La grande stagione – Paolo Ruggiero

di Cristina Cantiani


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Il romanzo di Ruggiero è un libro fotografico a tutti gli effetti in quanto descrive l’anima delle città in cui si svolgono le vicende così bene che sembra di viverci da sempre. Più che descrizioni possiamo parlare di vere e proprie diapositive di ogni singolo luogo citato. Non ci sono foto nel libro, ma è come se ce ne fossero, qua e là, disseminate tra le pagine.

Le città del romanzo

Bologna, Parigi e la piccola isola di K. (sappiamo solo la sua iniziale) sono le coordinate spaziali del romanzo. In ognuna volti, sapori, odori, emozioni che si intrecciano. Non a caso Ruggiero è, oltre che scrittore, anche fotografo. Ed è appunto come se con questo suo romanzo d’esordio scattasse continuamente delle istantanee urbane.

Bologna

Bologna è la città dove inizia la storia. il protagonista Livio è alla fine del suo percorso universitario. Originario del Friuli, ha scelto l’ateneo bolognese per gli studi. Ovvio che l’università non è solo esami e lezioni, ma anche crescita, sentimenti, prime responsabilità, come quella del lavoro dopo la laurea.
Livio è innamorato di Bologna, la sente sua, ne gode appieno ogni angolo. E ribadisce che è

La città dove puoi goderti di più la vita, se hai tra i venti e i trentacinque anni… più adatta a vivere una giovinezza epicurea, libertina, sensuale

E proprio poco prima dei 30 anni, la grande stagione bolognese per Livio finisce. Se ne apre una nuova in terra francese, grazie ad una nuova opportunità di lavoro. È difficile lasciare Bologna, ma costituisce simbolicamente il quasi naturale abbassarsi del sipario sul palcoscenico emiliano.

Parigi

Basterebbe avere una mappa sotto per ripercorrere esattamente le strade di Livio. Lo scrittore vive attualmente a Parigi, quindi non può non conoscerne tutte le sfumature. Una città tosta, difficile, fredda, diversa da Bologna ovviamente. Nei numerosi scatti narrati attraverso il mirino del protagonista, mi colpisce questo:

Mentre torni a casa, dietro le facciate di tanti palazzi. Mentre tu cammini, contemporanee a te, nell’autunno parigino, anime solinghe si avvitano lungo vecchie scale in legno, scricchiolanti e strette, verso studiò, chambres de bonne di dieci metri quadri, piccionaie incastonate sotto ai comignoli, voliere per esseri umani perdute in fondo a sesti o settimi piani…

Il protagonista

Livio è un giovane uomo che con uno stato d’animo alterno tra brio e inquietudine racconta le stagioni della sua esistenza. A tratti malinconico, a tratti solitario, cerca un continuo rifugio nelle avventure di una notte con tante donne diverse. Sa di piacere e stuzzica le loro fantasie. Ma Livio non è solo questo. Rappresenta anche colui che soffre tremendamente per la perdita del padre, avvenuta diversi anni prima in un’incidente aereo. Suo padre infatti era un pilota e questa sua passione riaffiora nel figlio. I ricordi dei giorni passati insieme a volare si intrecciano con le testimonianze altrui dell’incidente. Livio vuole spiegare quell’incidente a cui non ha assistito a tutti i costi, quasi come se definendolo riuscisse a annientare la sua sofferenza.

Il titolo: la grande stagione

Che cos’è dunque la Grande Stagione di cui parla Ruggiero?
È quello spazio che sentiamo quando un ciclo sta per chiudersi, ma inesorabilmente ne inizia uno nuovo che può essere migliore o peggiore del precedente.
È quel brivido che ti ferma per la paura ma nel contempo ti fa avanzare verso un nuovo radioso ignoto. 
Un po’ come nella natura, è quell’alternarsi di momenti diversi ma che uniti insieme ci rendono autentici.
Nel romanzo Livio attraversa tante stagioni per arrivare all’ultima, quella del suo arrivo a K., la piccola isola greca in cui è già stato con gli amici per il suo viaggio della maturità. Ed è da qui che tutto riparte verso nuovi splendidi orizzonti.

