di Cecilia Gariup
Beauregard mise in moto il pick-up, ma prima che potesse inserire la marcia Javon gli fece una domanda che lo fece arrestare. Era una domanda che si aspettava, prima o poi. Per certi versi, aveva senso che gliela facesse ora, dopo che il suo sangue Montage si era palesato così spettacolare.
“Che fine ha fatto tuo padre?”, gli chiese.
Virginia del Sud, giorni nostri. Giorni caldi, polverosi e difficili. Il passato torna a bussare alla roulotte di Bouregard “Bug” Montage, nel momento meno opportuno, uno di quei momenti in cui tutto va male. Eppure Bug, ormai, dovrebbe essere abituato al fatto che le cose non girino per il verso giusto. La vita non gli ha mai regalato nulla, tutto quello che ha se l’è preso da solo, con ogni mezzo a sua disposizione.
Deserto d’asfalto, recentissimo thriller dello scrittore americano S.A.Cosby, uscito in Italia nel 2020 per Nutrimenti, mescola sapientemente il ritmo incalzante della migliore narrativa noir odierna, con alcuni elementi che lo rendono, a tutti gli effetti, un romanzo dal sapore “antico”.
Bouregard Montage si trova infatti a pagare e perpetrare le colpe del padre, come nella più classica delle tragedie greche, e stesso destino pare che stia per capitare anche ai suoi figli.
“Mio padre? Mio padre era come un temporale in un mondo di brezze leggere. Ha affrontato la vita sempre così. E mi ha cresciuto allo stesso modo”.
Javon aprì la bocca come se volesse fare un’altra domanda, ma poi la richiuse e si voltò verso il finestrino.
Il modo di essere padri, nel bene e nel male, è il perno attorno cui ruotano tutte le vicende narrate in questo libro. La paternità vissuta come una responsabilità, in questi tempi così incerti; la preoccupazione di non fare mai abbastanza per i propri figli; il dolore di vederli crescere dovendo fare delle rinunce e la rabbia profonda di una grossa fetta della popolazione americana, quella di origine africana, che ancora non si vede integrata nella società.
Su questo versante, Deserto d’asfalto può ben inserirsi nel filone della letteratura contemporanea americana sugli ultimi delle periferie, sulla grande umanità che popola questo vasto territorio ormai disillusa dal grande sogno divenuto solo una chimera.
Ed è su quel pericoloso crinale che Cosby, in maniera decisamente sapiente e astenendosi completamente dal giudizio, ci presenta tutte le sfumature e le contraddizioni di un personaggio che si costruisce da solo la sua personale concezione di bene e male. La vita di Bouregard, le cui zone d’ombra vengono solo parzialmente illuminate dall’amore famigliare, segue i suoi principi morali saldissimi: per il bene dei propri cari, tutto è lecito!
La musica in Deserto d’asfalto
Ascolta la playlist su Spotify: Deserto d’asfalto – S.A. Cosby
All’interno del libro la musica solitamente è quella che esce da un’autoradio. Bouregard infatti è titolare di un’officina e il suo legame con la strada e i motori è uno dei suoi tratti più distintivi. Lui si sente vivo quando l’adrenalina della guida spericolata gli entra in circolo nel sangue. E, al pari di una droga, questa sensazione di onnipotenza gli impedisce di riflettere in maniera lucida e oggettiva sulle sue scelte.
Spinse il furgone a centodieci e puntò la rampa. Poi lo sentì. Era la prima volta che lo sentiva quella sera. Lo sballo, l’adrenalina, il rapporto simbiotico tra uomo e macchina. Le vibrazioni assordanti che risalivano dall’asfalto attraverso le ruote e il sistema di sospensione come il sangue che scorreva nelle vene fino a raggiungere le sue mani. Il motore gli parlava nella lingua dei cavalli e dei giri al minuto. Gli diceva che desiderava correre.
Il brivido era finalmente arrivato.
La musica citata è rigorosamente musica “nera”, quando aiuta a costruire i contorni di una scena in cui i protagonisti sono Bouregard e i suoi. Ma l’antagonista, il personaggio che riporterà indietro Bug costringendolo a fare i conti col passato, è Ronnie, un vecchio socio in affari loschi, un bianco con la passione per Elvis.
Deserto d’asfalto è in procinto di diventare un film per il grande schermo. Nell’attesa di ascoltarne la soundtrack possiamo accompagnarne la lettura con i brani citati al suo interno.
Tracklist
- Money honey – Elvis Presley
- Feels like rain – Buddy Guy
- Let’s stay together – Al Green
- Shake, ruttle and roll – Big Joe Turner
- Regulate – Warren G, Nate Dogg
- Ante Up – MOP
- Mind playing tricks on me – Geto Boys
- Blue Suede Shoes – Elvis Presley
- Wham – Stevie Ray Vaughan
- Born under a bad sign – Albert King
Con la consapevolezza che questo è un libro perfetto per la trasposizione cinematografica, tanto da sembrare un copione già scritto, ve ne consiglio nel frattempo caldamente la lettura. La narrazione, al contempo cruda e poetica, illuminata qua e là da picchi di lirismo lessicale ed emotivo, vi terrà incollati alle pagine!