Canta, spirito, canta – Jesmyne Ward

di Davide Morresi


Il secondo libro della Trilogia di Bois Sauvage è un altro piccolo capolavoro di letteratura americana.
Dopo lo strepitoso successo di “Salvare le ossa”, Jesmyne Ward affronta la morte con uno stile, diventato già inconfondibile, fatto di metafore forti e concrete. Se in “Salvare le ossa” era la carne a essere presente in modo prepotente e quasi uniforme durante tutta la narrazione, qui l’elemento costante è la crosta terrestre. Ogni immagine è legata alla terra, ai suoi colori, agli alberi che ci crescono e agli animali che la calpestano, alla secchezza, all’odore che emana, alla roccia e alla sua durezza. Come nel primo romanzo, le immagini e le metafore sono diffuse ovunque con una maestria che ha dell’incredibile. Jesmyne Ward possiede uno stile narrativo angelico e lo usa per parlarci dell’inferno.

Non ho mai visto Richie così immobile, così silenzioso. Ha la bocca aperta, paralizzata. Gli occhi sgranati e neri. È in equilibrio sulla punta dei piedi, e sembra pietrificato. Ogni parte di Pop si muove, invece: le mani, mentre parla; le spalle, che si chiudono con la delicatezza di un fiore che appassisce nell’ora più calda del giorno. Non l’ho mai visto curvarsi così. E la faccia, tutte le rughe che si aprono spaccandogli il viso come faglie sulla crosta terrestre. E al di sotto, dolore. Il martello che cala.

pag. 239


Jojo non ha mai potuto essere bambino. Ha tredici anni, ma ha dovuto da subito essere adulto, da ben prima di rendersi conto di avere un’età in cui dovrebbe fare altro. Si prende cura della piccola Kayla, sua sorella minore, che si intreccia alla sua gamba come un’erba rampicante, alla ricerca di una protezione dal mondo che, loro, non hanno scelto, ma che sono obbligati ad affrontare. Jojo ci descrive, dal suo punto di vista, in prima persona, quanto sia difficile trovare un cracker per nutrire la sorellina prima che se ne accorga Leonie e gli allunghi un ceffone.
Leonie è la loro madre. Erosa da un senso di colpa costante, prova a contrastarlo con atti di rivincita verso i figli, su cui sfoga la propria rabbia. Jojo vive in mezzo a una dicotomia: proteggersi da sua madre o amarla? In tutto questo, intanto, se ne prende cura, come può.
Poi c’è Richie, presente ma assente, un corpo con cui Jojo parla spesso ma che non può toccare. Richie però c’è, sta sempre lì, e in qualche modo questo è già tanto per aiutare Jojo.
E Mam, la colonna della famiglia, che non può più esserlo, perché la malattia la sta facendo scomparire.

“Salvare le ossa” è stato una rivelazione. “Canta, spirito, canta” è una conferma.
Ora non ci resta che attendere il terzo capitolo della Trilogia.

Nel testo non sono presenti riferimenti a singoli brani specifici. La musica è comunque ugualmente diffusa in tutta la narrazione. Si passa dai brani per bambini canticchiati da Kayla alla musica country (e zydeco) del Mississippi e non solo, che viene spesso nominata, come a creare un sottofondo sonoro a tutto ciò che accade.

Editore: NNEditore

Ascolta la colonna sonora: https://open.spotify.com/user/snp5dezur5a7yht9mjmyn6fkk/playlist/3qmS1EqRjoNHTGyg1MNHgu?si=NrMk1nyyTCm0MC0ikjvCVQ

Clicca qui per “Salvare le ossa” di Jesmyn Ward: http://readandplay.it/salvare-le-ossa-jesmyne-ward/

La colonna sonora di “Canta, spirito, canta” di Jesmyn Ward
  1. Maybelline – Jerry Lee Lewis
  2. Le ruote del bus girano – Canzone per bambini
  3. Brilla brilla la stellina – Canzone per bambini
  4. Joseph dear oh Joseph mine – Mannheim Steamroller
  5. The race is now – George Jones
  6. Blue moon of Kentucky – Bill Monroe
  7. Deep river blues – Doc Watson
  8. Walkin’ after midnight – Patsy Cline
  9. Louisiana woman, Mississippi man – Conway Twitty
  10. Tee Nah Nah – Buckwheat Zydeco