Il contrario di padre – Sebastiano Mondadori

di Lorella Quintabà


Quando sa della morte del padre Giuliano non lo vede da trent’anni, da quell’estate del 1977 passata con lui, la più bella della sua vita, come dice lui stesso alla fine del viaggio per provocare la madre. In realtà, quando Giuliano racconta tanti anni di questo viaggio a Carla, l’ultima compagna del padre, si rende conto che lo è stata veramente.

Anno dopo anno i  ricordi si sono  ritirati  da una giustizia cronologica, ammassati l’uno sopra l’altro: prima rimpiccioliti, poi sminuzzati e quindi mischiati in una fisionomia goffa e piena di buchi, da zittire con frasi di convenienza che alla fine si riducevano a una certezza incontrovertibile: lui non era mai stato quel bambino che il padre chiamava soltanto Giulio.

La vacanza è raccontata due volte nell’arco di 30 anni, alternando l’eccitazione e la speranza del bambino e i sentimenti dell’uomo adulto che scopre la vergogna con cui ha represso il ricordo di quell’estate.

Giuliano era riuscito a sospingerlo al di fuori della propria storia,allo steso modo delle foto in cui non si riconosce che sfila dagli album e getta nel cestini. Un macigno inerme, così credeva.

Ora si riappropria di una storia, si vergogna di quello che è diventato e rielabora un abbandono, si perché alla fine del viaggio il padre scarica il bambino davanti alla porta e sparisce per sempre.

Nel 1977 Giulio è un bambino di 10 anni, riservato e sensibile, che a scuola prende solo buoni voti e per quel viaggio parte con il libro Le avventure di Huckleberry Finn e un bloc notes pieno di regole e divieti da rispettare; bloc notes che viene subito dimenticato, a bordo di una Giulia super color amaranto suo padre lo porterà al Circeo, ad Anacapri, in Liguria, passando per la pianura padana per andare a trovare il nonno malato di Alzheimer. Imparerà a bere Coca cola, a tuffarsi dagli scogli, a fare colpo sulle ragazzine, a percorrere da solo sentieri bui.

In quell’estate Giulio passa da un mondo dell’ordine e delle regole imposto dalla madre a quello dell’imprevedibilità e dell’incertezza del padre che gli insegna che tra il vero è il falso esiste la bugia, la fantasia, l’immaginazione che si tinge di tanti colori. Giulio scopre che non esiste solo il buono e il cattivo, il vero e il falso, ma in mezzo c’è il mondo dell’immaginazione e delle bugie. La figura di Geremia è il “contrario di padre” frase che viene ripetuta in tutto il libro da diversi personaggi che le attribuiscono la propria interpretazione. Geremia dice che il contrario di padre è erdap, un escamotage classico per lui che sfugge le responsabilità.

Geremia è contraddittorio, poco affidabile, donnaiolo, giocatore, immaturo, sempre ai confini dell’illecito, la sua Giulia amaranto ha dei nascondigli; sembra il personaggio dei film italiani degli anni ‘60, un po’ il Gassman de “Il sorpasso”, film citato nel libro. Geremia, però, diventa l’eroe di suo figlio che, pur spaventato da uno stile così diverso da quello insegnato dalla madre, lo ammira. Da una parte troppe regole, troppe gabbie, dall’altra troppe sregolatezze.

Un altro personaggio interessante è Clem, la giovane fidanzata del padre, che si unisce a loro nel viaggio e diventa una sorta di sorella maggiore durante le improvvise scomparse del padre. La sua presenza viene anticipata dal suo odore di limone fritto che affascina Giulio.

Il tema principale del libro è la memoria nella sua ossessione e la paura di perdere la memoria (il nonno è malato di Alzheimer). Geremia dice al figlio che “Il passato è una grande bugia”, e poi che “Le cose che ricordiamo sono spesso diverse da come sono avvenute”.

