di Dagmara Bastianelli
Un’esplorazione suggestiva che si snoda tra ricordi e aneddoti e trova la sua corrispondenza in una playlist variegata come la vita.
Come racchiudere in una sola recensione la grandezza di una poetessa? Come raccontare in circa tremila caratteri tutte le sfumature dell’animo di un artista? Parrebbe un’impresa titanica per ogni amante delle belle parole, forse simile al tentativo di contenere in una piccola stanza tutto lo scibile umano.
Michał Rusinek, tuttavia, non è semplicemente un amante delle parole. È stato il primo segretario di una delle figure più misteriose e affascinanti dell’ultimo secolo: la poetessa polacca Wisława Szymborska. Un’esperienza straordinaria che ha voluto raccontare nel suo libro Nulla di ordinario su Wysława Szymborska, uscito per Adelphi alla fine del 2019.
Nulla di ordinario non è una biografia, e nemmeno un saggio o romanzo, ma un appassionante volume scritto dalla persona che ha seguito e affiancato WS (così è chiamata la poetessa tra le pagine del libro) dalla vittoria del Premio Nobel alla morte, avvenuta nel 2012.
L’aneddoto legato all’assunzione, che introduce la lettura, è epico: dopo la vittoria del Nobel la poetessa, molto schiva, si è trovata travolta e continuamente sollecitata da telegrammi, lettere e, soprattutto, telefonate. Quando il neolaureato Rusinek si è presento a casa sua per parlare di un possibile impiego da assistente, l’ha trovata molto provata da tanta attenzione.
«Allora» racconta Rusinek «chiesi cortesemente un paio di forbici e tagliai il cavo. Il telefono smise di squillare. La Szymborska esclamò: “Geniale!”. E fu così che venni assunto».
A partire da questo incontro il libro si sviluppa attraverso un susseguirsi di aneddoti conosciuti e sconosciuti, alcuni esilaranti altri commoventi, che non spiegano ma suggeriscono la grandezza dell’anima di WS e la sua straordinaria sensibilità.
L’atmosfera bohémien di Cracovia, l’amore per i collage e i limerick, la passione per Woody Allen e Vermeer, nonché il rapporto con altri scrittori e il contesto storico e culturale polacco, fanno da corollario a un libro che è un ritratto accennato ma perfetto su una donna che ha trasformato la quotidianità in miracolo, rendendola inconsueta grazie alla profonda capacità di cogliere il mistero in ogni situazione o essere vivente.
Ogni tanto, in questo altalenante detto-non detto fanno anche capolino dal cassetto dei ricordi di Rusinek le storie che hanno ispirato le sue poesie. E così il quadro si completa, senza cadere mai nel voyeurismo.
Cosa lascia questo libro? Il piacere di scoprire le mille sfumature di una persona ordinaria e straordinaria, che è stata attenta osservatrice, anima curiosa, personalità imperfetta (come tutti noi) e donna fragile e forte, sempre in bilico tra estrema riservatezza e innata capacità di connettersi con il mondo.
WS ha saputo conservare lo stupore infantile nei confronti di tutto quello che la circondava e tradurre in parole i moti dell’animo o l’incanto di un dettaglio. Ed è questa capacità di osservazione, unita a un intelletto vivace e un bagaglio di conoscenze variegate (tipico di una persona assetata di sapere) ad aver prodotto un frutto straordinario: le poesie che raccontano tutte le sfaccettature della vita, con un garbo e un’incisività fuori dal comune. D’altronde, come WS ha decantato durante la consegna del Premio Nobel, non esiste per un poeta una nuvola uguale all’altra, una goccia d’acqua o una vita che non valga la pena di essere raccontata.
Quello di Rusinek è un libro che, in compagnia di Cianfrusaglie del passato, sicuramente più simile a una biografia, e all’immancabile raccolta di poesie La gioia di scrivere (entrambi usciti per Adelphi) trasporta il lettore in uno splendido viaggio.
Per quanto riguarda la musica, non è dato sapere le preferenze della poetessa, tuttavia le sue stesse poesie sono caratterizzate da un’alta componente di musicalità. Il loro ritmo fluido, soave e sempre piacevole, somiglia a un canto, tanto da mostrare la loro magnificenza soprattutto quando lette ad alta voce.
Il ritmo delle poesie e la varietà di temi trattati mi ha portato a immaginare una playlist leggiadra e variegata, ricca di contaminazioni. Leggiadra nei toni, variegata nelle tipologie e nelle emozioni suscitate, da brani classici o puramente strumentali a canzoni di cantautori che hanno scelto testi altamente evocativi. Una playlist ricca e luminosa, come la poetica di Wysława. E come la vita.
Editore: Adelphi
Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/5vgzDI78qpzbm5Kw9n3NNo?si=XWAGuZqNQuWoXH_cydHPbQ
- Nocturne Op.9 No.2 – Chopin
- Los Mineros – Adan Jodorowsky
- Petricor – Ludovico Einaudi
- Polish poem – Chrysta Bell and David Lynch
- Oczy mlody – The Flaming Lips
- Radio Varsavia – Franco Battiato
- Fiore mio – Andrea Laszlo De Simone
- Five hundred miles – Adriano Viterbini
- Endless story about sun and moon – Kai Engel
- Dwa erduszka – Joanna Kulig, Marcin Masecki
- Because – The Beatles
- Eleanor Rigby – The Beatles
- Arrivederci tristezza – Brunori Sas
- Bello appare il mondo – Brunori Sas
- Quelli che arriveranno – Brunori Sas
- S’illumina – Colapesce
- Sottocoperta – Colapesce
- Bright horses – Nick Cave & The Bad Seeds
- Here comes the sun – The Beatles
- Alleluja – Maciej Zembaty