di Luca Brecciaroli
I rapper sono come gli attori, come i registi. Quando vedi un film di Tarantino, mica credi che Uma Thurman la notte vada in giro a sgozzare persone. Lo stesso ragionamento vale per i rapper: non si deve pensare che tutto quello che dicono sia vero.
Il rap a scuola? Si può fare!
Interessante e per molti versi educativo il libro Educazione Rap, un mix tra autobiografia e saggio scritto da Amir Issaa, personaggio influente nella scena hip hop italiana dall’inizio degli anni zero, oltre che uomo molto impegnato a livello sociale attraverso varie associazioni attive a Roma.
Issaa parte dalla sua esperienza concreta e, in un preciso momento della sua vita, decide di raccontare il suo percorso personale e artistico, incrociandolo con scritti e saggi relativi allo sviluppo del rap in Italia e non solo.
Dopo alcuni dischi e varie esperienze, l’autore si ritrova infatti a condurre alcune lezioni sul rap nelle scuole, e addirittura nel liceo frequentato da suo figlio adolescente. Da questa molla scaturisce una profonda riflessione sul genere, sull’attualità, sulla storia italiana e statunitense che, in particolare con il rap, si incrocia spesso e volentieri su tematiche come il razzismo e la protesta.
Rap che viene quindi visto come mezzo di espressione per chi difficilmente potrebbe avere un microfono sul palco della vita, mezzo per raccontare se stessi nei momenti difficili, negli anni per definizione più complicati, quelli dell’adolescenza e della prima giovinezza. Così è per Amir, il cui padre (egiziano, la madre è italiana) finisce in carcere quando lui aveva solo tre anni, per uscirne ai suoi sedici. Amir riflesse sempre su questo fatto, sulla sua infanzia e adolescenza e su quella che vorrebbe per suo figlio: il rap è stato per lui un’ancora di salvezza, di riscatto e di integrazione sociale.
In parallelo si tracciano i momenti storici dell’hip hop, dai suoi albori statunitensi e quelli italiani fino ad arrivare ai giorni nostri, in una narrazione che si intreccia con i fatti personali che vedono Amir sempre più politicamente attivo: dalle richieste fatte ai presidenti del tempo, Napolitano e Renzi, per la concessione dello ius soli, al progetto di narrare la Costituzione italiana in rap, fino alle denunce di sessismo e razzismo imperanti anche nel mondo artistico.
Trovatosi dall’altra parte dell’oceano per tenere alcune lezioni, ecco che l’autore traccia un percorso che va da Malcolm X a George Floyd fino al movimento Black Lives Matter, per ripiombare in Italia col terribile omicidio di Willy Monteiro Duarte.
Un bel libro, intelligente e scorrevole, che potrebbe fare il paio con Il rap spiegato ai bianchi, caposaldo del genere dell’insuperabile David Foster Wallace, per narrare la storia nostrana del genere e di tutto ciò che vi ruota attorno.
Molto interessante la postfazione di Flavia Trupia e l’appendice con brevi scritti su razzismo, ius soli, retorica e metrica e una serie di influenze letterarie, cinematografiche, ecc.
E non ho mai scritto di quanto è figo lo spaccio, la strada, salvarsi da una retata della polizia. Mio padre era tossicodipendente, a casa mia venivano i criminali e veniva la polizia, e non è figo avere dieci anni e trovarsi lì, non è figo a venti, non è mai figo.
La colonna sonora
Tantissime, ovviamente, le citazioni musicali in un libro che è in parte anche un percorso sulla storia e sull’attualità del rap, nazionale e statunitense.
Così si va dagli Assalti Frontali, veri e propri maestri che è impossibile non citare anche per il loro sempre vivo impegno politico, agli altrettanto storici Sangue Misto, per arrivare poi agli odierni Ghali, Tedua, Dark Polo Gang, Rondodasosa…
Lo stesso accade per la scena statunitense, dove non si può che partire da quello che fu un vero e proprio manifesto: Fight the power, film e canzone che segnarono l’epoca, sia per i contenuti (i disordini, guarda un po’, scoppiati in seguito a violenze razziali contro gli afroamericani) sia per il ritmo insuperabile dei Public Enemy. Da lì si toccano NAS, Dr. Dre, Wu Tang, Kendrick Lamar…
Molti i brani citati e descritti dello stesso autore, canzoni ben raccontate all’interno del libro e con contenuti sicuramente validi per un’educazione rap!
La maturazione e la crescita artistica di Amir Issaa sono peraltro ben evidenti nelle sue canzoni, da quelle iniziali, più acerbe e rabbiose, a quelle della maturità.
S.O.S. bilancio negativo
Se mi chiamano straniero nel posto dove vivo
S.O.S. pronto all’esecuzione
Se mi chiamano straniero nella mia nazione.
Editore: add Editore
Ascolta la colonna sonora su Spotify: Educazione Rap – Amir Issaa
La tracklist di Educazione Rap di Amir Issaa
- Scialla – Amir Issaa, The Ceasars
- Il lago checombatte – Assalti frontali, Il muro del canto
- Fight the power – Public Enemy
- Made you look – NAS
- 5 del mattino – Amir Issaa
- Dior – Pop Smoke
- Questa è Roma – Amir Issaa
- Louboutin – Vale Pain, Rondodasosa
- Non respiro – Davide Shorty, Amir Issaa, David Blank
- Lo straniero – Sangue misto
- Straniero nella mia nazione – Amir Issaa