, indirizzo storico; insegna per quarant’anni letteratura latina e italiana a Torino.
Instancabile pensionato, ora collabora con le Unitre di Torino, Savigliano, Villarbasse-Reano ed è in uscita la sua terza opera, intitolata L’angelo degli abbandoni sempre con EDB Edizioni di Milano.

La soundtrack

Ascolta la colonna sonora: Tra l’asfalto e il sogno – Giorgio Casalone

La colonna sonora di questo libro non può che andare sul classico, per cui partiamo da The Twist di Chubby Checker e The house of the rising sun, The Animals; le loro note riempivano le feste studentesche degli anni Sessanta con i primi timidi balli in coppia che, nei Settanta, vedranno protagonisti i famosi quattro di Liverpool, ossia i Beatles con I’ve got a feeling. L’autore racconta come negli anni Settanta i ragazzi si divertissero a eseguire dei canti di gruppo con la chitarra, e cita Blowing in the wind di Bob Dylan, We shall overcome di Joan Baez e La locomotiva di Francesco Guccini come canzoni preferite per questo tipo di attività. Un’avventura di Lucio Battisti è segnalata come colonna sonora della storia di Paolo, protagonista di uno dei suoi racconti. Il lettore ne capirà il motivo.
Chiudono la playlist Mrs Robinson e The sound of silence di Simon & Garfunkel, due brani che si accostano perfettamente alla parte finale del libro, dove si esprimono al meglio i sogni dei protagonisti.

La tracklist

  1. The twist – Chubby Checker
  2. The house of the rising sun – The Animals
  3. I’ve got a feeling – Beatles
  4. Blowin’ in the wind – Bob Dylan
  5. We shall Overcome – Joan Baez
  6. La locomotiva – Francesco Guccini
  7. Un’ avventura – Lucio Battisti
  8. Mrs Robinson – Simon & Garfunkel
  9. The sound of silence – Simon & Garfunkel

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