di Cristina Nori
Il podcast
“Le vergini suicide”: un romanzo sensoriale
Arriva l’estate e, anche in questo strano anno di pandemia e lockdown, il sole rischiara le ore del crepuscolo; nella tranquillità del tardo pomeriggio, quando gli schermi dei PC hanno smesso di lampeggiare, i cellulari di squillare e i messaggi di assillare, lasciamoci andare a contemplare un campo arato, disseminato di balle di fieno, incendiato dal tramonto, e chiediamoci quale libro vorremmo si materializzasse fra le nostre mani.
Nelle mie è comparso Le vergini suicide, scritto nel 1993 dall’autore americano di origine greca Jeffery Eugenides.
Si tratta di un romanzo breve, ma non fatevi ingannare: vi rapirà e vi porterà indietro ai tempi dell’adolescenza, risvegliando sensazioni e memorie che pensavate di avere sepolto da tempo.
È difficile parlare di questo libro senza citare il bellissimo film di Sofia Coppola Il Giardino delle vergini suicide, perché siamo davanti a due capolavori che parlano la stessa struggente lingua.
Sofia Coppola racconta per immagini, la sua estetica delle cose – che a volta trasforma anche i personaggi in meravigliosi oggetti della narrazione da contemplare – dilata il tempo, e anche il libro di Eugenides fa progredire l’intreccio non solo con le parole, ma attraverso la musica, i colori, gli odori e i sapori.
Ci troviamo davanti a un romanzo sensoriale, in cui i ragazzi che prestano voce all’autore – con il particolare espediente del narratore corale – fanno l’esperienza delle sorelle Lisbon attraverso le cose che queste hanno posseduto e lasciato dietro di sé.
Fotografie, dischi, resti di medicinali e cosmetici, brandelli di indumenti: i ragazzi, dopo aver assistito impotenti al suicidio delle cinque sorelle, cercheranno di ricordarle e farle rivivere annusando e toccando le testimonianze del loro breve passaggio.
Questo libro non dà risposte.
Non vi spiegherà il perché della morte di Cecilia, Mary, Bonnie, Therese e Lux e vi lascerà attoniti, sbigottiti, con la voglia di urlare “Tacete!” a tutti gli esperti di problematiche giovanili che emergeranno blaterando da quelle pagine.
Vi colpiranno l’ottusità e la mancanza di sentimenti – non d’amore, badate, ma di qualsiasi sentimento che scenda al di sotto di una patina superficiale – dei coniugi Lisbon, cristiani bigotti e pacificati, la cui risposta allo straziante grido d’aiuto delle figlie consiste nel bruciare i dischi dei Pink Floyd, con il rischio di intossicare tutto il vicinato a causa dei fumi del vinile.
Se vi capiterà di vedere il film di Sofia Coppola, dedicate un fermo immagine allo sguardo ottuso ed egotico che Kathleen Turner dona alla signora Lisbon: credo che questa meravigliosa attrice abbia centrato in pieno il personaggio che l’autore ha costruito.
Alla fine del romanzo, quando finalmente questa lettura ci lascerà andare, ci riscopriremo commossi nel ricordare come eravamo ai tempi dell’adolescenza.
Trip percepì la presenza di Lux al suo fianco, registrò temperatura, battito cardiaco, frequenza respiratoria, tutti i fluidi e gli impulsi che scorrevano in quel corpo.
Qualcuna avrà la fortuna di rispecchiarsi in Lux, l’incarnazione della bellezza senza sforzo, donata dalla natura per compiacersi, la figura che emerge maggiormente dal quintetto di ragazze. Credo che l’autore non abbia scelto a caso questo nome – dal latino, luce – quindi cercheremo di non rabbrividire quando lo sentiremo pronunciare all’americana lax, nel film.
L’addio delle ragazze sarà, paradossalmente, ciò che le renderà eterne nel ricordo dei compagni: veggenti, seminatrici del fluido del suicidio, creature incomprese e magnifiche, le sorelle Lisbon prenderanno mille forme nei ricordi di chi le aveva conosciute, osservate e amate da lontano. Il tempo potrà farle sbiadire, ma mai farle dimenticare.
Editore: Mondadori
La colonna sonora
Ascolta la colonna sonora: Le vergini suicide – Jeffrey Eugenides
Nella nostra playlist abbiamo inserito i brani musicali suonati dalle sorelle e dai ragazzi nel corso del loro corteggiamento e, per ultimi, due brani della struggente colonna sonora de Il giardino delle Vergini suicide.
Buon ascolto!
Jeffrey Eugenides è nato nel 1960 e vanta radici greche, inglesi e irlandesi. Autore riservato, i suoi libri esplorano l’universo dell’amore e delle relazioni.
La tracklist
- Alone again (naturally) – Gilbert O’Sullivan
- Where do the children play – Cat Stevens
- Dear Prudence – The Beatles
- Candle in the wind – Elton John
- Wild horses – The Rolling Stones
- At seventeen – Janice Ian
- Time in a bottle – Jim Croce
- So far away – Carole King
- Bridge over troubled water – Simon & Garfunkel
- Marooned – Pink Floyd
- Bathroom girl – Air
- Playground love – Air