Trainspotting – Irvine Welsh

di Cecilia Gariup


Se provate a digitare su Google “film dell’anno 1996” ne uscirà un elenco tra i cui primi posti, un po’ su tutti i siti dedicati, troverete “Trainspotting”, il famoso e fantomatico film di Danny Boyle tratto dall’omonimo romanzo di Irvine Welsh. Ed io, a parlarvene, sono un po’ emozionata, perché nel 1996 avevo 15 anni e Trainspotting, volenti o nolenti, rappresentava allora, e continua a rappresentare oggi, un cult generazionale. Andai con gli amici al cinema, prendendo il treno per arrivare in città, e del film e delle vicende non ci capii poi tanto. Ciò che mi spinse ad andare a vederlo, dopo aver intercettato il trailer in televisione, fu senza dubbio la dirompente colonna sonora! Ora di anni ne ho quasi 40, e leggermi il libro di Trainspotting è stato un mix tra un bell’amarcord di gioventù e un pugno nello stomaco. Il tutto, però, come sempre, sostenuto da una lunghissima e pazzesca Soundtrack!

Editore: Guanda

Il podcast

La soundtrack

La musica durante la narrazione è immancabile: in ogni racconto, nei momenti di down o di up da eroina, nei dialoghi, come sfondo ad una scena. La colonna sonora è lunga e ricca, e differente da quella scelta per il film. Fondamentale è la presenza del punk, che ha segnato un’epoca, quella degli anni ’70 e ’80, e che costituiva l’espressione della controcultura giovanile che si ribellava, proprio come i nostri protagonisti, alla società consumistica. La musica, come la droga, all’interno della storia è evasione, è conferma di un altro mondo possibile, crea comunità e comunicazione, fa da collante al gruppo di disadattati.

Iggy Pop mi guarda dritto in faccia e canta: “L’America si droga per difesa psichica”; solo che invece dell’America lui dice Scozia, e basta quella sua frase del cazzo, pura e semplice, a chiarire quel che sono, molto meglio di qualunque altra cosa.

Ascolta la soundtrack: Trainspotting – Irvine Welsh

La tracklist

  1. Heroin – Lou Reed
  2. Heroin – The Velvet Undergorund
  3. You’re so vain – Carly Simon
  4. Golden Years – David Bowie
  5. I was made for lovin’ you – KISS
  6. Angel eyes (home and away) – Wet Wet Wet
  7. Alison – Elvis Costello
  8. I love a lassie – Sir Harry Lauder
  9. Banna strand – The Wolfe Tones
  10. James Connolly – The Wolfe Tones
  11. The boys of the old brigates – The Wolfe Tones
  12. Sunshine on Leith – The Proclaimers
  13. Neon forest – Iggy Pop
  14. Danny boy – Johnny Cash
  15. Roses of Picardy – The Platters
  16. New gold dream – Simple minds
  17. Joe’s Garage – Frank Zappa
  18. Forever in blue jeans – Neil Diamond
  19. Love on the rocks – Neil Diamond
  20. Beautiful noise – Neil Diamond
  21. Sweet Caroline – Neil Diamond
  22. Song sung blue – Neil Diamond
  23. The wanderer – Dion
  24. Jolene – Dolly Parton
  25. Rolling down the river – Kimber’s man
  26. Save the last dance for me – The Drifters
  27. Sultans of swing – Dire Straits
  28. My sweet lord – George Harrison
  29. She’s lost control – Joy Division
  30. There goes my first love – The Drifters
  31. Let’s twist again – Chubby Checker
  32. No regrets – The walker brothers
  33. No regrets – Midge Ure
  34. Beautiful lover – Brotherhood of man
  35. Daddy cool – Boney M.
  36. Escape (the pina colada song) – Rupert Holmes
  37. There is a light that never goes out – The Smiths
  38. China in your hand – T’Pau
  39. Take my breath away – Berlin
  40. Don’t you want me – The human league
  41. A token of my extreme – Frank Zappa
  42. Hit the north Pt. 1 – The Fall
  43. Roadhouse blues – The Doors
  44. Clash city rockers – The Clash
  45. A scottish soldier – Andy Stewart
  46. Dirty old town – The Pogues

