La bellezza del caos – Leo Tenneriello

di Gabriella Femia


Riprendendo il titolo di un famoso racconto, potremmo dire “venti personaggi in cerca d’autore”. Ma loro non sono solo personaggi: sono vite, emozioni, stati d’animo. Sono noi.

Il dolore aiuta a scoprire in noi nuove ampiezze dell’anima. La bellezza del dolore è una predisposizione all’ascolto, alla comprensione, al male degli altri.

In questa frase è racchiusa l’anima di questa opera, ma sto semplificando.
Se pensate di trovarvi di fronte al classico libro con un inizio, lo sviluppo di una storia e la sua fine, vi sbagliate. La bellezza del caos è una raccolta di racconti di anime, di persone che vivono con il proprio conflitto interiore e di persone che non vivono affatto, ma che ogni giorno fanno ciò che devono, in un costante flusso di abitudini.

Venti racconti

Ogni racconto rispecchia una condizione interiore o uno stato dell’animo: delusione, depressione, stanchezza, paura del mondo, voglia di essere diversi, voglia di evadere.

Ci siamo, in quanto se non ci fossimo mancheremmo a qualcuno e per quel qualcuno vale la pena esserci.

Questo il pensiero che ha salvato Alessandro dal suicidio: la consapevolezza di essere motivo di vita per la moglie.

Edoardo potrebbe rappresentare uno di noi, una delle tante persone con pensieri negativi che, a detta dei più, attira a sé ulteriore negatività. Negatività ben presente nella sua vita. Il fratello non manca di ricordarglielo. Dopo l’ultima nefasta avventura, nella sua testa si fa strada un pensiero: “Ho seminato nel cielo nuvole per poi raccoglierne il buio”. Forse caccerà i pensieri negativi e farà spazio alla luce, forse guarirà dalla sua grande paura.

La storia di Renato potrebbe apparire normale al lettore, ma in realtà normale non lo è per nulla. “La follia riesce a domare i drammi e le caricature della vita”.
Renato incontra un barbone che gli somiglia molto, ne rimane impressionato e decide di differenziarsi da lui per annullare tale somiglianza.
Lo incontra nuovamente e scopre che anche il clochard ha intrapreso lo stesso cambiamento. Che Renato e il barbone siano la stessa persona?

Il personaggio di Matteo ci fa focalizzare, invece, sulle persone considerate classiste e razziste. Ha una vita agiata e non vede di buon occhio chi invece vive ai margini della società. Un giorno avrà a che fare con uno di loro e inizierà a perdere quella corazza di coerenza, aiutandolo. A quel punto si ritroverà a a provare un senso di beatitudine, anche solo per pochi istanti, che lo renderà felice.

Il suo essere tutto d’un pezzo era nemico dell’appagamento interiore. Il dispotismo della coerenza aveva segnato un arretramento.

In uno dei racconti il lettore si troverà di fronte a un personaggio strano e senza nome: uno scrittore che decide di chiudersi giorno e notte in una scatola. Il senso di angoscia per ciò che il protagonista vive, sia internamente che esternamente, passa tutto attraverso questo racconto.
C’è una frase che più di altre racchiude il fulcro del suo malessere:

Era come se il passato fosse battuto in continuazione da un frenetico ed evanescente presente che non aveva nessuna cognizione di futuro.

L’ultimo personaggio su cui vorrei richiamare l’attenzione del lettore è il protagonista del racconto finale: Giovanni. Un sognatore, un attore di teatro senza spettatori. Dedica la sua vita al sogno di diffondere la cultura e la bellezza. Purtroppo però il mondo non lo comprende e si ritrova sempre più solo.
Di nuovo un personaggio che può essere ognuno di noi.

C’è sempre una battaglia da affrontare e non dobbiamo mai darci per sconfitti; lottiamo per noi stessi e non contro il mondo. Meglio ancora, non è nemmeno una guerra, ma è solo il nostro modo di tenere vivo l’amore per la vita.

L’autore

Leo Tenneriello è diventato un nostro amico da diversi mesi, abbiamo già parlato della sua ultima opera Il giardino dei dispari e lo abbiamo supportato quando ha partecipato nel settembre 2020 a Sanremo Rock & Trend Festival (ve ne abbiamo parlato qui) in cui si è aggiudicato uno dei Premium Partner che lo ha portato a un contratto con la Music Record Italy. Cantautore con all’attivo sei album, scrittore di emozioni, non solo di storie, ricordiamo, tra le sue opere: Metamorfosi e fuga, Sorella noia fratello luna, In amore siamo cose
In questa quarta opera dell’autore veniamo catapultati in un’atmosfera di realtà che si confonde con i ricordi, la stessa realtà che riesce a confondersi con i sogni che a loro volta si confondono nuovamente con la realtà per cui si cade in un vortice in cui il lettore legge dei fatti che si disperdono tra le emozioni e alla fine prevale l’emozione e non il mero racconto.

