di Eleonora Pizzi – playlist scelta e commentata da Nicolò Targhetta
Nonostante Nicolò Targhetta dal 2018 sforni micro-capolavori sulla sua pagina facebook “Non è successo niente“, si ostina a continuare anche dopo aver pubblicato questo libro con BeccoGiallo editore. La verità è che adesso, oh sì siore e siori,
qualcosa
è
successo
POSTO che il vero nome di questo romanzo è “Commissario Elfo”, “Elfo” per gli amici intimi, come “Il Black Album” e “Il White Album” sono i titoli autentici di quei dischi dei Metallica e dei Beatles, oppure “Anita” sono tutti i romanzi della più recente serie di Alice Basso;
DATO ATTO che Commissario Elfo non contiene musica citata al suo interno e per questo Nicolò Targhetta in persona ha scelto la playlist con le canzoni da accompagnare alla lettura e le ha commentate;
RILEVATO che sull’instagram di Non è successo niente è possibile godere della bellezza delle illustrazioni di 8 artisti che si sono prodigati a dare un volto percettibile all’occhio umano ai personaggi e alle persone di Commissario Elfo (nel cuore, Bambaleno);
CONSTATATO che nei libri scolastici sarà dedicato a Commissario Elfo un capitolo apposito, più lungo di quello destinato ai Promessi Sposi, a seguito del valore educativo-didattico riconosciutogli;
SI DELIBERA
assunte le premesse quale parte integrante del presente atto, che Commissario Elfo è il libro del secolo.
La trama o, per dirla con Targhetta, IL KRAKEN
Questo libro è popolato di personaggi che lottano con tutte le forze per scappare da una trama (Elfo, ex protagonista di una saga fantasy), di personaggi che lottano con tutte le forze per farsi inglobare da una trama (Tegolina, protagonista di una fiaba della tradizione orale lituana che sta per essere dimenticata dall’unica, fragile nonnetta chiusa in un’ospizio di Vilnius che ancora la ricordi), di personaggi il cui unico destino è aderire al proprio cliché e alla trama che di volta in volta interpretano (i momentaneamente Kowalsky e Lewis). Convivono con persone reali (uno scrittore caduto in rovina – Morante, uno scrittore sulla cresta dell’onda – Alongi) in una città-minestrone che mescola cliché narrativi e scene vere in un brodo di genialità fuori dal comune, con una nevicata di maestria nel saperla districare in parole e servire perfettamente armonizzata sulle pagine. Voglio dire, oltre al Christopher Nolan di Inception, a chi altri verrebbe in mente di scrivere una storia, calibrata al millimetro perdipiù, in cui i punti di vista non sono mai quelli che ci si aspetta e l’attenzione è pungolata e sfidata a ogni riga, il cui scopo finale è, testualmente, mandare a fanculo il lettore?
E il bello è che, da lettrice/lettore, non si può fare altro, dopo essere stati insultati, che dargli ragione. E onorare la casa editrice che lo ha pubblicato. Perché, com’è vero che Wouldn’t it be nice dei Beach Boys è
“una delle canzoni più tristi della storia della musica”
(cit. Nicolò Targhetta)
è vera (e feroce) la riflessione che Commissario Elfo suscita: quanta percentuale di responsabilità dell’appiattimento editoriale nazionale proviene dal lettore medio, che invoca e compra sempre le stesse trame, le identiche saghe, i medesimi cliché in ogni genere letterario e quanta invece arriva dall’editoria stessa che boccia le idee troppo ardite e non investe sul “diverso” perché (crede che) questo non faccia cassa? Quanto le scuole di scrittura sono complici in tutto questo processo? Quanto è colpa del mercato e quanto è colpa dei lettori e delle lettrici? A chi va comminata la multa per innesco e continua alimentazione del circolo vizioso di appiattimento: a noi consumatori e consumatrici di parole rassicuranti o dall’industria che non investe in vivacità culturale?

Essenzialmente, è questo il motivo che mi ha spinto a deliberare la cruciale importanza della bomba nel mondo editoriale italiano che è Commissario Elfo. Superando l’essenza, a pari merito, gli altri motivi sono:
- incredibile padronanza di Nicolò degli stili di scrittura di ogni genere e grado, che riproduce con una scioltezza da contorsionista entusiasta;
- i pugni nello stomaco sia in forma di risate prorompenti, sia in forma di angoscia spietata che nel giro di cinque righe, o anche solo cinque parole, si ricevono;
- l’arguzia brillante nella costruzione dei tempi di svelamento del significato delle azioni dei personaggi, quella sottile arte di farti unire i puntini della storia al momento precisamente giusto;
- l’automobile di Elfo (al prossimo Salone del Libro di Cirimpopolipò mi riconoscerete dalla maglietta “IO HO LA STESSA AUTO DI COMMISSARIO ELFO E TU NO”);
- la playlist e la relativa spiegazione, scelta per Read and Play dall’autore.
La playlist
- Brilliant disguise – Bruce Springsteen
Forse la più rappresentativa di un protagonista che passa il tempo a svelare le maschere altrui e a metterne di nuove. - Loser – Beck
Per ovvie ragioni. Tutti nella storia sono dei perdenti in un modo nell’altro. - Don’t you (forget about me) – Simple Minds
Questa vale un po’ per tutti questi personaggi letterari che cercano quotidianamente di sfuggire all’oblio. - Cool kids – Echosmith
Riferita al personaggio di Tegolina. - Paperback writer – The Beatles
Canzone sulla scrittura per eccellenza. Mi fa ridere perché lo scrittore nella canzone è un po’ un fallito e secondo me si allinea bene al personaggio di Morante. - Bad moon rising – Creedence Clearwater Revival
Adatta secondo me al carattere disfattista e sempre all’erta di Elfo.
Poi ci sono un po’ di canzoni che non hanno un significato particolare, ma che semplicemente ascoltavo durante il periodo di stesura. - Chicago – Sufjan Stevens
- Oh my heart – R.E.M.
- Out of touch – Hall & Oates
- Wouldn’t it be nice – The Beach Boys, che io personalmente trovo una delle canzoni più tristi della storia della musica. (*)
Ascolta la playlist: Commissario Elfo. Piove per esigenze di trama – Nicolò Targhetta (BeccoGiallo editore)
Link alla pagina del libro nel sito dell’editore (Becco Giallo).