Di Cristina Nori
1960 Torino.
Mia madre aveva appena finito le superiori e si trovò, come molte sue compagne, a scegliere fra l’iscrizione all’università – allora selettiva e costosa – e un lavoro che la stava già aspettando.
Scelse il lavoro e iniziò il suo percorso di indipendenza.
1960 Sicilia
Oliva Denaro è un po’ più piccola di mia madre, ma ha già davanti un destino segnato. “La femmina è una brocca: chi la rompe, se la piglia”.
Non la donna ma la femmina, come gli animali; non è un soggetto, è l’oggetto di scambi e contratti che la porteranno dalla casa del padre a quella del marito, da un padrone all’altro.
Troppo facile risolvere questa differenza abissale facendo Nord contro Sud: noi siamo una famiglia di origine meridionale in cui perduravano tracce di maschilismo dure a morire, eppure l’istruzione è stata considerata indispensabile per tutti, maschi e femmine. Andare a scuola era la prima arma per essere liberi e autodeterminarsi.
Ed è proprio l’autodeterminazione uno dei grandi temi del romanzo di Viola Ardone: una donna che decide da sé fa paura, sovverte l’ordine statuito, toglie potere tanto ai maschi quanto alle femmine integrate nel sistema.
Un esempio sono i genitori di Oliva: la madre, rigida nel suo considerarsi inferiore e nel pretendere autorità da parte del marito, e il padre, riflessivo e poco incline a parlare, che per questo viene definito pecora.
L’autrice però non si accontenta della facciata e scava dentro i suoi personaggi per trovare le radici di questo comportamento; al di sotto di tutto si trova solo una grande paura. Quella del padre, che fra i notabili del paese potrebbe essere il vaso di coccio fra i vasi di ferro, e quella della madre, atterrita dal poter perdere la sua unica ricchezza, la rispettabilità.
Un vero uomo deve avere: buone braccia per lavorare, testa fina per ragionare, occhi aperti per vigilare. E la moglie e le figlie, non farle andare di qua e di là. (…)
E la donna? (…)
La donna deve sapersi conservare e appoggiarsi al marito come la vite al traliccio”.
In questo sistema però entra un elemento destabilizzante, che riesce a dare la spinta necessaria al desiderio di libertà di Oliva: è Liliana Calò, la compagna di scuola che da grande vuole fare la deputata “come Nilde Iotti”, la figlia del comunista del paese.
Oliva si chiede chi sia Nilde Iotti e si stupisce della madre di Liliana, che va a lavorare “come se fosse un maschio”, ma il seme ormai è gettato e nulla può impedirgli di germogliare.
In Oliva Denaro troviamo alcuni elementi che hanno cambiato la morale e la mentalità dell’Italia del dopoguerra, come i temi dell’istruzione femminile, del lavoro e della giustizia.
A molti lettori, leggendo questo romanzo, verrà in mente la storia di Franca Viola, a cui ancora oggi va tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione: il percorso perché ci sia vera giustizia è ben lontano dalla conclusione, ma tanto ieri quanto ai giorni nostri l’istruzione resta la prima arma per essere liberi, capire sé stessi e il mondo che ci circonda.
L’autrice lavora sul linguaggio e ottiene un meraviglioso risultato innestando lessico e modi di dire siciliani sulla sintassi italiana: è efficacissima, ad esempio, a rispecchiare il fastidio di Oliva quando deve parlare de “il marchese” per indicare il ciclo mestruale e le sue infauste conseguenze.
Playlist
Ascolta la playlist su Spotify: Oliva Denaro – Viola Ardone
Oliva Denaro è un romanzo pieno di musica e attraverso le canzoni l’autrice segna il passare degli anni, fino all’avvento del walkman, che fa da punto di contatto per il dialogo fra Oliva e la nipote.
Alle feste di paese le orchestrine suonano Nessuno e Le mille bolle blu di Mina, mentre la radio passa le Gemelle Kessler con il loro Dadaumpa o Claudio Villa con il suo inno alla mamma.
La musica però sottolinea anche il momento più sofferto di tutto il libro, quando la canzone Non arrossire di Giorgio Gaber diventa un’oscena forzatura sulle labbra della carceriera di Oliva.
La vita però va avanti; si riprende a camminare, un giorno dopo l’altro, ad ascoltare Tony Renis alla radio e le nuove generazioni portano con sé musica nuova e voglia di libertà.
Arriviamo così allo ska di Donatella Rettore con Donatella, un inno alla libertà delle donne e alla loro possibilità di essere – finalmente – ciò che vogliono.
L’autrice
Viola Ardone è nata a Napoli nel 1976.
È insegnante di lettere.
Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Il treno dei bambini (2019) e Oliva Denaro (2021).
Tracklist
- Mamma – Claudio Villa
- Nessuno – Mina
- Non arrossire – Giorgio Gaber
- Renato – Mina
- Le mille bolle blu – Mina
- Dadaumpa – Gemelle Kessler
- Quando quando quando – Tony Renis
- Donatella – Donatella Rettore