di Lara Santini
Lions, paese semi abbandonato nel Colorado, non era nato per essere un posto fantasma, eppure lo è diventato insieme ai suoi abitanti.
Alcuni se ne sono andati, altri sono rimasti, ma tutti hanno portato con sé un bagaglio di leggende immortali.
La loro era una terra inospitale, troppo dura, polverosa, secca, povera, che non offriva lavoro né prospettive. La cosa davvero stupefacente era che fossero rimasti tutti così a lungo. Per anni, come uccellini che spiccano il volo uno a uno, gli abitanti di Lions avevano gradualmente abbandonato la città. Poi, quell’estate, se ne erano andati anche i restanti, tranne undici.
L’autrice, Bonnie Nadzam, al suo secondo romanzo con Lions, fu anche vincitrice del premio “Flaherty Dunnan Prize”, per il miglior esordio con Lamb.
Lions è stato pubblicato in Italia nel 2017 dalla casa editrice Black Coffee, che continua a diffondere l’eco di una letteratura a tratti anticonvenzionale, a tratti meno, ma sempre portatrice di una brezza rigenerante. Anche se le vicende vorticano intorno ai due giovani, Leigh e Gordon, sembra essere la piccola città l’unica vera protagonista.
Rimanere al Lions? Impensabile. Non solo era quasi disabitata, ma anche maledetta, un luogo pervaso di luce accecante e mulinelli di polvere. Non c’era niente, tranne il vento e un sole bianco. Era come non essere da nessuna parte, persi nel nulla. Sotto i piedi il vuoto. A Lions non c’era futuro. Non importava quanti aneddoti ti avessero raccontato sugli anni passati, quanti piani avessi in serbo per il domani: eri prigioniero di un eterno presente.
Riguardo alla playlist, troviamo riferimenti generici in sole due occasioni.
Nella prima si accenna al Great American Songbook, termine che indica il panorama musicale di Broadway in un periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’60: indimenticabile Over the Raimbow di Arlen Harold.
Per gli altri brani, il lettore troverà invece menzioni specifiche.
May teneva acceso il jukbox mettendo musica western, per incrementare l’effetto scenico. Yellow rose of Texas, Tumbling tumbleweeds, Call of the Canyon, Red river valley. Quando partivano Leigh si copriva le orecchie. Nessuna di quelle canzoni parlava di loro. Chi volevano prendere in giro?
Editore: Black Coffee
Ascolta la soundtrack: playlist Lions – Bonnie Nadzam
- Caravan – Duke Elligton
- Heart belongs to daddy – Cole Porter
- Over the rainbow – Arlen Harold (Harcis Cello Quartet)
- Cheek to Cheek – Irvin Berlin, Max Steiner
- Autumn in New York – Duke Vernon
- Blue moon – Hart Lorenz
- Yellow rose of Texas – Hoyt Axton
- Call of the Canyon – Gene Autry
- Tumbling tumbleweeds – Gene Autry
- Red river valley – Gene Autry