di Davide Morresi
Il podcast
La musica in “C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo”
Non so se descrivere questo romanzo come un’opera di letteratura o un’opera musicale.
Certo… è fatto di capitoli, paragrafi, parole, punteggiatura e tutto il necessario per essere definito “romanzo”. Ma, sfogliando e leggendo (e se lo sfoglio e lo leggo, beh, allora deve essere un libro per forza, no?), sembra di assistere a un concerto rock. Di più: a un festival rock, uno di quelli belli grandi, dove non riesci a distinguere gli headliner dai supporter.
Sarà perché i titoli dei capitoli contengono indicazioni per la colonna sonora perfetta. Ad esempio, il primo capitolo è sottotitolato Musica dei Sex Pistols. E poi altri: Musica dei Pearl Jam, Musica di Alice in Chains, All apologies, Come as you are, Smell like teen spirit, Musica di Alan Price, e via dicendo.
O forse sarà perché i pochi sottotitoli dei capitoli in cui non viene indicata nessuna musica sono frasi che sembrano prese dal testo di una canzone, di quelle perfette per i meme sui social, per intenderci.
Ci sono 3 regole: 1) C’è sempre una vittima; 2) Cerca di non essere tu; 3) Non ti scordare la seconda regola
Non lo sai che il diavolo non esiste? È solo Dio quando è ubriaco
Il sesso è un calmante ma dà assuefazione
Sai bene che quando l’amore si spegne è più freddo della morte. Il problema è che le due parti in causa non si spengono contemporaneamente e quando sei la parte ancora accesa preferiresti essere morto
Gli innamorati tendono a tre cose: 1) Dire che il sesso non è la cosa più importante tra loro; 2) Farsi promesse incredibili; 3) Concepire progetti d’ogni genere per un brillante futuro. Quando si fanno dei progetti con la persona amata ci si può immaginare qualsiasi cosa tranne che gli stessi progetti possano essere realizzati con un’altra persona. Si considera ogni promessa fatta unica ed eterna, si immagina che la parola data valga più dell’amore. Non appena comincia a declinare il sesso (che aveva così poca importanza) il resto evapora.
Editore: Feltrinelli
La soundtrack
Ascolta la colonna sonora su Spotify: C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo – Efraim Medina Reyes
Una soundtrack lunga e variegata, fatta di rock, punk, grunge, e con escursioni varie su altri generi. Con alcune interessanti scoperte.
28 brani, uno per ogni citazione musicale contenuta nel libro, ma potrebbero essere anche molti di più, dato che spesso si parla di album interi o addirittura genericamente della discografia completa di una band che l’autore in persona consiglia come colonna sonora di un capitolo.
Uno dei grandi romanzi rock, un quasi cult (in Colombia lo è) della letteratura contemporanea di genere.
Ogni libreria dovrebbe avere uno scaffale dedicato a questo genere, che non è categorizzato, definito, come può esserlo, che so… il romanzo storico, ad esempio, ma che potremmo arbitrariamente appellare “romanzo musicale”. Ecco, se solo questo genere narrativo esistesse veramente, questo libro ne sarebbe uno dei maggiori esponenti.
La tracklist
- Bodies – Sex Pistols
- Vavalcata delle Valkirie – Richard Wagner
- Holidays in the sun – Sex Pistols
- Satisfy my soul – Bob Marley & The Wailers
- Would? – Alice In Chains
- Blew – Nirvana
- Smell like teen spirit – Nirvana
- Bad – Michael Jackson
- Musical Offering, BWM 1079: ricercar a 6 – Johann Sebastian Bach
- Come as you are – Nirvana
- Red house – Jimi Hendrix
- Lounge Act – Nirvana
- In bloom – Nirvana
- Polly – Nirvana
- Territorial pissing – Nirvana
- Stay away – Nirvana
- All apologies – Nirvana
- Love her madly – The Doors
- November rain – Guns N’ Roses
- Lucky man – Alan Price
- Friend of the Devil – Grateful Dead
- Wholly Cats – Benny Goodman
- So what – Miles Davis
- I would die 4 U – Prince
- Ornitology – Charlie Parker
- Purple rain – Prince
- Poison heart – Ramones
Il disagio di Rep
Il protagonista è Rep (diminutivo di Reptil), anti eroe per eccellenza. Vive a Cartagena, che chiama costantemente la “città immobile”, è stato lasciato dalla ragazza perché di fatto la trattava di merda, e ora che lei si è rifatta una vita lui si è pentito e pensa che sarebbe potuto stare bene con lei. Un classico.
Un personaggio che incorpora il disagio, si trastulla tra serate con gli amici e sogni ad occhi aperti, si ubriaca, è molesto, ha un ego smisurato, nel disperato tentativo di afferrare un motivo che dia un senso alla propria vita.
La sensazione è quella di un disagio adulto ma nostalgico, che strizza l’occhio ai trambusti adolescenziali, che trovano forma negli idoli musicali. Sid Vicious e Kurt Cobain vengono presi come esempi di vita (e, soprattutto, di morte): uomini tormentati alla continua ricerca di sé stessi, senza mai trovarsi veramente, fino al triste e noto epilogo.
Lui era un poeta, il poeta di cui tutti avevano bisogno. Sua madre una volta gli aveva detto: Non cercare cose che non fanno per te, Kurt. La sua risposta non si era fatta attendere: Che ne sai tu di cosa fa per me? Lei aveva replicato: Se ti ostini a cercare qualcosa corri il rischio di trovarla. Non sai mai cosa ti manca finché non fa molto male.
Un libro forse meno conosciuto di altri ma che a pieno diritto può essere inserito tra i grandi classici mondiali che hanno per tema centrale l’annientamento di sé come unica soluzione al male di vivere.
Dalla quarta di copertina
[Rep, il protagonista] Vuole cominciare una nuova vita, non importa quale, ma intanto vuole dimenticare la ragazza che lo ha lasciato, perdersi nell’inconcludente disordine della metropoli, inventarsi un film, e nel frattempo fa i conti con i suoi miti rock: l’amore devastante tra Sid Vicious e Nancy, il caos interiore di Kurt Cobain. Tutto “suona” (e suona davvero, quasi le vicende fossero accompagnate da una vera e propria colonna sonora) come se la vita si decidesse in prima fila, a due passi dal vuoto […] questo romanzo è l’opera rock su una generazione che non si lascia etichettare.
Altri romanzi musicali
– Il negozio di musica di Rachele Joyce
– Alta fedeltà di Nick Hornby
– Beautiful music di Michael Zadoorian
– Nick’s blues di John Harvey
– Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi