di Martina Occhialini
Irriverente/divertente/spiazzante: Ammaniti per me è così.
Vi sembrerà una stronzata ma secondo me la disposizione dei locali non è casuale, ha un senso profondo, una logica nascosta. Qualcuno, non so chi, li ha disposti così. Con una strategia che non capisco.
Nonostante abbai scritto libri ben più conosciuti, penso che le sue opere meno famose siano le più geniali: come in questo caso. Il libro è dei primi anni ’90 e ne coglie in pieno l’atmosfera, anche se poi verrà leggermente rivisto alla fine dello stesso decennio per ridimensionare “certe ossessioni, certe fissazioni ittiche che ricorrevano un po’ troppo”.
La storia stessa del libro, pubblicato all’inizio da un piccolo editore, e poi circolato grazie al passaparola come testo clandestino, ricalca un po’ la storia narrata: partenza in sordina per un crescendo vertiginoso. L’assurdo della vita di un eroe (molto umano) ridotto a ovvia routine.
Un libro da leggere su piani paralleli, in quanto la divertente vicenda narrata presenta, sempre con brio e leggerezza, critiche e riflessioni su vari temi, anche seri. In fondo è pur sempre una storia di formazione di un eroe!
Ottimo per una vacanza tardiva, anche da fare semplicemente sul divano.
Editore: Einaudi
La soundtrack
La colonna sonora del libro è psichedelica, come la storia stessa. Chi conosce Ammaniti non si stupirà di trovare accompagnamenti musicali quantomai paradossali alle scene narrate. Un esempio su tutti: Claudio Baglioni in uno sperduto villaggio indiano alle pendici di una montagna.
Ne risulta un sapiente mix di brani più o meno noti che sicuramente non sono stati scelti a caso. Sembra emergere infatti una certa cura riservata alle citazioni musicali presenti nel libro, così come per l’intreccio degli eventi.
Avevo le allucinazioni. Credevo di essere uno dei Bee Gees, non so se avete presente quello piccoletto e stempiato, e ho cominciato a cantare Tragedy in falsetto.
A fianco di precise citazioni di canzoni si trovano estratti del testo, ma ben più comuni sono i rimandi a gruppi e musicisti, che nella tracklist sono presenti con alcune delle loro canzoni più famose.
Il libro si divide in tre parti, a seconda del luogo che fa da sfondo alla storia. Dato lo sviluppo cronologicamente lineare del racconto, anche la playlist può essere tripartita: Roma (brani 1-8), Nuova Delhi (brani 9-21) e “il castello” (brani 22-31).
Ascolta la soundtrack: Branchie – Niccolò Ammaniti
Tracklist
- This is a film – Iggy Pop
- Bella senz’anima – Riccardo Cocciante
- Apparently nothin’ – Young Disciples
- People everyday – Arrested Development
- Upside down – Diana Ross
- Think – Aretha Franklin
- Finger poppin’ time – Hank Ballard & The Midnighters
- Der Kommissar – Falco
- Tragedy – Bee Gees
- Opening – Philip Glass
- ‘Round midnight – Thelonious Monk
- Hallelujah junction: 1st movement – John Adams
- In a landscape – John Cage
- G-song – Terry Riley
- Su di noi – Pupo
- I like Chopin – Gazebo
- Blue moon – Fausto Papetti
- La bamba – Los Lobos
- Self control – Raf
- A Berlino…va bene – Garbo
- Fuel – Metallica
- Applausi – Camaleonti
- A cimma – Fabrizio De André
- Last nite – Terje Ripdal
- Variazioni di Goldberg in Bwv 988: variazione 11
- Questo piccolo grande amore – Claudio Baglioni
- Nothin’ but a good time – Poison
- Ramble tamble – Creedence Clearwater Revival
- Le quattro stagioni, inverno I – Antonio Vivaldi
- I giardini di marzo – Lucio Battisti
- I was made for lovin’ you – Kiss