Il tema dell’aborto ne L’evento di Annie Ernaux

di Cristina Nori


L’aborto in Francia diventa legale nel 1975 grazie alla legge che porta il nome di Simone Veil.
Prima però cosa succedeva?
Le donne non abortivano?
Oppure lo facevano in segreto, con mezzi di fortuna, guidate dal passaparola?

L’aborto in Francia nel 1963

Il bellissimo romanzo di Annie Ernaux è una cronaca lucida e spietata del percorso compiuto in prima persona dall’autrice per porre termine a una gravidanza indesiderata e imprevista nella città di Rouen nel 1963.
Annie ha 23 anni ed è alla prima esperienza universitaria fuori di casa. Sperimenta molte cose, come tutti a quell’età, anche l’amore.
A quell’epoca però nascere maschio o femmina portava a una prospettiva diversa sulle relazioni: il maschio, anche se persona sensibile e istruita, può vivere la sessualità senza preoccuparsi delle conseguenze. 
Il romanzo mostra come questa divergenza fosse, in primo luogo, culturale, e solo secondariamente biologica.
I ragazzi e gli uomini adulti a cui Annie chiede conforto e consiglio non riescono o non vogliono  darle aiuto: chi per convinzione, chi per recondito sadismo, alcuni proprio perché non riescono a inquadrare il problema della gravidanza indesiderata.
Il loro corpo non potrebbe mai portare in sé un embrione e tanto basta per derubricare il problema a una faccenda femminile, quindi di secondo piano, di poca importanza.
“I figli dell’amore sono sempre belli” arrivano a dire ad Annie che, sempre più preoccupata e demoralizzata, gira a vuoto per ambulatori.

Una storia autobiografica

L’evento seziona uno per uno i sentimenti e le emozioni della protagonista: dall’attesa, ancora intrisa di speranza, che il ciclo ritorni, alla paura quando ormai è certa della gravidanza, allo smarrimento e alla disperazione che la accompagnano quando si trova sola, senza una soluzione.

Annie Ernaux è solita affermare che il privato è anche pubblico e questo libro, breve ma molto profondo, ne è la prova.
L’esperienza che la protagonista fa è universale, potrebbe riguardare qualsiasi donna in quanto individuo che può procreare; anche chi non è passata attraverso l’esperienza dell’aborto potrà sentire ciò che sente la protagonista, perché si tratta di qualcosa di carnale, viscerale.

Il racconto della manovra abortiva e della conclusione della gravidanza sono strazianti, scolpite nella pietra, non si possono scordare. Ancora di più perché, attorno al dolore della protagonista, c’è un mondo che prosegue nelle proprie occupazioni senza battere ciglio.

I maschi sono spettatori, dallo sguardo a volte stolido e a volte punitivo; sono soltanto donne quelle che riescono ad aiutare Annie, vuoi per compassione, vuoi per denaro.

C’è stato un dolore atroce. Lei diceva ‘su piccina, la smetta di urlare’ e ‘devo pur fare il mio lavoro’, o forse altre frasi ancora che avevano un solo significato, l’obbligo di andare fino in fondo. Frasi che in seguito ho ritrovato nei racconti di donne che avevano abortito clandestinamente, come se non ci possano essere, in quel momento, parole diverse da quelle della necessità e, talvolta, della compassione.

Alla fine del libro non si può non essere presi dalla compassione, dalla pietas; siamo portati a chiederci: perché Annie non ha potuto vivere questo percorso in un ospedale, al sicuro? Perché ha dovuto accollarsi il rischio della clandestinità, come prima di lei hanno fatto migliaia di donne?
C’è ancora qualcuno oggi a pensare che una donna prenda un aborto con leggerezza?
Questi interrogativi, che restano impressi al lettore, sono il senso della battaglia civile che l’autrice ha portato avanti per tanti anni e che l’ha portata al Premio Nobel per la letteratura 2022.

Editore: L’Orma Editore

La musica ne L’evento di Annie Ernaux

Ascolta la colonna sonora de L’evento su Spotify: L’evento di Annie Ernaux

Può sembrare strano, ma in questo racconto c’è anche spazio per la musica.
L’autrice sceglie di citare alcune canzoni dell’epoca, ma quando si sofferma in particolar modo su una non lo fa in modo casuale.
Ernaux cita una canzone apparentemente sciocca, Dominique, ma non è tanto il brano, quanto la storia dell’autrice a essere importante.
L’autrice di Dominique è una religiosa belga, Suor Jeanne Dickers, conosciuta al pubblico come Soeur Sourire, che la compose nel 1963. La vita di Suor Sorriso, nonostante il nome gioioso e il talento musicale che Dio le aveva donato, fu tutt’altro che felice. Osteggiata dalle gerarchie ecclesiastiche per il suo successo, depredata dei guadagni, smonacata e infine morta suicida, è lo spettro che accompagna Annie nel momento più buio della sua ricerca.

Mi è parso come se quella che mi aveva accompagnata per le strade di Martainville quando ero sola e perduta fosse stata la donna che la suora non sapeva sarebbe diventata un giorno (…). Eravamo state unite da una derelizione, solo sfasata nel tempo.

Dopo Suor Sorriso, altra musica scorre fra le pagine de L’evento, ma queste canzoni servono solo a rimarcare la vita che scorre – fuori – ignara di ciò che sta accadendo nel corpo di Annie.
Troviamo quindi La Javanaise, la divertente Si j’avais un marteau, persino la Marsigliese, l’eco della legge che risuona fra le strade di Rouen. Chiude la playlist del libro La passione secondo Giovanni di J. S. Bach e anche qui la scelta non è casuale, se pensiamo al significato che la passione di Cristo può assumere quando viene trasposto nella vita quotidiana di noi deboli e fallaci creature umane.

La tracklist

  1. La Javanaise – Serge Gainsbourg
  2. J’ai la memoire qui flanche – Jeanne Moreau
  3. Dominique – Soeur Sourire
  4. Finale (colonna sonora del film Les parapluies de Cherbourg) – José Bartel, Danielle Licari
  5. Si J’avais un marteau – Claude Francois
  6. Tamouré (colonna sonora del film In famiglia si spara) – Michel Magne
  7. La Marseillaise – Claude Joseph Rouget de Lisle
  8. Passione secondo Giovanni – J.S. Bach

L’autrice Annie Ernaux

Annie Ernaux, francese, è nata nel 1940.
Già vincitrice dei premi Marguerite Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française, del Premio Strega europeo 2016, nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura.
Fra i suoi romanzi più famosi Gli armadi vuoti (1974), La donna gelata (1981), La vergogna (1997).
L’evento, uscito nel 2000, è pubblicato in Italia da L’Orma Editore con la traduzione di Lorenzo Flabbi.


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