di Cristina Cantiani
Il romanzo di Ruggiero è un libro fotografico a tutti gli effetti in quanto descrive l’anima delle città in cui si svolgono le vicende così bene che sembra di viverci da sempre. Più che descrizioni possiamo parlare di vere e proprie diapositive di ogni singolo luogo citato. Non ci sono foto nel libro, ma è come se ce ne fossero, qua e là, disseminate tra le pagine.
Le città del romanzo
Bologna, Parigi e la piccola isola di K. (sappiamo solo la sua iniziale) sono le coordinate spaziali del romanzo. In ognuna volti, sapori, odori, emozioni che si intrecciano. Non a caso Ruggiero è, oltre che scrittore, anche fotografo. Ed è appunto come se con questo suo romanzo d’esordio scattasse continuamente delle istantanee urbane.
Bologna
Bologna è la città dove inizia la storia. il protagonista Livio è alla fine del suo percorso universitario. Originario del Friuli, ha scelto l’ateneo bolognese per gli studi. Ovvio che l’università non è solo esami e lezioni, ma anche crescita, sentimenti, prime responsabilità, come quella del lavoro dopo la laurea.
Livio è innamorato di Bologna, la sente sua, ne gode appieno ogni angolo. E ribadisce che è
La città dove puoi goderti di più la vita, se hai tra i venti e i trentacinque anni… più adatta a vivere una giovinezza epicurea, libertina, sensuale
E proprio poco prima dei 30 anni, la grande stagione bolognese per Livio finisce. Se ne apre una nuova in terra francese, grazie ad una nuova opportunità di lavoro. È difficile lasciare Bologna, ma costituisce simbolicamente il quasi naturale abbassarsi del sipario sul palcoscenico emiliano.
Parigi
Basterebbe avere una mappa sotto per ripercorrere esattamente le strade di Livio. Lo scrittore vive attualmente a Parigi, quindi non può non conoscerne tutte le sfumature. Una città tosta, difficile, fredda, diversa da Bologna ovviamente. Nei numerosi scatti narrati attraverso il mirino del protagonista, mi colpisce questo:
Mentre torni a casa, dietro le facciate di tanti palazzi. Mentre tu cammini, contemporanee a te, nell’autunno parigino, anime solinghe si avvitano lungo vecchie scale in legno, scricchiolanti e strette, verso studiò, chambres de bonne di dieci metri quadri, piccionaie incastonate sotto ai comignoli, voliere per esseri umani perdute in fondo a sesti o settimi piani…
Il protagonista
Livio è un giovane uomo che con uno stato d’animo alterno tra brio e inquietudine racconta le stagioni della sua esistenza. A tratti malinconico, a tratti solitario, cerca un continuo rifugio nelle avventure di una notte con tante donne diverse. Sa di piacere e stuzzica le loro fantasie. Ma Livio non è solo questo. Rappresenta anche colui che soffre tremendamente per la perdita del padre, avvenuta diversi anni prima in un’incidente aereo. Suo padre infatti era un pilota e questa sua passione riaffiora nel figlio. I ricordi dei giorni passati insieme a volare si intrecciano con le testimonianze altrui dell’incidente. Livio vuole spiegare quell’incidente a cui non ha assistito a tutti i costi, quasi come se definendolo riuscisse a annientare la sua sofferenza.
Il titolo: la grande stagione
Che cos’è dunque la Grande Stagione di cui parla Ruggiero?
È quello spazio che sentiamo quando un ciclo sta per chiudersi, ma inesorabilmente ne inizia uno nuovo che può essere migliore o peggiore del precedente.
È quel brivido che ti ferma per la paura ma nel contempo ti fa avanzare verso un nuovo radioso ignoto.
Un po’ come nella natura, è quell’alternarsi di momenti diversi ma che uniti insieme ci rendono autentici.
Nel romanzo Livio attraversa tante stagioni per arrivare all’ultima, quella del suo arrivo a K., la piccola isola greca in cui è già stato con gli amici per il suo viaggio della maturità. Ed è da qui che tutto riparte verso nuovi splendidi orizzonti.
