Instagram al tramonto – Paolo Landi

di Davide Morresi


Quando postiamo una foto su Instagram sembriamo preoccupati di rivelarne insieme la verità e la bellezza. Ci interessa dire: “Ecco, questo tramonto è meraviglioso, lo vedete? Io lo sto guardando realmente, ora, infatti lo fotografo, per dimostrarvi che è vero, che io sono qui e lo sto guardando.

Diviso in capitoli brevi e dettagliati, ognuno centrato su un tema differente, Instagram al tramonto di Paolo Landi offre un punto di vista critico su quello che è il social network delle immagini.

Paolo Landi è un professionista della comunicazione. Nella sua carriera ha affiancato Vittorio Gassman, Enrico Coveri, gli Agnelli… e ora lavora, tra gli altri, con alcuni grandi marchi di catene di abbigliamento. Nel suo libro appaiono 16 screenshot “rubati” all’amico Oliviero Toscani – con cui ha collaborato per vent’anni in Benetton -, che accompagnano i temi affrontati.

Le affermazioni di Paolo Landi sono scomode e probabilmente la maggior parte dei numerosi influencer nati negli ultimi anni (soprattutto quelli che operano nel fashion, che di fatto è uno dei settori che più si affida a Instagram per le proprie campagne promozionali) avranno molto da ridire a riguardo. Ma il fatto che l’autore sia uno dei maggiori esperti del settore, con una indubbia esperienza anche nella moda, rende il tutto più interessante.

La tesi di Paolo è: Instagram è destinato a declinare, almeno nel modo in cui si presenta ora. Ed offre numerosi spunti di riflessione, spesso validi anche per gli altri social.
In modo diretto e conciso, corredando gli assunti con esempi e casi reali, l’autore afferma che la comunicazione tra le persone ha subito, e sta subendo, una enorme trasformazione con l’avvento dei social, un fenomeno irreversibile che si affianca a un veloce e sostanziale cambiamento culturale.
Le nostre interazioni si stanno spolpando di contenuti e confronto a favore di immagini, finzione e apparenza, spesso distanti dalla realtà. Per tale motivo Instagram è destinato a trovare nuove forme, diverse e ora difficilmente prevedibili, se vorrà sopravvivere.

In una intervista al Corriere della Sera, alla domanda: “A che serve Instagram?”, Paolo ha risposto: “Ad avere un contatto immediato con il mondo. In realtà è una trappola formidabile per l’ego. Ci fa credere che sia importante ogni istante della nostra vita, incluso mangiare un sushi, del quale infatti postiamo la foto al volo”.
(Per l’intervista completa clicca qui)

Mai Twitter o Instagram faranno cambiare idea a qualcuno su qualcosa: rinsalderanno soltanto ognuno nelle proprie posizioni, in assenza di argomentazioni, di dialettica, di confronto. Un dialogo tra sordi che spesso si insultano o, nel migliore dei casi, degli esercizi di stile per riuscire a esprimere con una foto o con poche parole, nel modo più efficace possibile, con il sarcasmo più affilato o con le ovvietà più elementari, quanto si ha da dire. Ma è ormai giunto il momento di smettere di chiederci quanto l’uso dello smartphone, di Twitter e di Instagram ci disconnetta dalla realtà e cominciare a indagare che tipo di connessione alla realtà cercavamo, quando i vecchi mezzi che utilizzavamo ci sono a un tratto sembrati obsoleti. La realtà, infatti, oggi è rappresentata da Instagram e da Twitter, inutile rimpiangere i bei tempi andati dei comizi in piazza e del confronto faccia a faccia tra politici ed elettori. Dobbiamo fare i conti con i social, con una politica asservita ad essi e con un uso sempre più spregiudicato delle fake news.

Un capitolo si intitola “Snobismo”. Instagram offre la possibilità a tutti di mettersi al pari di personaggi famosi. Essere su Instagram e avere un “cuore” da un personaggio famoso, anche solo nel nostro commento ad una sua foto, ci fa sentire importanti. Ecco allora che spesso la persona “cuorata” se ne vanta con i propri follower. Ehi, guardatemi tutti, Pinco Pallo ha cuorato il mio post e ha addirittura risposto ad un mio commento.
Si crea uno stato illusorio in cui un individuo si sente importante e valorizzato da un “cuore” o un “like” o un repost. Il tutto con ben poca fatica: sono stati sufficienti una foto, un filtro, qualche parola (spesso ignorata) e qualche #hashtag.
Ed ecco che inizia la ricerca spasmodica alla prossima foto che possa dare una nuova botta di energia al proprio ego.

Instagram istiga atteggiamenti imitativi, un caposaldo dello snobismo. Gli snob copiano servilmente le persone di cui invidiano la nascita, la fortuna o la coolness, non hanno il coraggio di fidarsi del proprio giudizio personale, desiderano solo quello che altri desiderano, più le distanze si avvicinano virtualmente, come su Instagram, più lo snobismo le ingigantisce nell’immaginazione: così lo snob cerca di adeguarsi su Instagram al lessico e alle immagini dei leader. Di Instagram fanno parte gli esibizionisti che vogliono mostrare al mondo la loro (supposta) felicità e postano foto di viaggi esotici, di vita familiare realizzata, di amici importanti; quelli che lo usano per mandare messaggi ad altri che solo loro capiscono; quelli che cercano faticosamente di costruirsi un’identità attraverso un mosaico di immagini che finirà inevitabilmente per rivelare la loro anima fragile e frammentata. Poi ci sono i cinici che si aspettano da Instagram un qualche vantaggio.

E ancora:

Come la moda, Instagram distingue gli individui mentre li integra, eleva quelli di condizione sociale più bassa facendo leva sull’apparenza e ridimensiona i ricchi e i privilegiati, facendoli sembrare partecipi delle comuni tendenze: ogni parvenza di conflitto tra gli individui è eliminata (o indebolita) mentre dà l’impressione che le relazioni sociali non siano altro che dominate dal materialismo, dal consumo e dallo sfoggio competitivo.

Sapremo nei prossimi anni come si evolverà la comunicazione social, Instagram compreso, e allora potremo verificare se le ipotesi di Paolo Landi troveranno conferma o meno. Nel frattempo vi lasciamo alla colonna sonora.

Paolo ha collaborato con Read and play offrendoci la sua personale selezione musicale per Instagram al tramonto. Ci spiega le sue scelte musicali con queste parole:

Al tramonto Instagram ha una impennata di like: tutti, in tutto il mondo, fotografano il sole che cala.
I mosaici di Instagram si tingono di rosso, di rosa, di arancione. Ed è bello, al tramonto, ascoltare le musiche che mi hanno accompagnato mentre scrivevo questo libro.

Editore: La Nave di Teseo

Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/7KbMZfPLn5GiCntegByGrx?si=fUuWgv3sQaW2YD1crPdeBA

La colonna sonora di “Instagram al tramonto” di Paolo Landi
  1. Rhapsody in blue – George Gershwin
  2. Metamorphosis: two – Philip Glass
  3. Listening wind – Talking Heads
  4. Sono passati i giorni – Tito Schipa Jr.
  5. Two suns in the sunset – Pink Floyd
  6. Guarda che luna – Fred Buscaglione
  7. O Supeman – Laurie Anderson
  8. Blue – Joni Mitchell
  9. Knee play 5 from Einstein on the beach – Philip Glass
  10. It’s a perfect day – Carla Bruni