di Malusa Kosgran – https://www.facebook.com/malusakosgran/
Ho incontrato Davide Morresi al Book Pride di Milano, lo scorso marzo.
Ero allo stand di Bookabook, Davide si è fermato, ha guardato la copertina di “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo”, che non era ancora stato distribuito nelle librerie, ma che era comunque in bella mostra e in anteprima per la fiera di Editoria indipendente milanese. Roberta Lucaccini gli ha raccontato la trama, gli ha svelato l’origine del titolo ed è riuscita a incuriosirlo: da brava editor, Roberta conosceva bene Antonio Di Pinto e la sua famiglia, e glieli ha presentati benissimo.
A un certo punto Davide le ha chiesto: “C’è musica, nella storia?”; io mi sono presentata e gli ho risposto di sì.
Credo che la colonna sonora faccia parte di ogni romanzo, tanto quanto la descrizione dei luoghi, la fluidità dell’intreccio, la connotazione emotiva dei personaggi e la naturalezza e plausibilità dei loro dialoghi: in un certo senso, scrivere è estraniazione, dal momento e da sé stessi, per reinventarsi in un’altra persona e in un altro tempo; qualcuno che magari non esiste realmente, ma che è perfettamente reale e intimo nella testa di chi scrive, e che deve farsi conoscere ed essere sempre coerente con sé stesso per risultare credibile a chi legge. I momenti di estraniazione non capitano solo agli artisti o ai creativi, ma accadono a tutti – mentre si medita, ci si allena, si cucina – e continuamente. In quei momenti, quando la mente è libera di spostarsi dove si sente più a suo agio, per rilassarsi, a me capita di ascoltare musica. A volume basso, alto, in loop. E se la musica non esce da un dispositivo, è comunque nella mia testa. E la canticchio. A volte non so staccarmene, e qualcuna mi gira in mente per ore. Magari non mi fa dormire. Se si tratta di una canzone che ho scelto per colorare un momento dell’intreccio, il testo e la melodia ne diventano una parte fondamentale. Come la corteccia di un albero.
La trama, prima di proseguire la trama!
Smemorato, perduto, morto o in fuga? Nessuno sa cosa sia successo ad Antonio Di Pinto, agricoltore biscegliese ultrasessantenne scomparso all’improvviso. Mentre le indagini ufficiali procedono a rilento, la famiglia si raccoglie in un’attesa composta, ma disperata. Per scoprire che fine ha fatto l’uomo che moglie, figlie, sorelle, nipoti e operai credono di conoscere è necessario riportare le lancette dell’orologio a molti anni prima. Nella Milano degli anni Sessanta, Antonio è Antonino, un piccolo uomo di appena dieci anni mandato a guadagnarsi il pane nel capoluogo lombardo. Tra le luci della città, la fatica del lavoro e il freddo pungente gli fanno compagnia i sogni di gloria. Uno su tutti: diventare un grande campione di ciclismo come Fausto Coppi.
“In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo” è ispirato a più storie vere.

Ora possiamo tornare al Book Pride.
Davide ha comprato il romanzo e mi ha parlato del suo progetto ormai prossimo al lancio sul web. Ci siamo scambiati i contatti e, qualche giorno fa, ci siamo risentiti: lui ha scovato la top ten di “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo”; io ho aggiunto altri quattro brani. Le canzoni che non troverete nel libro sono quelle che ho cantato durante la stesura, o meglio, le stesure del romanzo. A volume basso in studio, a volume alto in testa, e in loop… dalla prima bozza.
Editore: bookabook
Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/4gWtHsxEKzsYh1yT8cWfYp
- Bifolco – Nobraino
- Primavera – Luca Carboni
- Il re – Jovanotti
- Primavera – Marina Rei
- Piove (Ciao ciao bambina) – Domenico Modugno
- L’albero – Jovanotti
- La bella la va al fosso – Nanni Svampa
- La terra di diamanti – Nino Buonocore
- Il giardiniere – Niccolò Fabi
- Favola – Eros Ramazzotti
- Coppi – Gino Paoli
- El portava i scarp del tennis – Enzo Jannacci
- Non so dir ti voglio bene – Natalino Otto
- Ad esempio a me piace il Sud – Rino Gaetano