di Andrea Pazienza
“Storie di Vita al 30%” di Antonella Capalbi è una raccolta di 13 racconti a loro volta suddivisi in 3 sezioni secondo una logica che interseca stile, contenuti e numerologia. Mano a mano che si procede nella lettura, i racconti – accompagnati dalle illustrazioni di Federica Zancato – si assottigliano sempre di più così come succede alle nostre esistenze e a quelle dei protagonisti che per diversi motivi non riescono a vivere a pieno la propria vita.
C’è chi addirittura rischia di scomparire perché non riesce a superare la vergogna (Rossa di sera), chi è vessato dalle aspirazioni frustrate dei genitori (Goal di letto), chi è bloccato da limitazioni fisiche ed emotive (Mano a mano, Disabili e motivi), chi dalle convenzioni sociali (Panino al Carrie) e chi non riesce a uscire dalla propria comfort zone come il protagonista di Low Battery, che è un po’ l’emblema della raccolta, un uomo che non riesce a fare mai niente che si discosti troppo dalle sue abitudini consolidate, privandosi delle infinite possibilità che può offrire la vita, come una sorta di antitesi dello “Yes Man” walleciano portato in scena da Jim Carrey nell’omonimo film del 2008.
Senza svelare troppo per non rovinare lo stupore della lettura diremo soltanto che spesso in questi racconti l’elemento surreale gioca un ruolo fondamentale nell’innescare le vicende e le riflessioni – dei protagonisti e dei lettori – sulle paure del nostro tempo. Come succede ad esempio in quello che è il racconto più “musicale” della raccolta e che non a caso si intitola The Silence Of Sound – facendo il verso a un famoso brano di Simon & Garfunkel – in cui la protagonista perde prima l’amore e poi la capacità di udire le armonie e quindi di ascoltare la musica. Un incubo nietzscheiano che diventa realtà (ipse dixit “la vita senza musica sarebbe un errore”) ricco di riferimenti musicali più o meno classici che vanno dal rock di Bruce Springsteen e Bob Dylan al blues di Eric Clapton e Joe Bonamassa fino al songrwriting più delicato di Damien Rice e Patrick Watson.
Nessuno di questi, però, è presente nella playlist compilata dalla stessa autrice che ha preferito optare per una scelta dal valore simbolico, individuando una canzone per ciascun racconto, con la sola eccezione del brano di apertura, riproposto anche in chiusura nella sua versione acustica – da cui è tratta anche l’epigrafe del libro che ne racchiude il significato in un verso:
Life’s for the living, so live it
or you’re better off dead
Un libro che raccontando il buio delle nostre vite incompiute buca il muro delle nostre paure e delle nostre insicurezze e si fa crepa da cui filtra la luce che illumina una nuova presa di coscienza e ci sprona a fare altrettanto nella vita reale.
Potete avere un assaggio della raccolta e leggere integralmente uno dei primi racconti che vide la luce in tempi non sospetti sul blog di Fazi Editori Le Meraviglie: https://lemeraviglie.net/2014/11/le-parole-che-non-ti-ho-dotto
Editore: Leima Edizioni

Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/6yrPLZAnB1k2zwGgwUmOnB
- Life’s for the Living – Passenger
- Minor Swing – Django Reinhardt
- Think – Aretha Franklin and The Blues Brothers
- The Sound of Silence – Simon & Garfunkel
- Empire State of Mind (Part II) Broken Down – Alicia Keys
- Ottocento – Fabrizio De André
- A Mano a Mano – Rino Gaetano
- Creep – Radiohead
- Iris – The Goo Goo Dolls
- Anthem – Leonard Cohen
- Lost Stars – Keira Knightley
- The Book of Love – Peter Gabriel
- The Great Pretender – Freddie Mercury
- Life’s for the Living (acoustic version) – Passenger