di Davide Morresi
Nulla meglio della quarta di copertina può descrivere l’unicità di questo romanzo.
La storia di questo romanzo atroce e straordinario è la storia di uno scandalo.
Nell’estate del 1946, Jean D’Halluin, titolare della casa editrice Le Scorpion, era a caccia di un romanzo americano, visto il successo ottenuto in Francia, in quel momento, dagli autori d’oltreoceano.
Boris Vian propose di scriverglielo lui, in quindici giorni, e meglio di un americano, un libro scabroso, dalle tinte davvero forti.
Nacque così Vernon Sullivan, scrittore negro censurato in America a causa del razzismo. E nacque il libro.Lee Anderson, negro dalla pelle bianca, vuol vendicare l’assassinio del fratello. Ottenuto un posto di gestore di una libreria, entra a far parte di una cerchia “bene” di bianchi. Assieme a Dex, amico rivale, dopo varie scorrerie dentro e fuori Buckton, progetta di far perdere completamente la testa e sedurre le splendide, gelide e inavvicinabili sorelle Asquith…
È l’avvio di una storia crudissima che miscela, quasi con fredda sapienza, i tratti salienti dell’epoca dei “belli e dannati” degli anni Cinquanta: automobili a velocità sfrenata, tempo e spazi polverizzati dal brivido dell’avventura, alcool fino alla nausea e all’annientamento, violenza come sfida spudorata e senza limite, sesso facile e musica di chitarre, musica ormai giunta alle soglie del rock…
Nel giro di pochi giorni, “Sputerò sulle vostre tombe” divenne un best- seller, fu censurato e suscitò uno scandalo senza precedenti, mentre Vian fu condannato per offesa alla morale e distrutto dalla critica.
Sputerò sulle vostre tombe è un romanzo violento e disinibito. Un libro di poche sottili pagine che occupano però un bel po’ di spazio. Un libro che ha più di settant’anni e rimane estremo ancora oggi.
Capitoli brevi, crudi e sporchi, con contenuti controversi, intrisi di violenza ed erotismo, a volte al limite della sopportazione: numerosi accoppiamenti, una sequenza pedofila e addirittura la sodomizzazione di un cadavere.
Lo scrittore però non usa mai termini volgari. Il lessico è crudo e forte, ma mai volgare.
Se si riesce a vedere oltre il fastidio e certe caratteristiche stilistiche, Sputerò sulle vostre tombe è un romanzo di denuncia e di accusa contro un sistema razzista e perbenista, un sistema che nasconde violenza, assenza di ideali, cattiveria allo stato puro dietro una facciata di conformismo e felicità. E qui non troviamo molta distanza da tante opere contemporanee che trattano temi simili, spesso in modi simili.
Giusto per fare un esempio, viene quasi naturale accostare alcune scene, per la violenza che contengono, ad American psycho di Bret Easton Ellis. Ci sono sequenze narrative che potrebbero essere tranquillamente intercambiabili tra i due romanzi.
E ancora: il protagonista della storia è un nero dalla pelle bianca e dai capelli biondi, un afroamericano insospettabile, che usa questa sua caratteristica per insediarsi in un sistema e cambiarlo dall’interno. Il che guida subito il pensiero verso Coleman Silk de La macchia umana di Philip Roth (articolo qui). Storia diversa ma stesso tema.
Veniamo alla musica.
Boris Vian è un famoso trombettista e grande appassionato di jazz. Già questo è da solo un fantastico collegamento tra scrittura e musica. Alcuni suoi brani verranno ripresi da molti artisti in tutto il mondo, tra cui, in Italia, anche da Fossati e Tenco.
La colonna sonora di Sputerò le vostre tombe è fatta di brani jazz e del primissimo rock’n’roll, tutti quelli che vengono citati nel libro: da Glenn Miller a Billie Holiday, da Duke Ellington a George Gershwin… Siamo negli anni ’40 e tutto, compresa la musica, fa pensare già alla gioventù bruciata che diventerà un must da lì a breve.
Editore: Marcos y Marcos
Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/62wY8dv5cA9uKr6qxbFuXY?si=ENwtV1WsRTez4UbN4x2tUA
- Yellow dog blues – Louis Armstrong, W.C. Handy
- Five minutes more – Frank Sinatra
- Shoo fly pie and apple pan dowdy – Dinah Shore
- Public jitterbug No1 – The Cats & The Fiddle
- Doin’ the jive – Glenn Miller
- Llora como llore – Raspa
- Fine and mellow – Billie Holiday
- Orange colored sky – Nat King Cole Trio, Stan Kenton
- My little brown book – Duke Ellington, John Coltrane
- Raphsody in blue – George Gershwin
- Who – Ben Webster, Jerome Kern
- It don’t mean a thing (if it ain’t got that swing) – Duke Ellington
- When the saints go marching in – Paul Lenart & Billy Novick