di Cristina Nori
Non avevo mai sentito il termine passing prima di leggere questo libro.
Potevo ricondurlo al verbo to pass, passare attraverso qualcosa, da un punto di partenza a uno di arrivo, ma non avrei mai immaginato che i due punti in questione fossero delle normali condizioni della natura umana, che in un periodo non lontano sono stati fatti diventare antitetici.
Il passing di Belle Da Costa Green, la prima direttrice di biblioteca d’America
Belle Greene, e con lei tutta la sua famiglia, ha effettuato il passing, la traversata senza ritorno, all’inizio del Novecento. Belle Marian Greener è diventata Belle Da Costa Greene e da mulatta è diventata bianca.
La storia della prima e più importante direttrice di biblioteca d’America, una storia di successi, di arte, di istruzione sopraffina, parte da una scelta lacerante che l’autrice inquadra in modo lucido e senza la minima ombra di giudizio.
La prefazione, in cui Alexandra Lapierre spiega il contesto storico degli Stati Uniti all’inizio del XX secolo, è anche un doveroso preambolo alle scelte lessicali dure e nette che ci troveremo a leggere, parole pesanti come pietre che all’epoca venivano pronunciate senza vergogna o rimorso e che solo in tempi recenti hanno trovato la giusta condanna.
Lapierre compie una scelta di aderenza perfetta alla realtà storica, ai fatti e alle parole dette da protagonisti e comprimari, senza sovrapporre i propri ragionamenti e sentimenti a quelli delle persone di cui racconta, prima fra tutti la sua protagonista.
Il corposo romanzo trova però un miracoloso equilibrio fra la dolorosa premessa e lo sviluppo della storia, una vicenda costellata di lotte e trionfi che portano la studentessa (ormai accreditata come bianca) di Harvard sino alla direzione della Morgan Library di New York.
Miss Da Costa Greene ottiene il rispetto del magnate JP Morgan e della sua famiglia, dei direttori dei musei più importanti del mondo, dei mercanti d’arte e degli eruditi; a detta dei contemporanei, è incredibile come abbia potuto arrivare a tanto essendo donna. Essi non conoscono che metà della sua storia.
Il tema razziale
Belle non si sposa e non ha figli, come la maggior parte dei suoi fratelli e sorelle, per evitare che un bimbo nero possa tradire le loro origini, far scoprire l’imbroglio e farli condannare al carcere e a perdere tutto ciò che hanno costruito col duro lavoro.
Entrò in ascensore. Stessa accoglienza calorosa del lift mentre chiudeva il cancello della cabina.
‘Bentornata, miss Greene!‘
Stesso sorriso.
‘Grazie, Billy. E’ bello essere di nuovo fra voi’.
‘Se sapesse…’ ridacchiò amaramente dentro di sé. ‘Ne*ra e ragazza madre! Mi butterebbe fuori’”.
Solo una sorella non riuscirà a mantenere il giuramento e donerà a Belle i tesori e i dolori più grandi.
L’amore per i libri di Belle Green
Oltre al tema razziale, il romanzo ha un altro grande filo conduttore che, poco alla volta, finisce per conquistare i lettori e prendere il sopravvento, così come fagocitò ogni altro aspetto della vita della protagonista.
Belle vive per i libri, ama i libri, li comprende e lotta per essi. Per incunaboli e manoscritti combatte battaglie durissime in ambienti maschili e gioca d’astuzia usando anche il suo fascino.
Ancora oggi la Morgan Library e i musei della grandiosa New York devono molto al suo lavoro di bibliofila e catalogatrice instancabile.
L’autrice Alexandra Lapierre
Alexandra Lapierre è nata nel 1955 a Parigi. È figlia dello scrittore, saggista e filantropo Dominique Lapierre, autore de La città della gioia e Mezzanotte e cinque a Bhopal.
Alexandra è nota in Italia per le sue biografie dedicate a figure femminili dell’antichità e dell’era moderna, come Artemisia, incentrata su Artemisia Gentileschi, Le Angeliche, La Dissoluta.
Belle Greene è il frutto di anni di ricerche storiche e bibliografiche: uscito in Francia nel 2021, è stato pubblicato in Italia da edizioni e/o con la traduzione di Alberto Bracci Testasecca.
La playlist di Belle Greene
Ascola la playlist su Spotify: Belle Greene – Alexandra Lapierre
La playlist dedicata a questo romanzo, che non cita esplicitamente alcun brano, si è composta praticamente da sola seguendo gli spostamenti di Belle all’inseguimento dei libri rari, oggetti d’arte e uomini che hanno condiviso con lei le sue passioni. New York, Parigi, Firenze, Londra sono i principali luoghi in cui ha vissuto, combattuto e amato e a cui si devono i brani che abbiamo scelto.
Cosa c’è di più classico del tema di New York New York cantato da Liza Minnelli o da Frank Sinatra? Nulla. Beh, allora permetteteci di rimescolare le carte.
Dopo le dediche di due newyorkesi doc come Madonna e Lenny Kravitz abbiamo varcato l’oceano, proprio come Belle, per scegliere il punto di vista di un inglese nella grande mela, Sting.
Frank Sinatra però non è stato dimenticato – e mai si potrebbe – perché abbiamo incluso nella nostra playlist la sua dichiarazione d’amore a Parigi.
Nella capitale francese ci lasciamo lasciati sommergere dalla nostalgia e dal sentimento con un altro sguardo straniero, quello di Roberto Vecchioni, e poi dall’insolita lettura della città fatta dai Noir Désir.
Niente superclassici, quindi bando ai Clash e ripeschiamo London degli Smiths, insieme a una perla nientemeno che di Ella Fitzgerald.
Chiudiamo in bellezza, quella che solo la musica italiana può esprimere, con due prospettive diametralmente opposte su Firenze; quella sarcastica e tagliente dei Litfiba e quella sentimentale e melodica di Ivan Graziani.
La nostra playlist è su Spotify: buona lettura, buon ascolto e buon viaggio.
La tracklist di Belle Greene
- I love New York – Madonna
- New York City – Lenny Kravitz
- Englishman in New York – Sting
- Parigi – Roberto Vecchioni
- Ici Paris – Noir Désir
- I love Paris – Frank Sinatra
- London – The Smiths
- A foggy day in London town – Ella Fitzgerald
- Firenze sogna – Litfiba
- Firenze – Ivan Graziani