di Monia Mancinelli
Mancano ormai pochissimi giorni alla nomina dei cinque finalisti del Premio Strega 2020.
Giunto alla sua 74° edizione,
«sin dalla nascita il Premio Strega è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani. I libri premiati hanno raccontato il nostro Paese, documentandone la lingua, i cambiamenti, le tradizioni. In questi settant’anni le scelte compiute dal Premio hanno incoraggiato i lettori italiani a leggere sé stessi, la loro storia e il loro presente attraverso lo specchio della narrativa contemporanea.» (https://premiostrega.it/PS/premio/)
Read and Play offre le recensioni e le playlist di 8 dei 12 candidati (per la lista completa del Premio Strega, cliccate qui: https://premiostrega.it/PS/).
Ci avremo visto giusto? Avremo beccato la fatidica cinquina?
Ai componenti della giuria del Premio, l’ardua sentenza.

Silvia Ballestra, La nuova stagione, Bompiani
Ambientato nell’area fermana e ascolana delle Marche, terra di origine dell’autrice, La nuova stagione è in tutto e per tutto marchecentrica. Una storia che racconta le vicende di due sorelle, Nadia e Olga, e della loro madre Liliana, che tentano di vendere i loro terreni di famiglia dopo il terremoto del 2016, riuscendoci ma solo dopo innumerevoli traversie e disavventure.
Per chi vuole entrare in contatto con i cambiamenti vissuti da una regione che, da mezzadra, passa ad essere postmezzadra (secondo i caratteri assai eloquenti descritti dalla pagina Facebook Degrado Postmezzadrile).

Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango libri
Ambientato tra Rozzano e Milano, Febbre è il racconto autobiografico del suo autore che, in seguito a una febbre che non va più via, scopre di essere affetto da HIV e insieme la riconciliazione con il suo passato e la consapevolezza della sua nuova condizione, che lo mette di fronte a delle scelte.
Per chi vuole conoscere da vicino la realtà dell’hinterland milanese e della vita di un ragazzo che trova nella parola scritta la via per rispondere allo spaesamento dovuto alla diagnosi.

Alessio Forgione, Giovanissimi, NN Editore
Ambientato a Soccavo, una periferia di Napoli, Giovanissimi è un romanzo di formazione. Della formazione di Marocco, in particolare: quattordicenne e liceale, tra una partita da promessa del calcio, un giro in motorino, i fumetti di Dylan Dog, le prime delusioni amorose e l’esperienza della microcriminalità, Marocco inizia il suo viaggio di definizione di sé stesso tra delusioni, difficoltà e il vuoto di un’assenza costante che prende la forma di una palla in volo.
Per chi ama una scrittura asciutta ed essenziale e vuole riflettere sull’adolescenza e sulla fatica che essa rappresenta.

Giuseppe Lupo, Breve storia del mio silenzio, Marsilio
Ambientato nella Basilicata degli anni Settanta per poi approdare a Milano, Breve storia del mio silenzio è il racconto biografico dell’autore che, all’età di 4 anni, perde l’uso della parola (o meglio di afasia): una malattia per i genitori e gli specialisti, un’occasione di educazione alla scrittura letteraria al di là del silenzio, per l’autore.
Per chi ama le discese nelle parti nascoste della società e della natura umana, che però sono testimoni di una realtà ben più profonda di quella dei “normali”.

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza, Mondadori
Ambientato in Lazio, Tutto chiede salvezza è il racconto autobiografico dell’autore che, nell’estate del 1994, all’età di vent’anni, subisce un Trattamento Sanitario Obbligatorio, che gli offre la possibilità di una riflessione a tutto tondo sulla follia e sui suoi aspetti umani, più che clinici.
Per chi ama le discese nelle parti nascoste della società e della natura umana, che però sono testimoni di una realtà ben più profonda di quella dei “normali”.

Valeria Parrella, Almarina, Einaudi
Ambientato nel carcere minorile napoletano situato nell’isola di Nisida, Almarina è un romanzo breve (poco più di 100 pagine) in cui l’autrice racconta la storia di Elisabetta, una professoressa di matematica, divenuta da poco vedova, di Almarina, un’adolescente originaria della Romania, vittima di violenze inenarrabili, e del loro rapporto, che nasce dall’incontro tra due solitudini.
Per chi ama le storie tristi e disperate che però nascondono una speranza che accende la disperazione.

Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Minimum Fax
Ambientato tra Abruzzo, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio è una sorta di autobiografia scritta nella forma di un flusso di coscienza impetuoso, prorompente e in dialetto abruzzese (area di Lanciano, per la precisione) di una vita semplice che si sviluppa lungo tutto il Novecento.
Per chi ama le storie con personaggi solo in apparenza strampalati che hanno in verità un enorme patrimonio di storia da raccontare e condividere.

Sandro Veronesi, Il colibrì, La Nave di Teseo
Ambientato a Roma nel quartiere Trieste, Il colibrì racconta la storia di Marco Carrera, fatta di continue sospensioni, coincidenze fatali, perdite atroci e amori assoluti. Una storia che si rivela lentamente, un capitolo dopo l’altro, in un alternarsi dolce e ipnotico tra passato e presente, e che trova la sua risposta in un nome di bambina: Miraijin.
Per chi ama i personaggi indimenticabili, che diventano parte naturale di una famiglia immaginaria ma allo stesso tempo emotivamente molto concreta.