Il Madrigale senza suono di Andrea Tarabbia suona e risuona

di Alessio Barettini


MADRIGALE: Componimento poetico di origine popolare, che compare in Italia almeno dal sec. 14°, consistente all’inizio in un breve quadretto di natura campagnola e pastorale, talvolta tendente all’epigramma, con uno schema metrico fisso (… ) A partire dalla prima metà del sec. 16°  erano denominate madrigali indipendentemente dalla forma metrica del testo musicato (poteva trattarsi di madrigali cinquecenteschi, di stanze di canzone o di ballata, di ottave, di sonetti, ecc.) – Treccani

Il protagonista, Gesualdo

Nella storia della cultura e dell’arte ci sono delle figure uniche, la cui vita sembra trascendere la propria epoca, la cui arte risulta profetica e comunque portatrice di una voce unica, sintesi perfetta e annuncio ultraterreno. Divino, avrebbe detto Gesualdo da Venosa, madrigalista a cui Andrea Tarabbia ha dedicato questo romanzo, Madrigale senza suono, uscito nel 2019. Un ‘opera giustamente complessa perché complesse erano state l’arte e la vita del compositore. Tarabbia ricostruisce la vita di Gesualdo storicamente e inventando, sforzandosi di entrare dentro un personaggio che ha vissuto esperienze con cui lui stesso sembra non avesse saputo convivere se non attraverso il suo stesso daimon.

Editore: Bollati Boringhieri

I piani narrativi e gli arzigogoli emotivi

Il romanzo, biografico, intreccia elementi storici con altri completamente inventati, a creare un piano di narrazione arguto e altamente simbolico. A osservare la vita di Gesualdo e a raccontarcela è infatti il suo fido compagno, non realmente esistito ma centrale qui, un nano storpio e ripugnante, perlopiù evitato da tutti. Questo piano indubbiamente privilegiato, dato che Gioachino Ardytti conosce tutta la vita del suo padrone avendogli dedicato la propria, ci mostra una vita da un punto di vista ribassato, vicino al peccato e alle turpitudini che tanto hanno macchiato l’animo e la storia del maestro di Venosa. Gesualdo ha infatti ucciso la propria moglie, pratica barbarica e condannabile ma accettata socialmente allora poiché colta in flagranza di reato coniugale, di tradimento.
A leggere di questa storia, ed ecco un nuovo piano di narrazione, è Igor Stravinskij nel 1956, in Italia, dove entra in possesso di un manoscritto inedito, redatto dallo stesso Ardytti, sulla cui esistenza si nutrono forti perplessità. Tra Stravinskij e Gesualdo esiste una corrispondenza. A lui, infatti, il compositore russo dedica il Monumentum pro Gesualdo da Venosa ad CD Annum, una riscrittura del 1960 basata su tre madrigali di Gesualdo da Venosa riscritti in occasione dei 400 anni dalla sua nascita.
A complicare ulteriormente le cose oltre alla narrazione biografica e cronologica, la seconda parte del romanzo, quella che comincia dopo l’omicidio, si colora di tinte anche più fosche poiché Gioacchino    avrebbe tenuto in prigionia bestiale Ignazio figlio di Gesualdo salvato dalla pancia della morente. Fantasia, probabilmente, come si premura di spiegarci Stravinskij, séguito di una leggenda circolata a Napoli sin da allora. Questa ultima parte rende le spire della psiche del protagonista, le sue volute nel peccato e le profondità dell’anima ancora più imperscrutabili. Sono le paludi dentro le quali Gesualdo appare come il compositore maledetto che è stato, inadatto a ogni luce, esploratore degli abissi e artista di estrema sensibilità. Il romanzo esplora questi abissi osservando anche le fasi compositive dei suoi libri di madrigali, ascolti difficili ma molto interessanti per gli specialisti.

La complessità letteraria

Madrigale senza suono è un romanzo storico e gotico, psicologico ed erotico, moderno e postmoderno. Il narratore ha qualcosa che può ricordare Di bestia in bestia di Michele Mari, il triplo piano delle narrazioni vive della possibilità di una costante interpretazione simbolica. La presenza di personaggi realmente esistiti, Gesualdo e sua moglie Maria D’Avalos, Torquato Tasso, Eleonora d’Este, e altri inventati crea un’architettura complessa che ricalca l’aspetto creativo della musica di Gesualdo, i cui madrigali hanno anticipato la scoperta della polifonia, tanto da risultare di ispirazione persino ad artisti del calibro di Franco Battiato.

La colonna sonora di Madrigale senza suono

Ascolta la colonna sonora di Madrigale senza suono su Spotify: Madrigale senza suono – Andrea Tarabbia

La tracklist

  1. Gesualdo da Venosa – Franco Battiato
  2. Ahi, disperata vita – Gesualdo da Venosa
  3. Monumentum pro Gesualdo – Igor Stravinskij
  4. Quinto libro di Madrigali, 4. Dolcissima mia vita – Carlo Gesualdo
  5. Così nel mio parlar – Luca Marenzio
  6. Cor mio, mentre vi miro – Claudio Monteverdi

Elaborazione in corso…
Fatto! Sei nell'elenco.