di Eleonora Pizzi
È la prima volta che succede, e come tutte le prime volte, è destinata a restare nella memoria.
Un capitolo intero comicissimo, roba da lacrime e paresi facciale in posizione di ridarola, tutto il corpo ossigenato in quel modo entusiastico che solo una risata è capace di provocare, i muscoli tesi in un riso di pancia da così tanti minuti che credi di non riuscire mai più a ritornare seria, e infatti, nelle ultime cinque righe di quel capitolo che sono come l’impatto della Williams di Ayrton Senna contro il muro della curva del Tamburello a Imola, non ci riesci, a ritornare seria subito. Rileggi le cinque righe con quella paresi sorridente che si fa ghigno di incomprensione man mano che capisci che invece sì, avevi capito giusto, l’impatto c’è stato eccome, respiri spezzando il ritmo sussultorio delle risate mentre lo stridìo tra quello che leggi e quello che provi ti stordisce sempre di più. Tiri il freno a mano e vai in testacoda, con la testa che gira ancora volti pagina e prosegui la storia, accompagnata da uno stato d’animo appiccicoso che si scollerà solo quando, molte pagine avanti, Fabio Genovesi inverte il processo: da un capitolo amaro come l’essenza di genziana, sempre in una manciata di righe, si sbatte la faccia contro la maggior felicità possibile su questa terra.
Per Fabio, il bambino protagonista di questo romanzo ambientato negli anni ‘70 nell’alta Toscana lambita dal Tirreno e incalzata dalle montagne, il mare dove non si tocca è la metafora del passaggio dalla dipendenza all’indipendenza, e di questa conquista è orgogliosissimo perché il suo babbo l’ha iniziata e lui, tutto da solo, l’ha portata a compimento, proprio così come dovrebbe avvenire ogni processo di crescita.
La rada musica che attraversa il romanzo è in simbiosi con gli eventi della storia: canzoni di Natale per il famigerato capitolo della gara dei presepi; Julio Iglesias a esaltare le doti grottesche del maestro di tennis-tombeur de femmes-persecutore di poveri bambini innocenti che nemmeno ci volevano andare, a tennis; la figura di Little Tony a cui il babbo di Fabio assomiglia e si confonde nella sua grandezza riflessa negli occhi di un bimbo, che vedono solo attraverso il filtro di una verità feroce a cui tutti si cerca di sopravvivere.
Editore: Mondadori
Ascolta la colonna sonora: playlist Il mare dove non si tocca – Fabio Genovesi
- La canzone del marinaio – Little Tony
- La calle de la desilusión – Inti Illimani
- Bianco Natale
- Astro del Ciel
- Sono un vagabondo – Julio Iglesias
- Manuela – Julio Iglesias
- La donna che voglio – Julio Iglesias
- Symphony No. 25 in G minor, K. 183: 1. Allegro con brio – Wolfgang Amadeus Mozart
- Symphony No. G minor, Op. 67: 1. Allegro con brio – Ludwig Van Beethoven
- Aprite le finestre – Franca Raimondi