Mattone polacco minimalista…


I ragazzi stanno bene. Si sono appena addormentati. Per terra. Sui sacchi a pelo. Sono lì che si rigirano nel sonno. Hanno desideri grandi grandi. Imponenti. Già stati addomesticati del tutto? Forse sì. Ma va bene così, no? Il mondo, la società, quelle cose lì… Ti svegli presto. Per andare a lavorare. E comunque il tuo voto è importante, lo stipendio è proprio tuo… Che i ragazzi stanno bene. Indossano vestiti che… “fuori dal tempo!” E parlano. Parlano. Parlano e sognano. E non è detto che stiano realmente dormendo. I ragazzi fumano troppo. Colorano cazzi sui muri. Disegnano pozzanghere durante la lezione di algebra. E poi cantano… Cantano per scappare via. Fuori. Dai circoli, dalla retorica, dalle convenzioni, da tutta questa gente… che un giorno si prende e si va. Ma poi non si va mai. Perché i ragazzi sono così. Del tipo: mille cose e poi… Si suona o si guarda Netflix? Si canta! Come fare l’amore in palchi vuoti, in arene deserte, in scantinati polverosi. E chi s’è visto s’è visto. Che il domani non fa paura. “Che il futuro non faceva paura”, diremo. Un giorno. Una mattina con poca arte. Con la musica sugli accendisigari. E la letteratura da Tiger. Che “scoperchiamo la macchina?” E c’è un cielo stano. Che sembra di stare in streaming…
E la penna continua a imbrattare nuove pagine, nuovi corpi. Con la chitarra che suona quel che suona. E non ci pensi. O forse ci pensi troppo. Come quando c’è una ragazza che ti piace e vai, vai, vai e poi non vai mai, e i suonatori smiagolano l’ultimo disco e finisce tutto quanto. Senza nemmeno chiederti se vuoi fare un altro giro oppure…

Ecco.
“Proviamo a celebrarla questa arte!”
“Quattro sabati.”
“Quattro sabati e poi vediamo.”
E così è nata questa specie di rubrica che abbraccia musica, letteratura, arte, e tutto quello ci viene in mente.

  1. Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero – Vasco Brondi
  2. Golden years – Ali Eskandarian
  3. La schiuma dei giorni – Boris Vian
  4. Cowboys and Indians – Joseph O’Connor

Una rubrica di quattro recensioni in cui scoprire quattro romanzi diversi, nonsense, fuori dai circuiti comuni, sconosciuti ai più, innovativi, precursori. Ovviamente ognuno con la propria colonna sonora, fatta delle canzoni che sono citate al suo interno.

Nicola Nucci, sceneggiatore teatrale e cinematografico, autore di Trovami un modo semplice per uscirne, finalista al premio Calvino 2018 e al premio Nabokov 2019.


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