Ma in fin dei conti perché “affezionarsi” a ogni bella cosa, a tutto ciò che è stato capace di accenderti una scintilla di gioia? Bruciatela sul momento, non averne nostalgia!

Editore: Castelvecchi

La soundtrack

Un libro che è un omaggio alle città, alla loro struttura vertebrale, alla giovinezza e al cambiamento. E anche alla musica. Ruggiero si dimostra grande conoscitore musicale e Livio, di riflesso, ascolta tanta musica, ovunque.
Non mancano gli omaggi a Tenco, Dalla, Guccini, Claudio Lolli come grandi interpreti del cantautorato italiano e anche (alcuni di loro) abitanti/appassionati di Bologna. In particolare Claudio Lolli viene celebrato dall’autore come colui che con i suoi versi aveva davvero inciso nelle note l’autentica anima della città, in maniera schietta e tagliente.
Altro momento musicale avviene quando Livio deve lasciare Bologna per la sua nuova avventura sotto la Torre Eiffel; guardando San Luca da lontano, si mette a canticchiare una canzone di Brassens, ma dice di preferire a questa la versione di De André. Brassens è un importante cantautore francese. De André lo considerava come il suo mito e maestro, per questo tradusse alcune sue canzoni in italiano, come il Gorilla, appunto presente nella playlist.

Ma c’è anche musica internazionale da ogni parte del mondo. Quando va a scattare fotografie al mare di Rimini, Livio ascolta in macchina il rock progressivo dei Soft machine con l’album Third, uscito negli anni ‘70. Invece per il suo viaggio in macchina verso casa, in Friuli, ascolta Bill Evans e il suo delicato jazz. E molto altro ancora.

Insomma la playlist della Grande stagione è così ricca ed esaustiva che soddisfa ogni palato musicale.
Buon ascolto e buona lettura!

Ascolta la soundtrack: La grande stagione – Paolo Ruggiero

La tracklist

  1. Ne me quitte pas – Jaques Brel
  2. Impressions live – David Allen & Gong
  3. Harvest Moon – Neil Young
  4. Nardis – Bille Evans Trio
  5. Ho visto degli zingari felici – Claudio Lolli
  6. Piazza grande – Lucio Dalla
  7. Gli impermeabili – Paolo Conte
  8. Sledgehammer – Peter Gabriel
  9. Vedi cara – Francesco Guccini
  10. Senza fine – Gino Paoli
  11. Duran Duran – Come Undone
  12. Good Vibrations – The Beach Boys
  13. Time after time – Cindy Lauper
  14. Facelift – Soft Machine
  15. Roads – Portishead
  16. Se que volveras – Nana Mouskouri, Julio Iglesias
  17. Mi sono innamorato di te – Luigi Tenco
  18. Watermelon man – Herbie Hancock
  19. The sage – Greg Lake
  20. Thalassa mono ki ouranos – Meri Lida Manolis Hiotis
  21. Andar com  fé – Gilberto Gil
  22. Black is the color of my true love’s hair – Marc Johnson, Bill Frisell
  23. L’amore non si spiega – Sergio Cammariere
  24. Goldberg variations – Johann Sebastian Bach
  25. Marinette (J’avais l’air d’un con) – Georges Brassens
  26. Titties & beer – Frank Zappa
  27. 4 Impromptus, Op. 90 – Franz Schubert, Radu Lupu
  28. Femme fatale – Nico
  29. Black coffee – Sarah Vaughan
  30. Ondine – Vlado Perlemuter
  31. I wanna be your dog – The Stooges
  32. Suzanne – Leonard Cohen
  33. Blackbird – Ulf Wakenius, Lars Danielsson
  34. The Winner takes it all – Carla Bruni
  35. Preludes, op. 28 no. 4 in E minor – Frédéric Chopin, Grigory Sokolov
  36. Immigrant song – Led Zeppelin
  37. I’m glad – Captain Beefheart & His Magic Band
  38. Infant eyes – Wayne Shorter
  39. Herbes Mauves – Plaisir De France, Barbara Carlotti
  40. C’est ça l’amour – Luce, Mathieu Boogaerts
  41. Il Gorilla – Fabrizio De André