di Dagmara Bastianelli
Il Donbass è uno spazio geografico di cui poco di parla. Un luogo di sofferenza dove da anni è in corso una guerra invisibile, scoppiata mentre molti di noi erano impegnati a ballare “Happy” di Pharrell Williams. Un territorio che Sara Reginella, psicoterapeuta e autrice di documentari, ha raccontato in 300 pagine fortemente empatiche, ovvero in un reportage narrativo intitolato “Donbass. La guerra fantasma nel cuore dell’Europa” e pubblicato dalla Casa Editrice Exòrma. Un libro che qui a Read and Play amiamo molto e che vibra e pulsa, proprio come le note intense del rock russo che fanno da colonna sonora ad alcuni suoi momenti salienti.
Sara Reginella, la voce del Donbass
Sara è stata davvero là, in Ucraina, nel Donbass, in mezzo ai guerriglieri e alle guerrigliere, tra i palazzi lacerati dai bombardamenti, in mezzo ai campi minati. Ha toccato con mano le ferite di quella terra. E, una volta tornata, ha voluto rivelare il dietro le quinte di una guerra che ha spezzato l’Ucraina in due, un conflitto troppo spesso raccontato dai media in maniera semplicistica (se non dalla rivista Limes, che ha affrontato anche recentemente in questo video i suoi complessi aspetti geopolitici).
Anche se il conflitto è al momento considerato a bassa intensità (come se questo potesse consolarci!), l’intensità emotiva evocata dal libro e suscitata nel lettore è altissima.
Sara esplora le storie della popolazione delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, di quelle donne e quegli uomini che si sono opposti al cambio di governo ucraino del 2014 (da questa parte della nazione ritenuto un golpe, dall’altra una rivoluzione democratica), lasciando emergere la dimensione umana e psicologica di numerose vite che, nonostante il dolore, continuano.
L’autrice si concentra sulle reali conseguenze di una guerra, conseguenze che, come sempre, riguardano principalmente gli abitanti della zona al centro del conflitto. Ci racconta, ad esempio, di un prigioniero il quale, di fronte alla possibilità di evasione, decide di non fuggire ma rimanere per sfornare pane e offrirlo alla popolazione affamata. Delle donne combattenti. Delle piangenti babuške. Di un sopravvissuto alla strage di Odessa. Di una stilista che resiste. E di un gatto che, quasi abituato al male visto ogni giorno per anni, continua a camminare sui vetri delle finestre esplose.
Il volume si trasforma così in una carrellata di interviste, aneddoti, ricordi, riflessioni e testimonianze commoventi che possono essere riassunte nella citazione di un dialogo che, forse, rappresenta alla perfezione l’essenza del libro:
– Con la guerra la mia vita è cambiata completamente e anche l’anima è cambiata – mi aveva detto Iana in auto mentre la intervistavo.
– Che significa che ti è cambiata l’anima? – le avevo chiesto, colpita da quel riferimento alla duša.
– È cambiata. Quando cambia l’anima significa che sei in grado di sentire in modo più forte il dolore degli altri… e cerchi di fare di tutto per alleviarlo.
Donbass. Un libro, un reading, una colonna sonora
L’incontro con questa pubblicazione, almeno per me, è un viaggio iniziato in un luogo speciale e attento alla cultura, Bagni Elsa 3, durante un reading musicale organizzato proprio da Read and Play.
In orario di aperitivo, Sara Reginella ci ha catapultati in Ucraina e l’ascoltare le sue parole con, sullo sfondo, il fruscio del mare al tramonto, ha provocato nella maggior parte dei presenti un acutissimo straniamento.
Spento il microfono siamo rimasti solo io, la voce di Sara e la colonna sonora che l’autrice ha scelto per il suo libro. E così è iniziata la seconda parte del viaggio alla scoperta del Donbass, quella più intima e personale, ovvero la lettura del libro e l’ascolto della sua musica.
Dai Kino a Celentano, la colonna sonora del libro di Sara Reginella
Il primo protagonista musicale che spicca tra le pagine di Donbass è, senza ombra di dubbio, Viktor Tsoi, il leader dei Kino, che non solo fece la storia del rock sovietico ma è tuttora oggetto di culto da Mosca a San Pietroburgo. Il merito è del suo talento (iniziò a scrivere all’età di 17 anni) e delle tematiche affrontate nei suoi brani, che riguardavano la vita dei giovani leningradesi, ragazzi per lo più proletari, e dei loro tentativi di sopravvivere a un’esistenza difficile.
Dai Kino si cambia completamente registro per passare alla musica neomelodica russa delle Serebro (terze all’Eurovision Contest 2007) e, soprattutto, a un Katiuscia Remix che è impossibile non associare a un passaggio fortemente evocativo del libro:
Le pareti sono listate con bandiere internazionali e dal mio posto, in quello che dovrebbe essere un contesto formale e solenne, ricordo di aver assistito a uno spettacolo inatteso: un corpo di ballo costituito da ragazzini e ragazzine in mimetica si era scatenato, sulle note di una Katjuša elettro-pop, in una danza marziale con salti acrobatici tipici dell’hopak, il ballo tradizionale ucraino. Poi inseguiti da una cascata di applausi i giovani elfi erano scomparsi nel bosco buio delle quinte.
Ma anche la musica italiana compare spesso in varie pagine e tra i ricordi dei protagonisti: Toto Cotugno, Adriano Celentano e i Ricchi e Poveri (protagonisti anche dell’indimenticabile show russo di capodanno “Ciao 2020”, omaggio irriverente e, al tempo stesso, fortemente sentito alla cultura pop italiana) sono solo alcuni dei nomi che, prima della disgregazione dell’Urss, hanno accompagnato le vite di molti abitanti di queste terre.
Nasce così una colonna sonora ibrida che è solo la punta dell’Iceberg di un racconto fortemente impregnato di storia e storie. Ogni brano, al di là dei messaggi che può trasmettere o evocare, ha una sua precisa collocazione e componente simbolica, è la sintesi dei variopinti aspetti di una società, delle sue genti, dei frammenti del passato e dei desideri per il futuro.
Da un lato rappresenta ciò che è stato, ad esempio la passata voglia degli abitanti di queste zone di rivolgersi altrove, di sognare la solarità e i colori della musica italiana (come raccontato anche nel testo della canzone “Tatranky” degli Offlaga Disco Pax); dall’altro rappresenta anche il presente di una nazione divisa in due, in cui sembra difficile trovare un dialogo tra i diversi punti di vista e desideri per il futuro.
Dunque la colonna sonora di “Donbass combacia perfettamente con il libro. E ascoltarla, mentre si leggono le sue pagine, è indubbiamente l’inizio di un nuovo viaggio.
La playlist
La tracklist
1. Happy – Pharrel Williams
2. Звезда По Имени Солнце – Kino, Viktor Tsoi
3. L’italiano – Toto Cotugno
4. Mamma Maria – Ricchi e Poveri
5. Azzurro – Adriano Celentano
6. Come along – Yat-Kha
7. Karangailyg Kara Hovaa (Dyngyldai)
8. Kiss – Serebro
9. Katyusha – Sebluu
10. Poliouchka Polie – Banda Bassotti
11. The Internationale (Russian Version) – Urss Soviet Chorus
12. Lacrimosa – Wolfgang Amadeus Mozart
13. Come mai – 883