La playlist

La playlist è composta da canzoni citate nel libro e scelte dall’autore. Partiamo da Lo shampoo di Giorgio Gaber, che Leo cita raccontando la storia di Francesco. Francesco un giorno ricorda quando era un bambino e, guardando una sposa uscire di fronte a casa sua, si crea delle aspettative sul matrimonio. La sua vita scorre poi nella normalità di un uomo in carriera e nelle abitudini di una vita normale. Ma è proprio quel ricordo a salvarlo dal baratro economico e fargli cambiare completamente vita professionale in un periodo di crisi economica. A volte in noi restano chiusi dei ricordi, stanno lì e non li consideriamo, poi un giorno riaffiorano e solo allora ne capiamo il senso.

L’autore inserisce anche la canzone Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli: Marie lascia il fidanzato durante una conversazione telefonica, il vicino di ombrellone ascolta la conversazione e poi la sogna mentre nuota verso il cielo e cerca di raggiungerla, gli sguardi si incrociano e i loro cuori volano. Poi lui si risveglia e capisce che si trattava solo di un sogno, al quale però si era aggrappato, nella ricerca di illusoria della felicità. A volte basta poco per essere felici, a volte basta anche solo un sogno.

La famosissima Vita Spericolata di Vasco Rossi cambia nel giro di pochi minuti la vita di Pietro. Pietro si invaghisce di una ragazza che frequenta un gruppo religioso chiuso, abbandona l’abitudinaria vita per stare con lei e diventa discepolo di Dio, si integra perfettamente col gruppo e con le sue regole ferree. Un giorno, grazie al fratello cha va a trovarlo, ascolta questa canzone e in lui scatta qualcosa:  “La Tenda”, il gruppo religioso a cui appartiene da nove mesi, ai suoi occhi si tramuta in un enorme caos e decide di lasciarlo per tornare alle abitudini di casa. Vuole vivere una vita spericolata, ma lontano dal caos.

La prima volta che t’ho tradita, canzone dello stesso Tenneriello, fa da colonna sonora alla storia di Gabriella e Simone, due persone completamente diverse. Lui è sposato, è concentrato sugli affari, cura il fisico in maniera maniacale e si preoccupa solo dell’esteriorità. Lei è single, è una persona di cultura, legge molto ed è incline a preoccuparsi della propria interiorità. La loro storia d’amore inizia grazie allo zampino del destino, con naturalezza. Con la stessa naturalezza la loro storia si chiude, senza disturbare nessuno.

Red Shoes di Elvis Costello regala attimi di intensa felicità a Katia, donna attiva e vivace che vive circondata da una famiglia che gli impedisce di esprimere sé stessa e che la vorrebbe sempre “una donna per bene”. Così il marito le impedisce di indossare le sue amate scarpe rosse perché sono da “donna di strada”. Lei allora le nasconde in macchina e un mattino che piove decide di indossarle prima di salire sul tettuccio dell’auto e ballare a ritmo di Red shoes. E si sente finalmente viva.

Nella playlist trovano spazio anche Bob Dylan con My back pages e Riccioli dello stesso Tenneriello a raccontare la storia di Alberto, un ragazzo mediocre che passa la sua vita un passo dietro gli altri. Alberto è un uomo insicuro a causa della protezione continua e assillante della madre, che lui però adora. Il suo malessere interiore lo porterà a ripercorre la sua vita e a rivivere i ricordi più importanti della sua esistenza, per poi tirarne le somme: alla fine va bene così com’è.

How to save a life dei The Fray è stata scelta perché in questa opera, come abbiamo avuto modo di vedere, si alternano anime che lottano, vite che vivono momenti di sconforto, persone profondamente in conflitto con loro stesse. Vite da salvare.

Something just like this dei The Chainsmokers & Coldplay è stata accostata a questa opera per due motivi. Il primo è il sound: un crescendo che si accosta perfettamente alle vite di alcuni dei personaggi che lottano per uscire dei loro conflitti. Il secondo è la percezione che queste anime vogliano semplicemente essere persone normali: nessuno mira ad essere un supereroe, sarebbe un successo già solo trovare e essere se stessi.

Concludiamo con Where are we runnin’? di Lenny Kravitz. Il lettore si chiederà cosa c’entri una canzone così vivace con un libro che, invece, scorre tranquillo, raccontando la storia di queste persone senza alcuna fretta. C’è un motivo: se queste persone vivono conflitti interiori, probabilmente è perché corrono come tutti noi, presi dal delirio delle proprie vite. E correndo non ci fermiamo a pensare a noi stessi, alla nostra anima, al nostro essere, e non ci accorgiamo di ciò che stiamo perdendo. Diamo tutto per scontato, diamo noi stessi per scontati. Ma le nostre emozioni, il nostro essere, esistono ed è nostro dovere fermarci e ascoltarci. Per vivere.

Ascolta la colonna sonora su Spotify: La bellezza del caos – Leo Tenneriello

La tracklist

  1. Lo shampoo – Giorgio Gaber
  2. Insieme a te non ci sto più – Caterina Caselli
  3. Vita Spericolata – Vasco Rossi
  4. La prima volta che t’ho tradita – Leo Tenneriello
  5. (The Angels wanna wear my) Red shoes – Elvis Costello
  6. My back pages – Bob Dylan
  7. Riccioli – Leo Tenneriello
  8. How to save a life – The Fray
  9. Something just like this – The Chainsmokers & Coldplay
  10. Where are we runnin’? – Lenny Kravitz

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