Il giardino dei dispari – Leo Tenneriello

di Gabriella Femia


La storia è un pretesto per esplorare i luoghi più bui dell’anima.

Di questo l’autore Leo Tenneriello ne è convinto. In questo racconto la storia del personaggio esiste, ma non viene chiaramente raccontata, la storia della sua vita è celata da un velo di ricordi che a volte lui solleva lievemente, ricordi deliranti, ricordi che appaiono all’improvviso e che lo strappano dal suo pensare e ragionare.
Il delirio è una costante di questo racconto corto ma al tempo stesso intenso, o intenso proprio perché corto, concentrato su sé stesso, sulla sua anima strappata da ricucire anche se non sa come porre rimedio e nemmeno sa se è giusto farlo.

Aldo torna nella casa dei suoi genitori per riallacciare i rapporti con la sua infanzia e con sé stesso. Nel corso della vita si era perso per inseguire il successo lavorativo, come fanno tanti, per ritrovarsi incarcerato in una vita come tante di un uomo come tanti, per poi passare da una separazione come tante che però gli dà un minimo di guizzo vitale e lo porta, dopo svariati anni, nel paese della sua infanzia.
Ed è lì che inizia il suo sogno, che sembra quasi un coma. Perché lui ricorda: parla con Giulia che c’è o forse no, parla con il professore delle superiori che irrompe nella sua mente mentre rimugina sulla sua vita e si fa milioni di domande, ripensa alla madre e al padre, ma con loro non parla mai perché loro no, non ci sono, fanno parte di lui solo come fantasmi, e non parla nemmeno con i figli, che invece ci sono ma è come se non ci fossero.
I ricordi del passato ora, mentre torna alla realtà guardandosi allo specchio, hanno finalmente un senso. Ed ecco arrivare una spaventosa consapevolezza: è invecchiato. Una consapevolezza che dà il via al suo cambiamento.

Aldo nel suo coma pone molte domande, non solo a sé stesso: domande in cui ognuno di noi può ritrovare il proprio delirio fermandosi a pensare alla propria vita. Un dialogo con sé stessi, e con le persone che forse hanno avuto più importanza nella sua vita.
Ma queste ventiquattro ore di delirio sono esistite veramente?

L’autore

Leo Tenneriello ha pubblicato diverse opere tra cui “Individuo massa e potere” (1992), “Metamorfosi e fuga” (2009), “Sorella noia fratello nulla” (2013), “In amore siamo cose” (2015), “La bellezza del caos” (2017); inoltre è un cantautore con all’attivo ben sei album. Nella colonna sonora di questa opera trovano posto alcune sue canzoni che ben si accostano al racconto e ci aiutano a comprendere il suo stato d’animo che muta in delirio.

Lo scrittore Leo Tenneriello con in mano “Il giardino dei dispari”

Leo, inoltre, ci rende partecipi di una chicca: Aldo Nero, il nome del protagonista, è l’anagramma di Leonardo. Al lettore non resta che cimentarsi in questo racconto che spiazza in quanto segue le regole dei racconti di vita tradizionali, ma nella realtà è un viaggio interiore. Un viaggio che fa male a chi lo vive.

La soundtrack

Ascolta la colonna sonora: Il giardino dei dispari – Leo Tenneriello

La playlist contiene alcuni brani scritti e cantati dall’autore, sono stati scelti da lui in quanto fanno parte della sua vita e ripercorrono le emozioni che trapelano da “Il giardino dei dispari”.

“Favola finita” che è anche un capitolo del libro assieme a “Se tornassi”: rappresentano l’assenza e la mancanza dell’amore perso che è uno dei temi portanti del libro, come recita la quarta di copertina: «L’amore è straccione, figlio di povertà, affamato della fame futura. È parlarsi, dirsi le cose senza mai arrivare a un punto. Una collana di parole che gli amanti non vorrebbero annodare mai».

“C’è chi sceglie per me” è la vita nei ricordi di una vita. Gabriel García Márquez nella sua autobiografia ci rende partecipi di una frase che rappresenta bene questa canzone e il libro «La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla».

“Devo imparare a essere felice” è una preghiera, un’esortazione a guardare sempre in alto, devoto alla terra, fedele alla vita. Piccole cose, piccole imprese, piccole attenzioni… e l’amore diventa un punto fermo, una piccola ancora per poter volare… l’America è sempre un’India sbagliata…

Ma “Il giardino dei dispari” è anche assenza ben rappresentata da un brano scelto appositamente dall’autore, questo brano è Azzurro nella versione di Paolo Conte dove il cantante, con la sua interpretazione, ci fa sentire sulla pelle questa assenza, il protagonista del libro è solo con sé stesso, solo con la tempesta interna, la stessa tempesta di nome Giulia perché Aldo la chiamava così in gioventù, la sua Giulia. E i suoi ricordi sono come vissuti in uno stato profondo di Coma che, come nella canzone dei Guns N’Roses, vivono momenti di pace e tranquillità, ma che tutto ad un tratto sfociano verso il delirio e il protagonista piange e urla per poi cadere nuovamente nella tranquillità.

Tracklist

  1. Emotionally Yours – Bob Dylan
  2. Coma – Guns N’ Roses
  3. C’è chi sceglie per me – Leo Tenneriello
  4. Azzurro – versione di Paolo Conte
  5. Transcendence – Steve Aoki (feat Ray Kurzweil)
  6. Il posto più freddo – I Cani
  7. Storm – Vanessa Mae
  8. Awakening – Normandie
  9. Insight – Depeche Mode
  10. Devo imparare ad essere felice – Leo Tenneriello
  11. Se tornassi – Leo Tenneriello