I personaggi e la struttura del libro

Trainspotting non è un libro semplice, ha una struttura particolare, in cui si alternano tanti racconti scollegati tra di loro, narrati in prima persona dalla voce dei personaggi principali. L’autore non ci presenta i protagonisti, le loro personalità emergono un po’ alla volta attraverso le loro parole. Il personaggio principale è Mark Renton (Rent Boy, il “ragazzo in affitto”), quello che potrebbe essere un bravo ragazzo, senza troppi difetti, diligente e studioso, se non fosse totalmente e consapevolmente dipendente dall’ero. Nel corso del libro prova più volte, senza troppa convinzione, ad uscirne, con tentativi fai-da-te, non riuscendo mai a completare la disintossicazione, o ricadendoci subito dopo. Poi c’è Simon Williamson (“Sick Boy”), il miglior amico di Rent, quello più sveglio, donnaiolo incallito, anch’egli dedito all’eroina. Altra voce narrante è quella di Francis Begbie, l’unico del gruppo non tossicodipendente. Questa è solo una sfumatura, però, che non lo esime dall’essere comunque un alcolizzato violento e attaccabrighe. Infine il mio personaggio preferito (diedi persino il suo nome al mio cane, all’epoca!): Daniel Murphy, soprannominato “Spud”. Il più sensibile, ma anche il più stralunato. Il suo è un carattere remissivo, è il gregario del gruppo, animato sempre da buoni propositi ma troppo debole per imporsi e decidere. Finisce dunque per seguire le dinamiche distorte e malate degli amici. È un gran tenerone, e nel libro ha un modo divertentissimo di parlare!

Spud si fa uscire un sorriso, rivolto a Renton, di quelli che se ti vede una donnetta per la strada ti porta subito a casa, come un gattino abbandonato.

Il libro racconta la vita di questo gruppo di tossici ad Edimburgo negli anni ’80. Ci presenta quindi uno spaccato di quella società che l’autore stesso conosceva molto bene, avendo avuto un passato da tossicodipendente. Le giornate dei nostri trascorrono in modo noioso e sfaccendato, l’unica cosa che dà loro un senso è la droga:

Sto lì a sciropparmi un’altra lunga serie di cazzate umilianti, che vanno avanti per un’eternità. Ma non mi costa ‘sto gran sforzo. Non amo più niente (a parte la droga), non odio più niente (a parte le cose che possono impedirmi di procurarmela) e non ho più paura di niente (a parte la paura di non riuscire a bucarmi).

Il lessico è asciutto e sboccatissimo, i personaggi sono spesso aggressivi e poco raccomandabili. Le vicende sono un affastellarsi di buchi, overdosi, scenate da strafatti nei pub, ai funerali, in mezzo alla gente. Risse. Su tutto aleggia lo spettro dell’AIDS. Più di qualcuno si perde per strada per il Virus, di cui tutti hanno paura, ma la dipendenza, la necessità di un altro “schizzo”, è più forte del rischio della vita.

L’autore, nel lasciare la parola ai personaggi, non esprime alcun giudizio. La realtà viene presentata così com’è, cruda, brutale, rozza, sporca, abbruttita. Impoverita dal progresso e dai ritmi della società consumistica, che portano la gente a rincorrere costantemente una felicità fatta di giornate tutte uguali, che costituiscono un modo di vivere la vita omologato. E i “nostri” cercano una via di fuga da questo schema prestabilito attraverso lo sballo, la “botta” dell’ero.

Scegli noi. Scegli la vita. Scegli il mutuo da pagare, la lavatrice, la macchina; scegli di startene seduto su un divano a guardare i giochini alla televisione, a distruggerti il cervello e l’anima, a riempirti la pancia di porcherie che ti avvelenano. Scegli di marcire in un ospizio, cacandoti e pisciandoti sotto, cazzo, per la gioia di quegli stronzi egoisti e fottuti che hai messo al mondo. Scegli la vita. Beh, io invece scelgo di non sceglierla, la vita. E se quei coglioni non sanno come prenderla, una cosa del genere, beh, cazzo, il problema è loro, non mio.

E quindi, perchè leggere “Trainspotting”?

Perchè il suo significato intrinseco è nascosto tra le righe, e credo che sia molto profondo. La violenza, la dipendenza, la vita al limite, spesso sono risposte ad un’esistenza ordinaria, talmente banale e incanalata in un percorso già scritto che l’evasione viene ricercata altrove. È un libro molto coraggioso, non fa sconti ma non giudica, chiunque può trovarsi nella vita ad affrontare un periodo allo sbaraglio, e la sensazione di vuoto che ne deriva è resa molto bene. La disperazione ha molti modi di manifestarsi.

Lo sconsiglio agli inguaribili romantici, alle persone che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno e, soprattutto, agli stomaci deboli!

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