Ma in fin dei conti perché “affezionarsi” a ogni bella cosa, a tutto ciò che è stato capace di accenderti una scintilla di gioia? Bruciatela sul momento, non averne nostalgia!
Editore: Castelvecchi
La soundtrack
Un libro che è un omaggio alle città, alla loro struttura vertebrale, alla giovinezza e al cambiamento. E anche alla musica. Ruggiero si dimostra grande conoscitore musicale e Livio, di riflesso, ascolta tanta musica, ovunque.
Non mancano gli omaggi a Tenco, Dalla, Guccini, Claudio Lolli come grandi interpreti del cantautorato italiano e anche (alcuni di loro) abitanti/appassionati di Bologna. In particolare Claudio Lolli viene celebrato dall’autore come colui che con i suoi versi aveva davvero inciso nelle note l’autentica anima della città, in maniera schietta e tagliente.
Altro momento musicale avviene quando Livio deve lasciare Bologna per la sua nuova avventura sotto la Torre Eiffel; guardando San Luca da lontano, si mette a canticchiare una canzone di Brassens, ma dice di preferire a questa la versione di De André. Brassens è un importante cantautore francese. De André lo considerava come il suo mito e maestro, per questo tradusse alcune sue canzoni in italiano, come il Gorilla, appunto presente nella playlist.
Ma c’è anche musica internazionale da ogni parte del mondo. Quando va a scattare fotografie al mare di Rimini, Livio ascolta in macchina il rock progressivo dei Soft machine con l’album Third, uscito negli anni ‘70. Invece per il suo viaggio in macchina verso casa, in Friuli, ascolta Bill Evans e il suo delicato jazz. E molto altro ancora.
Insomma la playlist della Grande stagione è così ricca ed esaustiva che soddisfa ogni palato musicale.
Buon ascolto e buona lettura!
Ascolta la soundtrack: La grande stagione – Paolo Ruggiero
La tracklist
- Ne me quitte pas – Jaques Brel
- Impressions live – David Allen & Gong
- Harvest Moon – Neil Young
- Nardis – Bille Evans Trio
- Ho visto degli zingari felici – Claudio Lolli
- Piazza grande – Lucio Dalla
- Gli impermeabili – Paolo Conte
- Sledgehammer – Peter Gabriel
- Vedi cara – Francesco Guccini
- Senza fine – Gino Paoli
- Duran Duran – Come Undone
- Good Vibrations – The Beach Boys
- Time after time – Cindy Lauper
- Facelift – Soft Machine
- Roads – Portishead
- Se que volveras – Nana Mouskouri, Julio Iglesias
- Mi sono innamorato di te – Luigi Tenco
- Watermelon man – Herbie Hancock
- The sage – Greg Lake
- Thalassa mono ki ouranos – Meri Lida Manolis Hiotis
- Andar com fé – Gilberto Gil
- Black is the color of my true love’s hair – Marc Johnson, Bill Frisell
- L’amore non si spiega – Sergio Cammariere
- Goldberg variations – Johann Sebastian Bach
- Marinette (J’avais l’air d’un con) – Georges Brassens
- Titties & beer – Frank Zappa
- 4 Impromptus, Op. 90 – Franz Schubert, Radu Lupu
- Femme fatale – Nico
- Black coffee – Sarah Vaughan
- Ondine – Vlado Perlemuter
- I wanna be your dog – The Stooges
- Suzanne – Leonard Cohen
- Blackbird – Ulf Wakenius, Lars Danielsson
- The Winner takes it all – Carla Bruni
- Preludes, op. 28 no. 4 in E minor – Frédéric Chopin, Grigory Sokolov
- Immigrant song – Led Zeppelin
- I’m glad – Captain Beefheart & His Magic Band
- Infant eyes – Wayne Shorter
- Herbes Mauves – Plaisir De France, Barbara Carlotti
- C’est ça l’amour – Luce, Mathieu Boogaerts
- Il Gorilla – Fabrizio De André