di Luca Brecciaroli
Ho ripreso in mano Blu quasi trasparente, opera prima di Murakami Ryū, dopo oltre 25 anni dalla prima volta che lo lessi. In realtà ero convinto di aver letto un altro suo libro, Tokyo decadence: mi sono quindi cimentato nella lettura con sincera preoccupazione data la materia del libro, che al tempo fu un vero e proprio choc. Dopo un po’ ho ricollegato alcuni passaggi e mi sono ricordato che avevo letto anche questo, i due libri sono abbastanza affini per tematiche e stile e gli anni trascorsi erano davvero parecchi…
Leggere Blu quasi trasparente da ragazzo, negli anni Ottanta, fu davvero scioccante: anche se può sembrare strano oggi, al tempo l’impatto con questa storia estrema in tutto e per tutto fu davvero notevole. Bisogna necessariamente tenere conto che all’epoca non c’era internet e del Giappone conoscevamo solamente i cartoni animati e i robot… Entrare in contatto con un Giappone decadente, sessualmente molto esplicito, tossico e depravato, disperato ed estremo, fu davvero un’esperienza.
Rileggere oggi questo libro, con gli occhi e la conoscenza che si ha del Paese del Sol Levante nel 2020, è un’esperienza decisamente differente, di sicuro molto meno scioccante e anche meno coinvolgente. Direi che per avere un’esperienza di lettura significativa, sia necessario non scindere il libro dall’anno in cui è stato scritto, tenendo conto che sono passati quasi 45 anni e nel frattempo il mondo è molto cambiato. Solo in questa maniera si può cogliere un interesse quasi documentaristico di quest’opera che ha aperto una breccia importante, creato scandalo e reso un po’ più noto quello che era allora un Paese misterioso e sconosciuto agli occidentali come il Giappone, noto a malapena tramite i racconti esotici di Terzani o Maraini. Approcciare una tale lettura in questa maniera, ai limiti della ricerca storica, rende a modesto avviso di chi scrive ancora godibile una lettura che altrimenti ha perso, dopo oltre 40 anni, la sua carica dirompente e scandalosa.
Nelle opere di Murakami Ryū non c’è alta letteratura, la sua potenza è quasi esclusivamente nel creare scandalo, nella descrizione di uno squallore e di una vita indolente da lost generation. Viene quasi spontaneo accostare questo libro alla Christiane F. di berlinese memoria: anche in quel caso un’opera tutt’altro che di alta letteratura né di innovazione stilistica, eppure tutti noi oramai entrati negli “anta” ce lo ricordiamo, eccome. Come I ragazzi dello zoo di Berlino, anche in questo caso si è di fronte a un’opera di forte impatto, non letterario ma sociale, che rende spettatori della vita di ragazzi ai limiti e ai margini della società, persi tra droghe, sesso e assenza di futuro, tra indolenza e incapacità di affrontare la vita.
La colonna sonora
Ascolta la colonna sonora: Blu quasi trasparente – Murakami Ryū
La luce si è spenta. Sento i rumori che fanno Okinawa e Reiko spogliandosi. Il volume della musica è aumentato. Soft Parade dei Doors, nelle pause tra le canzoni mi arrivano alle orecchie fruscii di sfregamenti contro il tappeto e i gemiti soffocati di Reiko.
La musica è pienamente parte delle gesta, o meglio delle non gesta, quotidiane dei ragazzi protagonisti di Blu quasi trasparente. Tante le canzoni esplicitamente citate nel racconto che fanno da sottofondo ad alcuni momenti della narrazione. Quasi tutta la musica è rock classico statunitense, quello dei ’70, niente di differente da quello che avrebbero potuto ascoltare i loro coetanei occidentali sul finire degli anni Settanta. Ed ecco quindi Janis Joplin, Rolling Stones e soprattutto The Doors, ben presenti e alquanto adeguati alla narrazione, scandendo in particolare i momenti più tossici e lisergici.
Editore: Atmosphere libri
La tracklist
- The soft parade – The Doors
- Time is on my side – The Rolling Stones
- White bird – It’s a beautiful day
- A certain smile – Ted Greene
- Left alone – Mal Waldron
- Wild horses – The Rolling Stones
- Samba de Orfeu – Louis Bonfa & Toots Thielemans
- Sunshine day – Osibisa
- Get up offa that thing – James Brown
- When the music’s over – The Doors
- Me and Bobby McGee – Janis Joplin
- The crystal ship – The Doors
- I’m easy – Boz Scaggs
- Domino – Van Morrison
- Que sera, sera – Doris Day