di Davide Morresi
Gianluca Morozzi ci ha abituato a una scrittura snella e vivace. Ci ha abituato a dialoghi divertenti e vicende ironiche. A personaggi iconici e definiti. Ci ha poi abituato a Bologna, la sua amata Bologna. E a una serie infinita di riferimenti musicali e non.
Ecco, nel suo ultimo romanzo, Il libraio innamorato (Fernandel), questi ingredienti ci sono tutti.
Chi è il libraio innamorato?
Alessio Barbieri, bolognese doc. La sua libreria si chiama Camere separate (Tondelli, ti vogliamo bene!). A millequattrocento dalla sua c’è un’altra libreria, quella dove lavora Monica, originaria dell’Abruzzo ma libraia a Bologna, di cui Alessio è segretamente innamorato. I due sono soliti incontrarsi nelle osterie di Bologna, presentissima lungo tutta la narrazione, e passare il tempo chiacchierando di libri, storie… e delle singolarità di alcuni clienti, alcuni dei quali così eccentrici da sembrare pazzi.
Così scopriamo che da Alessio va un tipo che vaga tra gli scaffali, scompare per trenta minuti, poi si presenta quasi con imbarazzo alla cassa, afferra il primo libro che gli capita, lo paga ed esce. E da Monica passa abitualmente una tipa che entra, chiede di romanzi che non esistono, di cui ricorda le trame ma non i titoli. Quei romanzi, puntualmente, verranno pubblicati un anno dopo.
Nella storia compaiono poi altri due personaggi: una scrittrice di romanzi erotici con problemi economici che trova un singolare modo di fare soldi: farsi guardare i piedi mentre scrive; e uno scrittore di successo che ha perso la vena creativa da tempo e non sa come fare per accontentare le richieste del proprio editore.
Storie apparentemente distanti tra loro ma accomunate da una narrazione che ci spinge a continuare.
Morozzi stuzzica la curiosità in modo più che palese. Si rivolge ogni tanto al lettore e dice: “Eh, lo so che vorresti saperne di più, ma devi pazientare, fidati di me. Esatto, io ti consiglio vivamente di andare avanti con la lettura, perché tutto verrà spiegato, ma ogni cosa ha bisogno del suo giusto tempo”.
E, in effetti, in un gioco di incastri degno del più difficile Tetris, tutte le caselle andranno al loro posto.
Riferimenti letterari e cinematografici
Tante le citazioni e i riferimenti a opere di letteratura. D’altronde, il protagonista è un libraio, la sua amata idem, e tra i personaggi ci sono i frequentatori delle due librerie e due scrittori. Insomma, non poteva essere altrimenti. Ecco allora che compaiono numerosi scrittori e opere, dal già citato Pier Vittorio Tondelli, ad Anna Karenina, da Mucchio d’ossa di Stephen King a Madame Bovary… solo per nominarne alcuni.
Anche i riferimenti a film sono numerosi, ma un posto particolare va dato a Woody Allen. Ci sarebbe da prendersi un paio di settimane di libertà per vedere tutti i film menzionati in questo libro.
Il trascorrere del tempo lui lo calcolava in base ai dischi e ai film di Woody Allen. (A parte Tre uomini e una gamba, ovvio. Ma quando in Italia era uscito Harry a pezzi, nel febbraio del ’98, L’assedio era già stato consegnato alle poste da quasi un mese.) Così, tra Alice e Ombre e nebbia, nel periodo di Nevermind e del concerto dei Nirvana al Kriptonight di Baricella – a meno di mezz’ora d’auto da Bologna – Saturno Scerbanenco era entrato nel suo periodo di bulimia creativa.
La musica ne Il librario innamorato
Nella citazione sopra fa capolino Kurt Cobain. Anche la musica è ben presente in questo libro. Troviamo menzionati Afterhours, Radiohead, Europe, Pearl Jam, De André…
Anche quando cita la musica, Morozzi lo fa strizzando l’occhio a Bologna: ecco allora Dandy Bestia degli Skiantos che appare in una targa e una musicassetta di Luca Carboni che gira nello stereo. La città è una presenza costante: le vie, le osterie, i cibi. La troviamo anche nelle interconnessioni che Morozzi crea tra i vari riferimenti, come quando tira in ballo il romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, che, anch’esso ambientato a Bologna, del capoluogo emiliano, così come della narrativa musicale, è romanzo cult:
Intorno alla quindicesima rilettura aveva iniziato ad abbinare l’ascolto delle canzoni citate da Brizzi, in ordine di apparizione, da (White Man) in Hammersmith Palais dei Clash, pagina 20, fino a Sayonara dei Pogues, pagina 170.
Insomma, tutto in perfetto stile Read and Play.
La playlist con tutte le citazioni musicali: Il librario innamorato – Gianluca Morozzi.
La tracklist
- Kinotto – Skiantos
- (White man) in Hammersmith Palais – The Clash
- Sayonara – The Pogues
- No surprises – Radiohead
- Male di miele – Afterhours
- Something in the way – Nirvana
- The final countdown – Europe
- Gli autobus di notte – Luca Carboni
- Last kiss – Pearl Jam
- Every breath you take – The Police
- Un giudice – Fabrizio De André