di Camilla Pasteris
È una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di una lunga storia abbia bisogno di una memoria adeguata
È così che inizia il libro “La ragazza con la macchina da scrivere”, e credo ne riassuma perfettamente l’essenza.
È una storia romantica e nostalgica, alternata tra il presente, il 1994, e i flashback della vita di Dalia, in particolare del periodo tra il 1940 e il 1945.
La nostra mente non è fatta per percepire la felicità nel presente, quanto piuttosto per riconoscerla molti anni più tardi attraverso il filtro del tempo e dei ricordi.
Dalia nel 1940 è una ragazza di 17 anni, che lavora da quattro anni come dattilografa per il ragioniere del paese dove abita. Le sue giornate passano in tranquillità, tra un padre molto presente e poche amicizie, fino a quando non le viene dato l’incarico di dattilografare un romanzo a puntate per il celebre Nuto Cerri, famoso come “l’ardito scrittore” che raccontava le gesta dell’esercito italiano.
Dalia nel 1994 è una donna di 71 anni, alle prese con un grande punto di domanda: cosa ci faceva vestita elegante e con la collana di perle al bar quel giorno prima di avere “il piccolo incidente” che compromette la sua memoria?
A proposito di Dalia, è una signora di cui è impossibile non innamorarsi. Mai antiquata, ma piuttosto vintage. Sicuramente elegante e dignitosa. Ad accompagnarla nel suo racconto ci sono tante figure diverse, per lo più maschili, che occupano ruoli diversi nella sua vita, la storia di un’amicizia femminile di infanzia che dura negli anni, ma soprattutto la sua inseparabile macchina da scrivere, un Olivetti rossa, la stessa con cui più di cinquant’anni dopo il suo acquisto cerca di dare voce ai suoi ricordi, imprigionati nella punta delle sue dita.
La capacità dell’autrice di delineare i pensieri e la psicologia dei personaggi è molto efficace, senza ricorrere all’uso di tanti termini e aggettivi, ma piuttosto tramite la narrazione di fatti e azioni concrete. Ciò fa sì che la lettura scorra in modo veloce e piacevole, creando feeling con tutti i personaggi.
I riferimenti musicali nel testo non sono molti, sono perlopiù legati a opere teatrali classiche, o legati a libri classici che negli anni sono divenuti film o serie tv cult.
Il brano di Guccini, Signora Bovary, non è citato direttamente ma l’ho voluto inserire per rendere omaggio a Madame Bovary tanto amata dall’avvocato Ferro del romanzo, e a tutte le storie d’amore che si rincorrono negli anni.
Editore: Fazi Editore
Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/53DokivKR8B1MH9Gj0oPqO?si=tx-3Oz3WRJCreIA1JkTTJg
- Rigoletto, Act. 3: La donna è mobile – Luciano Pavarotti (Rigoletto)
- Dynasty theme
- The music of the night (di Il fantasma dell’Opera) – Andrew Lloyd Webber
- A Christmas Carol main theme – Alan Silvestri
- Sandokan theme
- Signora Bovary – Francesco Guccini