di Davide Morresi
Ragazze elettriche è un romanzo di fantascienza uscito nel 2016 con il titolo originale The Power. Tra i vari riconoscimenti, ha vinto il premio inglese per sole scrittrici “Women’s Prize for Fiction”.
La storia viene presentata attraverso un manoscritto che Neil invia a Naomi chiedendole un parere. Nel manoscritto Neil riporta molti avvenimenti storici risalenti a cinquemila anni prima (presumibilmente la nostra era), “una sorta di rappresentazione romanzata di quella che gli archeologi ritengono la narrazione più plausibile”. È questo l’espediente con cui Naomi Alderman costruisce una società matriarcale dove le donne detengono il potere e si vendicano di anni e anni di subordinazione.
Una società del futuro che ricorda il passato con una certa nostalgia, nostalgia che si trova anche in alcune delle musiche citate (clicca qui per la playlist).
Scopri anche questi romanzi che parlano di nuove società ambientate nel futuro:
– Cenere di Elisa Emiliani;
– I Camminatori Vol. 1 – I Pulldogs di Francesco Verso
Tutto ha inizio quando le adolescenti scoprono di poter generare scosse elettriche attraverso un organo prima addormentato, la matassa, contenuto nella clavicola. Da principio non sono in grado di padroneggiare questo potere e capita sovente che fulminino letteralmente qualcuno, spesso i propri coetanei maschi. Con il tempo acquistano maggiore controllo di tale capacità e scoprono di poterla attivare anche nelle altre donne più mature. Ed ecco che la popolazione femminile si trova per le mani un superpotere con il quale può finalmente affermarsi, anche con la forza, e rovesciare il regime detenuto dagli uomini.
I personaggi principali – è interessante l’assenza di un vero e proprio protagonista, rimpiazzato da quattro coprotagonisti – sono i motori della creazione della nuova società.
Allie, poi chiamata Madre Eve, fonda una religione basata sul potere elettrico, inviato da un Dio Madre per ribellarsi al potere millenario degli uomini. Emblematica è la frase: “guardate Miriam, non Mosè; guardate Fatima, non Maometto; guardate Maria, non Gesù”.
Roxy, figlia di un mafioso londinese, ha una matassa particolarmente sviluppata e la usa per vendicare la morte di sua madre. Per merito della sua spiccata potenza, diventa un esempio per le altre. Quando la polizia, nell’inutile tentativo del vecchio sistema di contenere il potere elettrico, accerchia l’edificio dove Roxy, Madre Eve e molte altre ragazze si trovano, lei lo usa per difendersi e annientare i poliziotti.
Ci sono dodici agenti di polizia armati che vengono avanti dal giardino sul retro del convento. Piove. Il terreno è fradicio, è più che fradicio. […] Gli agenti non indossano stivali di gomma; non sapevano che avrebbero trovato tutto quel fango. Tutto ciò che sanno è che una donna proveniente dal convento era andata da loro a raccontare che le ragazze si erano rintanate là dentro e si erano comportate in modo minaccioso e violento. […] Roxy, la cui energia è tanta da non sapere cosa farci, invia una saetta nell’acqua, e ognuno dei poliziotti sobbalza, sgroppa, e crolla a terra. Gran bel lavoro.
Margot è una politica americana che fonda una scuola militare per giovani donne, dove imparare a padroneggiare l’uso della matassa.
Tunde è l’unico uomo tra i personaggi principali, un giornalista che segue da vicino lo sviluppo della rivoluzione matriarcale e lo racconta tramite il web, mentre sogna di poter lasciare la sua testimonianza in un enorme libro reportage.
Naomi usa una tecnica narrativa non nuova ma particolarmente efficace: il ribaltamento. La Alderman ci parla della società attuale ma con ruoli capovolti: il potere, anche fisico, è posseduto dalle donne, e i maschi sono relegati a una situazione di totale inferiorità: vengono sopraffatti, umiliati, violentati.
La ministra della Giustizia volta la pagina. C’è un lungo elenco di prescrizioni stampate a caratteri piccoli una dietro l’altra.
Agli uomini non è più permesso di guidare automobili.
