Dormi stanotte sul mio cuore – Enrico Galiano

di Eleonora Pizzi


“Bene, ragazzi, compito a casa per oggi: riassunto di un libro!”.
(Echi di disperazione, sentori di ribellione)
“Sintetizzate il tema principale del quarto romanzo di Enrico Galiano”.
“Ah beh, ma prof, è facilissimo! Cesare, tira fuori la tastiera! Il succo é:
Dicono di me
che sono un bastardo bugiardo
e lo fanno
senza un perché”.

Soundtrack e tracklist

Ascolta la colonna sonora: Dormi stanotte sul mio cuore – Enrico Galiano.
Tutte le canzoni citate nel romanzo in un’unica playlist!

  1. Qualcosa di grande – Lùnapop
  2. Sowing the seeds of love – Tears For Fears
  3. Padremadre – Cesare Cremonini
  4. While my guitar gently weeps – George Harrison
  5. I’m like a bird – Nelly Furtado
  6. With these hands – Tom Jones (Edward mani di forbice soundtrack)
  7. Sing – Travis
  8. As long as you love me – Backstreet Boys
  9. All the lovers – Kylie Minogue
  10. Dicono di me – Cesare Cremonini
  11. I don’t want to wait – Paula Cole (tema di Dawson’s Creek)
  12. Emozioni – Lucio Battisti
  13. La canzone del sole – Battisti
  14. Eleanor Rigby – The Beatles
  15. Sacco e Vanzetti: here’s to you – Joan Baez
  16. Helter Skelter – The Beatles
  17. Seven nation army – The White Stripes
  18. Ed ero contentissimo – Tiziano Ferro
  19. Dead poets society – Maurice Jarre (L’attimo fuggente soundtrack)
  20. Faint – Linkin Park
  21. Sere nere – Tiziano Ferro (Tre metri sopra il cielo soundtrack)
  22. La regola dell’amico – 883
  23. Per una lira – Lucio Battisti

La storia

La dodicenne Mia e il (forse) tredicenne Fede, fuggito dalla guerra nella Ex Jugoslavia che ha insanguinato gli anni ‘90 di questa piccola parte di mondo, si ritrovano d’un tratto fratelli affidatari, grazie al padre magistrato e alla madre complice e roccia di Mia che prendono in affido questo ragazzino, fino ad allora ospite in un centro per profughi in Puglia. Di Fede nessuno conosce bene la storia, cosa gli sia capitato durante la guerra e, dato che non parla, tutti credono che sia muto. Mia no, lei lo sente parlare. Non con le parole, certo. Vuole regalargli la parola giusta con cui rompere quel suo silenzio, e dunque si autoproclama tignosissima insegnante di italiano fino al momento in cui non riuscirà a riempire quegli occhi buchi, come li definisce Mia: spaventati. Spaventati, o che fanno spavento? Le persone intorno e fuori dalla famiglia propendono decisamente per la seconda opzione, e sottile come fumo tossico si insinuano anche sotto la porta di casa il pregiudizio, le malelingue, i convincimenti radicati che una persona è per forza cattiva se arriva da là, è per forza maligna se ha fatto quella roba lì, è per forza diabolica se ha questa faccia qua.

(La professoressa) ci fece sentire anche una canzone che diceva più o meno che Nicola e Bart, così li chiamava, sarebbero sempre stati vivi nei cuori delle persone, e che la loro agonia alla fine era il loro trionfo.
“Minchiate”, pensai. Loro non potevano leggere i propri nomi sui libri di storia, perché erano morti, e in modo atroce pure. Sì, minchiate. A scuola io vedevo quasi solo persone che ci vivevano di pregiudizi. Vivere nei cuori? Io volevo vivere e basta.
Perchè io ci dormivo vicino a un Vanzetti, occhi che sembravano cattivi e quindi dovevano essere cattivi. Io un Vanzetti vicino ce l’avevo tutti i giorni.

In questa lavatrice di dubbi, Mia si affida a una eccezionale smacchiatrice di vedute: la sua migliore amica, ex maestra delle elementari e toscanaccia, irriverente e dolcissima, Margherita. Che, insomma, non può mica essere una persona normale per intendersi così finemente con la peculiarità che è Mia: infatti, custodisce un quaderno in cui appunta migliaia e migliaia di fatti strani, curiosità, notizie sparse. Si serve di queste cose sul mi’ quaderno per mostrare a Mia un punto di vista diverso da quello che hanno tutti, sbloccare le sue rigidità, farla decidere di realizzare quello che vuole, aprirsi all’altro oltre i pregiudizi. Che è, in fondo, il messaggio che Dormi stanotte sul mio cuore porta con sé e scarica nell’animo del lettore che sa ascoltare. 

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Eppure cadiamo felici
Tutta la vita che vuoi
Più forte di ogni addio

La musica

É una Mia trentenne ad appuntare tutta la vicenda in un diario che il lettore sfoglia avanti e indietro nel tempo storico, nei cambi di prospettiva e nella musica. Infatti, il pianeta musicale della storia, il cui satellite è una luna chiamata Cesare Cremonini, gravita intorno ai Beatles e, precisamente, intorno a Eleanor Rigby.

“Mamma, cosa dice la canzone?”
“Parla di due persone molto sole”
“E una si chiama Eleanor, vero?”
“Sì, una è lei, e raccoglie il riso dopo un matrimonio, sognando di sposarsi lei un giorno, ma…”
“Ma…?”
“Be’, Mia, il testo di quella canzone è molto triste, ed è stato scritto davanti alla tomba di Eleanor”
Io quel giorno decisi che non sarei mai stata quella che raccoglie il riso, né quella che si sposa.
Io sarei stata quella felice.

L’alternanza nella colonna sonora tra canzoni profonde e brani spensierati è lo specchio della grande, maggiore, profondità di Dormi stanotte sul mio cuore rispetto ai suoi predecessori, se possibile: un testo che scava nel linguaggio, nel tono, negli argomenti fino a grattare il fondo della Fossa delle Marianne dei sentimenti, e mai dimenticando, ma solo dosando, l’ironia e i momenti scaccia-tensione che non è immaginabile estirpare dallo stile unico di Enrico Galiano. In più, il romanzo è puntellato dai riferimenti storici che hanno attraversato tutti gli anni zero e parte dei dieci, circostanziati e ancorati alla storia come se ne costituissero essi stessi dei personaggi per reggerne l’intelaiatura, stuccata e dipinta con la musica di quegli anni. Insieme a iconici riferimenti cinematografici, sottolineati dalle colonne sonore, in cui più generazioni attingono sorrisi e ricordi compiaciuti. E allora raga, tutti in coro: …anouanauei!

P.S.: scusate, ma le devo proprio tirare le orecchie: maremma bischeraccia, Margherita, oh quanto tu m’ha’ fatto piangere non lo sai mica!


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