di Davide Morresi con Alberto Büchi
Alberto Büchi è un giovane scrittore che si sta affermando tramite una scrittura innovativa e sperimentale, ma non eccessiva, ben ancorata alla godibilità del testo. Oramai non più emergente, L’angelo trafitto è il suo terzo romanzo.
Ho conosciuto, letterariamente parlando, Alberto tramite il suo romanzo precedente, Fuoco Fatuo, pubblicato da Alter Ego, un ottimo testo dai toni cupi e intensi. Poi la casualità ha voluto che nell’ultimo (ahimè) Book Pride di Milano avessi avuto modo di conoscerlo anche di persona.
Poi, recentemente, vengo a sapere del suo nuovo romanzo in uscita. “Wow” mi dico, “devo averlo!” Si intitola L’angelo trafitto ed è pubblicato da Nero Press Edizioni, casa editrice specializzata in piccoli gioielli thriller, horror e fantasy. Ai ragazzi della redazione piace indagare le sfumature più inquietanti della realtà e di tutto ciò che “esiste” al di là di essa, senza mai dimenticare quanto sia importante accompagnare l’indagine con la musica. L’Angelo trafitto si inserisce perfettamente nella loro linea editoriale.
Büchi, un passato nel mondo della pubblicità e del cinema, si conferma una nuova interessante penna da tenere d’occhio. L’autore ci narra una storia particolarmente cupa e violenta. L’angelo trafitto può essere definito un thriller esoterico.
Data la conoscenza personale dell’autore, non ho potuto resistere dal chiedere il suo contributo per questo articolo e per la colonna sonora de L’angelo trafitto. Ecco qui il nostro dialogo / intervista con Alberto Büchi.
Quattro chiacchiere con Alberto Büchi
Alberto, come è nato e di cosa parla L’angelo trafitto?
Ciao Davide, è bello risentirti, in attesa di una birra alla prossima fiera.
Scrissi questo libro alcuni anni fa. Mi colpirono alcuni fatti di cronaca nera dei primi anni del 2000 a sfondo satanico come la suora uccisa a Chiavenna o gli episodi legati alle “Bestie di Satana”. Il romanzo racconta di un ispettore di polizia dal passato oscuro e di un medium allo sbando che si trovano a lottare contro il tempo per salvare una diciottenne dalla follia di una setta che vuole sacrificarla. Le cose che più mi colpirono all’epoca, mentre mi documentavo, furono le storie personali dei ragazzi coinvolti e le subdole tecniche dei vari personaggi carismatici a capo delle organizzazioni. Le tematiche sataniste sono spesso solo una facciata.
Qual è il ruolo della musica nel tuo libro?
La musica è una presenza costante in tutto il libro. Non ci sono canzoni citate direttamente ma i lettori più attenti possono trovare alcuni brani dei testi all’interno dei dialoghi e delle descrizioni delle atmosfere emotivamente più forti. Credo che l’autore più citato sia Vasco Rossi. I testi rimangono un sussurro all’orecchio di una donna addormentata, si trovano sulla pelle accarezzata in un pomeriggio di primavera, su una vecchia polaroid. Oppure nella violenza di una vendetta, in una visione inquietante, onirica e apparentemente inspiegabile. Altre canzoni e autori, invece, mi sono stati d’ispirazione durante la stesura o l’editing. Credo che il mondo delle sette sataniche sia ben sottolineato in tutta la playlist, che contiene brani dal forte impatto emotivo.
Un esempio?
Ad esempio qui abbiamo la poesia di Anima fragile di Vasco Rossi. È vero che stiamo parlando di un thriller/horror però, intessute nella trama principale, sono narrate le vite passate e presenti di alcuni personaggi, le loro storie d’amore, per esempio.
E la vita continua,
Anche senza di noi,
Che siamo lontani ormai,
Da tutte quelle situazioni che ci univano,
Da tutte quelle piccole emozioni che bastavano,
Da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai,
E cambiamo anche noi.
Quando inserisci una citazione musicale in un tuo testo, come scegli quella precisa canzone?
Nasce tutto dal tipo d’immagine. Il collegamento arriva quasi immediato. Una finestra socchiusa che lascia passare l’aria fresca della primavera, la prima luce pulita dopo l’inverno, delle lenzuola bianche, i corpi di due ragazzi che si sono appena amati… Con un’immagine del genere quante canzoni possono emergere nella mente di chiunque?
Per altre, invece, magari mi è capitato di ascoltare un passaggio alla radio, o una playlist proposta da Spotify, e trovarle incredibilmente azzeccate. Possiamo dire il caso, ma forse è soltanto lo stato emotivo in cui ti trovi mentre scrivi, che ti rende più sensibile e recettivo.
Però ci sono anche i Tool…
I Tool sono perfetti per questo tipo di storie. Tanto per i testi quanto per la musica. Un esempio su tutti è Pneuma.
La playlist
Ascolta la playlist: L’angelo trafitto – Alberto Büchi
La tracklist
- There is no food – Have A Nice Life
- Amnesia – KMFDM
- Se ti potessi dire – Vasco Rossi
- Schism – TOOL
- Saturday night – Graham Coxon
- Centipede – Knife Party
- Tu che dormivi piano (volò via) – Vasco Rossi
- Careless whisper – Nataly Down
- Anima fragile – Vasco Rossi
- Sweetest thing – U2
- Life on Mars? – Trent Reznor and Atticus Ross
- Rimmel – Francesco De Gregori
- All my dreaming – Emma Russack
- Euthanasia live – Nick Cave & The Bad Seeds
- Into my arms – Nick Cave & The Bad Seeds
- Weights & Measures – Dry The River
- Hai scelto me – Zucchero
- Lullaby – Low
- The gift – Storefront Church
- Scene one: regression – Dream Theater
- Anima fragile – Vasco Rossi
- Angel – Massive Attack
- Me and the Devil – Gil Scott-Heron
- Stickfist – TOOL
- Carmina Burana: O fortuna – Carl Orff
- Scary world theory – Lali Puna
- Black Sabbath – Iced Hearth
- Mother – Danzig
- Pneuma – TOOL
- Litanie contre la peur – TOOL
- Pull A U – The Kills
- In the end – Tomee Profitt, Fleurie, Jung Youth