Alla fine Giuliano si accorge che Carla, a cui sta raccontando la sua estate di tanti anni fa, si è addormentata e lui ha rivolto il racconto a sé stesso. Prima di andarsene apre l’armadio e prende la sua eredità, un cappotto di cammello stile Alain Delon ne La prima notte di quiete, fuori è freddo e da una stazione radio mal sintonizzata gracchia una musica classica a volume bassissimo.

La musica che accompagna la lettura è la musica degli anni ’60 e ’70. In macchina Giulio, Geremia e Clem ascoltano la cassetta di Lucio Dalla e vengono citate le canzoni che vanno in sottofondo. Quando passa Disperato erotico stomp il bambino è imbarazzato perché quando la trasmettono la mamma spegne la radio e lui lo sa che è una canzone per adulti, ma è allo stesso tempo curioso perché finalmente può sentirne le parole. Giulio pensa alla mamma che balla in salotto con le canzoni de La febbre del Sabato sera; il padre canticchia Sapore di sale mentre si prepara o E la vita, la vita indossando la t-shirt bianca, i jeans e il cappello da attore americano. In una serata tra amici Michele suona canzoni di Battisti e nell’abitacolo di una Range Rover i villeggianti litigano sulle parole giuste della sigla di Jeeg Robot e si gasano ancora parlando delle canzoni del La febbre del sabato sera, film uscito in quell’anno. In auto Geremia canta con parole inventate le canzoni dei Beatles e ancora su un’altra terrazza un uomo accompagna con la chitarra una donna che canta O’ sole mio. La musica allieta la vacanza e non ci sono parole né canzoni nel viaggio di ritorno, solo lo strombazzare ritmico del clacson e i centottanta a tavoletta.

Con il libro di Huckleberry Finn e il bloc notes Giulio riporterà a casa anche la cassetta di Lucio Dalla.

Sebastiano Mondadori, nato nel ’70 a Milano, da quindici anni vive a Lucca, dove dirige la scuola di Barnabooth.
Si è laureato in filosofia all’Università di Pavia con una tesi sullo Zibaldone di Leopardi. Nel 2001 ha pubblicato il romanzo Gli anni incompiuti (Marsilio), vincitore dei premi Rhegium Julii – Opera prima, Città di Meda – Opera prima e Edoardo Kihlgren – Opera prima. Nel 2002 è uscito Sarai così bellissima (Marsilio). All’inizio del 2003, sempre da Marsilio, uscirà il romanzo Come Lara e Talita. Lavora in editoria. Collabora con «l’Unità», «Nuovi Argomenti» e «Io Donna». Ha pubblicato Gli anni incompiuti (Marsilio 2001, Premio Kihlgren), Sarai così bellissima (Marsilio 2002), Come Lara e Talita (Marsilio 2003), La commedia umana. Conversazioni con Mario Monicelli (il Saggiatore 2005).
Nel 2019 pubblica con Manni “Il contrario di padre”.

Editore: Manni

Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/playlist/3rmfVZ9ALYquQyRY1IJV3f?si=FaMLPsv1TDKUzYFvrau5lA

La colonna sonora de “Il contrario di padre” di Sebastiano Mondadori
  1. Com’è profondo il mare – Lucio Dalla
  2. Il cucciolo Alfredo – Lucio Dalla
  3. Disperato erotico stomp – Lucio Dalla
  4. Quale allegria – Lucio Dalla
  5. Sapore di sale – Gino Paoli
  6. E la vita la vita – Cochi e Renato
  7. Acqua azzurra acqua chiara – Lucio battisti
  8. La canzone del sole – Lucio Battisti
  9. Jeeg Robot sigla – Cartoon Soundtrack
  10. Michelle – The Beatles
  11. O’ sole mio – Anna Oxa
  12. Night Fever from “Saturday night fever” soundtrack – Bee Gees
  13. More than a woman from “Saturday night fever” soundtrack – Bee Gees
  14. Inverno (1. Allegro ma non molto; 2. Largo; 3. Allegro) – Antonio Vivaldi