La libertà e la verità ne “Il posto dei santi” di Bianca Favale

di Eleonora Pizzi


Ci sono alcuni spazi, nella vita di ciascun essere umano, in cui ci dovrebbe entrare solo chi li possiede e, se proprio, le persone che i proprietari decidono di invitare, finché le ritengono ben accette.
Parlo del corpo e della psiche di ciascun essere umano.
E, in modo magistrale, ne parla, anzi, ne urla, l’autrice barese Bianca Favale in questo suo potente romanzo d’esordio. Là dove l’empatia fallisce, trionfa il metaforico pugno nello stomaco della rivendicazione attraverso il linguaggio – cristalli di parole, quelli che sparge attorno a sé Bianca – di quelle che dovrebbe essere semplici constatazioni senza giudizio o commento di contorno: l’orientamento sessuale, i gusti estetici, l’oggetto dell’innamoramento di ciascun essere umano.

Nell’ennesima, inutile, sera d’estate, con MTV che scorreva incessante […] si palesò la mia dea: Madonna si muoveva splendida con il rossetto nero e la pelle di un pallore abbagliante.
Con un filo di voce ripeteva un mantra: “express yourself, don’t repress yourself”.
Mi vidi contorcermi delicatamente tra le fiamme che mi avevano circondato e seguire con la mano il calore che avevo sentito mille altre volte nel cotone bianco delle mutande. Mi abbandonai a quel rogo senza potermi fermare e quasi non mi accorsi della mia voce, rotta e sottile come quella di Madonna, che scandiva quattro lettere.
“N-I-N-A”.

I due perni su cui ruotano i temi de Il posto dei santi, dirompenti contro le rocce della consapevolezza dei lettori come onde schiumose di mare in tempesta infrante dagli scogli, sono il viaggio dalla scoperta fino alla rivendicazione orgogliosa dell’omosessualità della protagonista, Alma Denigris, e la presa di coscienza che la non-sanità di una relazione tra due persone è, ahimè, trasversale a qualsiasi orientamento sessuale. Il rapporto che via via si sviluppa tra Alma e Nina, la co-protagonista del romanzo, è infatti improntato al narcisismo di quest’ultima, sopra la cui coscienza non si posa nemmeno una briciola di scrupolo nello sfruttare la sconfinata devozione che Alma le riserva.
Il viaggio della nostra eroina, invece, l’intelaiatura del testo, è costellato di coraggio, vergogna, accettazione, repressione, e squarciato nel mezzo da un atto di violenza tanto schifoso quanto totalmente privo di senso. Sì, beh, in effetti: ma quale atto di violenza ha un senso utile all’evoluzione personale o globale?

Casa editrice: Scatole Parlanti

Quel walkman in copertina…

…scarica dalle sue cuffie dapprima una montagna di musica classica, colonna sonora dell’infanzia di Alma, alla ricerca di un’armonia impossibile tra i suoi desideri e quelli della famiglia e della società:

Una piccola nota innesca la miccia e la meraviglia esplode con ordine davanti agli occhi: il miagolio degli archi, il trillo dei legni e il vociare noncurante degli ottoni, tutti insieme alla ricerca di una nota comune.

…poi, durante l’adolescenza, ci abbaglia con le luci stroboscopiche dei beat pop-dance di Madonna, simbolo per Alma della libera espressione di sé. Ma si sa, l’adolescenza è una bomba di colori esplosa in un secchiello, e vi trovano posto pure i riff rock e grunge delle band degli anni ’90 a braccetto con il pop e il cantautorato italiano.

Le citazioni musicali che Bianca Favale dissemina tra le pagine sono sia titoli di paragrafi, a volte opportunamente modificati per essere adattati al loro contenuto (“Nessuno mi può giudicare, nemmeno io”, per dirne uno), sia parti integranti ed esplicite della narrazione:

Quando ci stancavamo, Nina metteva su un po’ di musica. Le piaceva il reggae, ascoltava volentieri Bob Marley. Non le piaceva tenere il volume molto alto, le note erano un filo d’aria che si mescolava al fumo sprigionato dal bastoncino di incenso acceso sul comodino.

La playlist

La tracklist

  1. Flight of the bumble bee – Nikolai Rimsky, Korsakov
  2. Fantasia & fugue in A minor, BWV 944 – Johann Sebastian Bach
  3. Contredanse in G flat – Frédéric Chopin
  4. Serenade in E flat, K375: minuetto – Wolfgang Amadeus Mozart
  5. Romeo and Juliet fantasy overture – Pyotr Ilyich Čajkovskij
  6. Hungarian Dance no. 5 – Johannes Brahms
  7. Waltz no. 2 – Dmitri Shostakovich
  8. Boléro – Ravel
  9. 12 concertos, op. 3: L’estro armonico – Antonio Vivaldi
  10. Liebestraum n. 3 in A flat major – Franz Liszt
  11. Somebody to love – Queen
  12. About a girl – Nirvana
  13. Don’t stop me now – Queen
  14. Could you be loved – Bob Marley
  15. Innuendo – Queen
  16. One and one – Robert Miles
  17. Human nature – Madonna
  18. Nessuno mi può giudicare – Caterina Caselli
  19. Walking after you – Foo Fighters
  20. L’animale – Franco Battiato
  21. Agua – Jarabe De Palo
  22. Lithium – Nirvana
  23. Chissà se lo sai – Lucio Dalla
  24. Tu, forse non essenzialmente tu – Rino Gaetano
  25. Notturno in MI bemolle maggiore – Frédéric Chopin
  26. La calunnia è un venticello – Gioachino Rossini
  27. She’s like the wind – Patrick Swayze, Wendy Fraser (Dirty dancing soundtrack)
  28. Sempre – Gabriella Ferri
  29. Oggi sono io – Alex Britti
  30. Radici – Francesco Guccini
  31. Unfinished sympathy – Massive attack
  32. The power of goodbye – Madonna
  33. Gattaca: the departure – Michael Nyman (Gattaca soundtrack)
  34. Strade – Subsonica
  35. La voglia, la pazzia – Ornella Vanoni
  36. Ancora tu – Lucio Battisti
  37. Fortissimo – Mina
  38. Alba – Noemi
  39. True blue – Madonna
  40. Sipario – Renato Zero
  41. Insieme a te non ci sto più – Franco Battiato
  42. Cuccurucucu – Franco Battiato
  43. Oh me – Nirvana
  44. Il posto dei santi – Negramaro

Altre volte, invece, risalire alla canzone che Bianca ha inteso inserire nel testo è una manche di nascondino: un indizio qui, un’allusione là, ed ecco che, scavando un po’, la si svela. Il romanzo è appassionante pure per questo aspetto, come se già non fossero abbastanza intriganti le tematiche sviscerate e il linguaggio creativo ed elegante che dipinge l’urlo di liberazione, lo squarcio nel velo della mediocrità e della non conoscenza nel quadro della vita che, alla fine, Alma rende davvero sua.


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