Agli uomini non è più consentito di possedere aziende. I giornalisti e i fotografi stranieri devono lavorare alle dipendenze di una donna.
Agli uomini non è più permesso di riunirsi, nemmeno in casa, in gruppi più grandi di tre, senza una donna presente.
Agli uomini non è più consentito di votare – perché i loro anni di violenza e di indegnità hanno dimostrato che non sono adatti a prendere decisioni o a governare.
Una donna che colga un uomo a disubbidire a queste leggi in pubblico è non solo autorizzata, ma tenuta a punirlo immediatamente. Qualunque donna venga meno a questo dovere sarà considerata una nemica dello Stato, una complice del crimine, un elemento che tenta di minare la pace e l’armonia della nazione.
Il tema del romanzo non è tanto la giustizia femminista, o un auspicato ribaltamento della supremazia maschile, temi spesso associati a quest’opera. Ragazze elettriche contiene una riflessione arguta e profonda sul tema del potere, senza distinzioni di genere, concetto ben espresso dal meno altisonante ma più esplicativo titolo originale: The Power. Poco conta che il potere sia maschile, femminile, o altro – interessante è la genesi della religione basata sull’elettricità -, ciò che conta veramente è l’uso, o sopruso, che ne fa chi lo detiene.
È nel finale che la scrittrice affida ad una missiva di Neil a Naomi una ulteriore riflessione che parte dalla condizione attuale (potere matriarcale nel mondo del romanzo, potere patriarcale nel nostro mondo) e si rivolge con speranza al futuro.
Il mondo attuale è quello che è a causa delle strutture di potere di cui è intriso da cinquemila anni, strutture che si trascinano dai tempi più oscuri in cui la vita era molto più violenta e l’unica cosa che contava era: tu e la tua gente potreste inviarmi una scossa più forte? Ma oggi non dobbiamo agire così. Possiamo pensare e immaginare noi stessi in un modo diverso, dopo aver compreso su che cosa abbiamo fondato le nostre idee.
La soundtrack si basa sui riferimenti musicali contenuti nel romanzo. La musica menzionata contribuisce a creare l’atmosfera di alcune scene: passiamo così dalla nostalgica polka trasmessa alla radio a Boom boom di Olamide canticchiata allegramente a bassa voce, passando per il ricordo dell’epoca in cui lo swing era di moda e per il ritmo che accompagna i passi di un personaggio paragonati a quelli di John Travolta.
In aggiunta, le ultime tre canzoni sono una mia scelta personale. Ritengo che siano, a loro modo, legate due concetti base del romanzo: elettricità e potere.
Il risultato è una soundtrack di brani variegati, molto diversi tra loro sia per genere che per età. Anche per questo ben si adatta alla piacevole complessità di questo romanzo: profondo, con molti personaggi, futuristico, innovativo, ma che parla del nostro presente.
Punti di forza
Naomi Alderman ha costruito una realtà futura per spiegare quella attuale e lo ha fatto in modo innovativo, credibile e critico. In un momento storico in cui è raro trovare l’affermazione di un’ideologia se non in contrapposizione con il suo opposto (femminismo vs. maschilismo, omosessualità vs. eterosessualità – vedi anche Bianco di Bret Easton Ellis -, solo per fare un paio di esempi) il messaggio che trasmette la Alderman va oltre: il problema non è tanto chi detiene il potere, che siano gli uomini o le donne conta ben poco, il problema è il potere.
Il linguaggio è fluido e la lettura piacevole.
Punti di debolezza
Si tratta di un romanzo corale che necessita di una certa attenzione per non perdersi tra le gesta dei vari personaggi.
La sua lettura richiede una tacca in più di concentrazione di quanto si farebbe con un romanzo da spiaggia.
Editore: Nottetempo
Ascolta la colonna sonora: playlist Ragazze Elettriche – Naomi Alderman
- Perles de cristal – Yvette Horner
- Devla – Fanfare Ciocarlia
- You never can tell – Chuck Berry
- In the mood – Glenn Miller
- Boom boom – Olamide
- Have you ever been (to Electric Ladyland) – Jimi Hendrix
- Elctric funeral Black Sabbath
- Ride the lightning – Metallica