di Alessio Barettini
Per Terrarossa edizioni esce a fine 2021 Pensa il risveglio, secondo romanzo di Alessandro Cinquegrani. Un romanzo che è un vortice, una concatenazione impossibile di interruzioni nella narrazione di un doppio ritratto: Speer e Mengele da una parte, i due diavoli più emblematici del nazismo, ambiguo e subdolo il primo, schietto e crudele il secondo.
La narrazione procede nel presente; si assiste alla sparizione di un regista, Lorenzo, che sta girando un film proprio sui due simboli del male. Stiamo leggendo di ciò che accade nel film o al di fuori del set? Da subito restiamo spiazzati, i piani di realtà si intersecano, lasciano spazio solo al dubbio. In questo luogo angolare e liminare assistiamo alla maturazione interiore dell’amico di Lorenzo, il narratore di cui non conosciamo il nome, che si trova a fare i conti con la sua scomparsa. Un monito dalla (e alla) coscienza che si fa risveglio, formazione, resa dei conti. Lentamente, frammentariamente. Nel romanzo, il piano della forma, espresso con interruzioni rapide e scenari che repentinamente sconvolgono il piano temporale più lineare, e quello del contenuto procedono entrambi in questa dimensione frattale fino a uno svelamento finale che mostra le correlazioni tra il Male del nazismo, la creazione del film e l’immanenza, il narratore che va sostituendosi progressivamente nell’assenza di Lorenzo, incarnandone le possibilità, il ruolo, l’identità, come il compimento di un processo alchemico di trasformazione.
Intorno a questo congegno fatto di storia, cinema, contaminazione e linguaggi diversi, ineluttabilità e profonda riflessione sul senso della propria esistenza, pause e accelerazioni improvvise, morte e paternità, Cinquegrani costruisce la sua riflessione sul male attraverso la nostra stessa lettura, verso il risveglio.
Il romanzo e la musica
La musica in Pensa il risveglio non è mai esplicitamente segnalata, fatta eccezione per la canzone Strani amori di Laura Pausini, un brano che il protagonista sente uscendo dal mare di Rodi. Nelle parole di Cinquegrani,
il contrasto tra il silenzio dell’apnea e la riemersione con questo tipo di musica accompagnata dagli schiamazzi credo renda bene l’essenza del libro. Che parte tra l’altro da Neve di Saba e dalla grande pace di morte
Per questa ragione, centrale, essenziale, denotativa di un’atmosfera di rarefazione che si instilla sotto pelle sin dall’inizio della lettura, come se si stesse guardando un’immagine scomporsi in miliardi di pixel che andrebbero a ricomporsi altrove, ho pensato a How to disappear completely dei Radiohead (in effetti la sparizione è uno dei motori narrativi del romanzo), La campana di De Gregori, canzone che spinge la solitudine dall’altra parte del campo e Sea dei Codeine, quest’ultima appunto per l’atmosfera di morte che aleggia lungo il romanzo.
La tracklist
- Strani amori – Laura Pausini
- La campana – Francesco De Gregori
- How to disappear completely – Radiohead
- Sea – Codeine
- Berlin im Licht – Kurt Weill
Infine, nella playlist compare la canzone composta da Kurt Weill nel 1928 in occasione dell’elettrificazione della città di Berlino, per respirare almeno un po’ quelle sensazioni schizofreniche fra disperazione ed entusiasmo che diedero strada aperta all’affermazione del Terzo Reich.
La playlist
Ascolta la colonna sonora di Pensa il risveglio su Spotify: Pensa il risveglio – Alessandro Cinquegrani