Tutto l’amore che manca – Massimo Anania

di Gabriella Femia


Sei seduto a terra, nudo, davanti a uno specchio spietato che riflette un’immagine che non conosci. Siete due statue identiche che stanno per prendersi a cazzotti dopo anni di guerra fredda. Quelle parole ti hanno toccato nel profondo e hai deciso che devi dare una svolta alla tua vita. Serve un taglio netto a tutto senza nessuna pietà, nessuna speranza e nessuna alternativa.

Pino ha quarant’anni che ha perso il suo ennesimo impiego; il supermercato in cui lavorava ha chiuso senza nemmeno avvisare i dipendenti, i quali non sanno se saranno pagati, se avranno un Tfr e, cosa più importante, se potranno riavere il loro lavoro. Pino si sente smarrito, l’ennesima delusione della sua vita, un buco nell’acqua esattamente come lo è stato Isabella, l’amore di gioventù che ha perso vent’anni prima, a cui pensa in continuazione nonostante le tante donne che gli hanno sempre girato intorno e nonostante una convivenza, finita da poco anch’essa.
Si sente vuoto, si sente male, è in analisi sperando che lo strizzacervelli (così lo chiama lui) lo aiuti a lenire questo malessere. Ma lui con lo strizzacervelli ci litiga pesantemente e dal suo studio esce con un pensiero fisso: la sua vita deve cambiare. Si sente forte, ha tirato fuori il carattere e vuole riappropriarsi del proprio essere. Da solo.
Si mette d’impegno. Torna a casa e crea una lista di cose da modificare, a cominciare dal fumo: bisogna smetterla con le canne; poi il look, va trasformato, e c’è da trovarsi un altro lavoro e mangiare cibo sano. Ma la penna non scrive, si arrabbia e lascia perdere. Che senso ha fare una lista, in fondo? Allora si arrende, poi ci ripensa, ma decide di uscire e riprende come al solito: alcool, fumo, donne sconosciute. Ripensa nuovamente al fatto che non può continuare così quindi gli balena l’idea di cercare le sue origini: lui ha un cognome chiaramente del sud, Spartivento, da quel che ricorda in effetti i suoi nonni erano calabresi.

Ti laverai nell’acqua del mare nello stesso posto nel quale i tuoi avi sbarcarono provenienti dalla Grecia, costruirono capanne, coltivarono la terra e nei secoli eressero castelli, strade, monumenti e città. Sentirai le loro voci, ti diranno chi sei e da dove vieni, ti purificherai e riposerai sulle spiagge bianche mentre il sole imbrunirà la tua pelle accelerando il ricambio delle cellule morte.

Cerca sulla mappa e trova un paese con il suo stesso cognome, carica un borsone in macchina, parte velocemente, percorre alcuni chilometri e… eccola di nuovo la paura. Si ferma, inizia un monologo sul fatto che non è così che si superano i problemi e torna a casa. In fondo lui è una persona insicura, la paura fa parte della sua vita da prima che venisse al mondo, ha poche certezze tra cui il giro serale dei locali di Torino, l’alcool, il fumo, il cibo spazzatura.
Una di quelle serate prende una piega diversa: seduto al tavolino di un dehor improvvisato davanti un camion che vende panini con la porchetta, riceve come un’illuminazione dai vicini di tavolo, uno di loro afferma che per superare un problema devi ritornare nel posto in cui quel problema è nato. Così Pino parte per Amsterdam. Lì accadono tante cose, molte delle quali confuse, sono giorni di delirio in cui lui stesso si perde; nonostante questo Pino riflette, riesce a pensare, sa ragionare e fare un’analisi lucida della sua vita. Quella stessa vita che, appena rientrato a Torino, verrà sconvolta da una notizia: una compagna delle scuole superiori è stata ritrovata morta, mentre il fidanzato storico di Isabella, l’amore della sua vita, è scomparso nel nulla. Il suo paesino di origine è stravolto e lui ragiona sul fatto che a questo punto può tornare qualche giorno a casa sua a Bisenti, luogo che rappresenta la sua certezza, la sua sicurezza insieme a Isabella che ha sempre rappresentato il suo unico amore.
Ma in fondo nella vita si può mai essere sicuri di avere certezze? O forse, in alcuni casi, una vita rischiosa può fare meno danni di una piena di certezze e sicurezze?

Sei convinto che tutto andrà esattamente come deve andare, è inutile affannarsi, il destino ha già deciso e il karma è un guerriero feroce che ha sempre ragione.

Editore: Miraggi Edizioni

Perché leggere questo libro

Perché racconta le dispute interne dei “ragazzi” degli anni 70, il conflitto continuo tra avere successo nella vita e fallire; racconta di piccole storie di vita e del modo di reagire di ogni persona alle sue vittorie, ma, soprattutto, ai fallimenti. Le droghe leggere, l’alcool, i viaggi ad Amsterdam: per un’intera generazione sono stati un must, ma qui Anania li descrive guardando tutto da un’altra prospettiva: il pensiero del protagonista che, nonostante avesse il cervello offuscato riusciva a ragionare e capire quali fossero i sui punti deboli in un continuo perdersi e ritrovarsi.

L’autore

Massimo Anania nasce a Giaveno, in provincia di Torino, nel gennaio del 1975 in un ospedale che non esiste più. Organizza mostre di pittura, presentazioni di libri per biblioteche e librerie ed è il fondatore del Gruppo Artisti Inquieti composto da pittori, poeti e fotografi. Il nome del gruppo che ha fondato rispecchia molto il suo stile di scrittura. Con Miraggi Edizioni ha pubblicato “Autostop per la notte” e “Tutto l’amore che manca”.

La playlist

La soundtrack

La nostra colonna sonora si apre con un gruppo cult del rock: i Rolling Stones. Paint it, black tiene compagnia al protagonista mentre intraprende il viaggio verso Spartivento, le parole di Mick Jagger lo bloccano, la paura intrinseca nella sua vita riaffiora. Si ferma, ragiona, ha punte di delirio e torna indietro; reputa ciò che sta facendo un colpo di testa e riesce ad evitarlo.
Grazie all’assolo di Slash dei Guns N’ Roses in November Rain evita di comprare un cappello che in effetti non sta bene con la sua fisionomia; ma perché ha bisogno di un cappello? Perché in un momento in cui decide che deve cambiare tutto nella sua vita, compreso il look, si taglia i capelli, ma poi scopre di avere freddo. È una continua contraddizione come, secondo lui, lo è Tempesta di Malika Ayane, in cui musica e immagini del video non hanno nulla a che vedere l’una con le altre.
La musica lo accompagna costantemente nel soggiorno ad Amsterdam: The Doors con Love me two times, Janis Joplin con Down on me sono solo due delle canzoni che lo accompagnano i quei giorni offuscati dalla nebbia della droga e confusi.
Sempre durante un viaggio sarà la musica la sua compagnia con i Supertramp, ma questa volta si tratta del viaggio verso casa, verso le sue certezze: la sua famiglia e Isabella.

Ascolta la colonna sonora su Spotify: Tutto l’amore che manca – Massimo Anania

La Tracklist

  1. Paint it, black – Rolling Stones
  2. Manic Depression – Jimi Hendrix
  3. November Rain – Guns’n’Roses
  4. Tempesta – Malika Ayane
  5. Down on me – Janis Joplin
  6. Even in the quietest moments – Supertrump
  7. Love me two times – The Doors
  8. Goodbye Stranger – Supertrump
  9. Izabella – Jimi Hendrix

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