di Ezio Sinigaglia
Nota della Redazione:
Modus Legendi è un’iniziativa nata nel 2016 sul gruppo Facebook “Billy – Il vizio di leggere” con lo scopo di portare in classifica nazionale libri di qualità che normalmente non riescono a farsi notare a sufficienza.
Eclissi di Ezio Sinigaglia è il libro Modus Legendi 2020.
Potete trovare maggiori info qui: https://www.moduslegendi.it/

Questo articolo fa parte del blogtour sensoriale a sostegno di Modus Legendi 2020, ai quali partecipano i blog:
Librarte
Chic After Fifty
Desperate Bookswife
Chili di libri
In Eclissi non c’è alcun riferimento esplicito alla musica, o meglio: ce n’è uno solo, reso molto significativo dall’aggettivo “innocua” che l’accompagna. Si trova nella pagina in cui, dopo cena, Akron e Mrs Wilson escono dal ristorante diretti a un pub dove sedersi a conversare: fra le caratteristiche positive del locale da loro scelto figura il fatto che “diffondeva a basso volume un’innocua musica ambient” (p. 29). Il lettore non dovrebbe restare sorpreso da questo capovolgimento dell’idea di musica (qualcosa da sopportare obtorto collo, scegliendo la meno dannosa possibile), perché siamo ormai al quarto capitolo e l’handicap del protagonista è già stato svelato dalla voce narrante e commentato non senza ironia più di una volta: Akron è quasi completamente sordo dall’orecchio sinistro e, come molti vecchi, preferisce tenere nascosta la sua debolezza. Così, da una parte, fa di tutto per dissimularla (fa sempre in modo, ad esempio, di trovarsi a sinistra di Clara, così da offrirle l’orecchio destro, “l’unico buono”) e, dall’altra, attribuisce un’importanza inconsueta a tutti i suoni e a tutti i rumori.
Di conseguenza, se la musica è assente in Eclissi, l’orecchio è invece presente un po’ dappertutto, e l’udito riesce ad accaparrarsi uno spazio sorprendentemente esteso in un romanzo in cui, per ovvie ragioni sia di ambientazione (il dominio della natura selvaggia) sia di narrazione (scopo del viaggio di Akron è vedere l’eclissi), la vista regna sovrana. Si pensi ad esempio alla precisione con cui il protagonista riesce a isolare le caratteristiche fonetiche dell’inglese parlato dagli isolani (p. 10) e in particolare il fenomeno dello scambio fra S sorde e sonore (p. 16). Oppure alla cooperazione di vista e udito nel non facile dialogo con il distributore automatico di sigarette (pp. 39-40). O ancora all’attenzione prestata, sul peschereccio che ha appena gettato l’ancora, ai “piccoli suoni che accompagnano sempre sul mare il silenzio apparente” (p. 93) e al modo in cui questi stessi suoni familiari si mostrano, nella mutata atmosfera di p. 98 (quasi al colmo dell’eclissi di Sole), “frantumati e stranieri”.
Questa assidua presenza della “rumoristica” nelle pagine di Eclissi costituisce una delle due ragioni per cui, nella scelta dei pezzi della mia colonna sonora, la musica contemporanea (“classico-contemporanea”, diciamo, per uscire da ogni possibile equivoco) è così preponderante.
L’altra ragione è rappresentata dall’importanza cruciale e – direi – dalla presenza a tratti quasi schiacciante del cielo stellato nella tessitura stessa della storia, dal principio alla fine. Con il suo paradossale connubio di semplicità e complessità, con la sua vastità errabonda e priva di ancoraggi tonali, con la sua fusione inesplicabile di primordiale e iper-tecnologico, la musica contemporanea ha sempre suonato al mio orecchio di non musicista come l’armonia disarmonica del cosmo, come il canto di un radiotelescopio puntato sulle più lontane galassie non per vederle, bensì per udirne i sibillini richiami.
Due soli pezzi fanno eccezione: l’andantino della grande Sonata in La maggiore di Schubert, che considero la più meravigliosa e sinistra evocazione della violenza con cui il Male si abbatte sulla culla stessa della fanciullezza, spezzandone per sempre il melodioso ondeggiare (è, si parva licet, il tema del capitolo 5), e una canzone dei Beatles che mi è sembrata particolarmente adatta ad accompagnare qua e là l’evolversi del rapporto fra Akron e Clara (un settantenne e un’ottantenne nella cui giovinezza i Beatles hanno certo cantato sovente) e il parallelo miglioramento della situazione meteorologica, dove il sole (un pallido, tiepido sole d’inverno, tanto gradito alla pelle dei vecchi) fa capolino fin dal giorno che precede l’eclissi.
Il pezzo di Sara Caneva si ispira a Eclissi (il suo stesso titolo, Night is Night, è una citazione da p. 93) ed è quindi specialmente adatto a fare da sfondo, con i suoi suoni-rumori, a uno o a più d’uno dei “notturni” del romanzo. (questo brano è linkato su Soundcloud perché non presente in Spotify)
Per il resto l’ordine di ascolto dei pezzi è abbastanza flessibile, ma abbinerei con una certa decisione la “Storiella” di Prokofiev (di facile comprensione ma, mi dicono, di difficile esecuzione) ai due lunghi indiretti liberi di Mrs Wilson che hanno per argomento le eclissi (capitolo 3 e pp. 31-33 del 4), il salmo di Bernstein alla cattedrale scoperchiata del capitolo 7 e il “firmamento” di Battistelli (da Youtube), con la sua sotterranea pulsazione ritmica che sembra spingere come una sommessa voce narrante verso una conclusione, allo scioglimento finale.
Editore: Nutrimenti
Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/4a5p3KFT6CXlJw4PWmAvor?si=Cry8m0VyQYynv5ttZg6jXA
- Gurre-Lieder / 1. Preludio orchestrale – Arnold Schönberg
- Musica per bambini, op. 65, 3. Storiella – Sergej Prokofiev
- Night is night (estratto) – Sara Caneva: https://soundcloud.com/saracaneva/sara-caneva-night-is-night-excerpt
- Como un ola de fuerza y luz: Beginning – Luigi Nono
- Sonota per pianoforte m. 20 in La maggiore D.959, 2. Andantino – Franz Schubert
- Spiegel im Spiegel per violoncello e pianoforte – Arvo Pärt
- Chichester Psalms, Adonai ro-I – Leonard Bernstein
- Here comes the sun – The Beatles
- Le marteau sans maître, 2. Commentaire I, 4. Commentaire II – Pierre Boulez
- Il y a un firmament – Giorgio Battistelli, Officina musicale italiana: https://www.youtube.com/watch?v=ouPMUFVLKxw